E’ un onore per me presentare ed intervistare su cinemio, l’attrice Lidia Vitale, protagonista dell’ultimo film di Sergio Castellitto La bellezza del somaro. Nell’articolo tutti i dettagli.
Lidia Vitale sognava di diventare attrice sin da adolescente. Dopo aver studiato e lavorato in teatro nel 2000 compare per la prima volta nel film TV Il Furto del Tesoro. Nel 2002 la ritroviamo in La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana e da allora alterna quasi ininterrottamente cinema e televisione. Tra i film a cui ha partecipato possiamo citare Cose da Pazzi di Vincenzo Salemme, Anche Libero Va Bene di Kim Rossi Stuart, Giulia Non Esce la Sera di Giuseppe Piccioni e La Doppia Ora di Giuseppe Capotondi.
Nell’intervista di oggi ci parla del suo ultimo ruolo.
Lidia, parlami un pò del personaggio di Delfina. Quanto è vicino e quanto è diverso da te?
Delfina è tutt’altro da me. Innanzitutto l’età: ha almeno 15 anni in più di me. Lei è anoressica io mangio come una locusta per citare la Emanuela Grimalda che così mi ha soprannominato durante le riprese. Lei porta i capelli grigi incurante e a simbolo mentre io non so neanche più di che colore li ho. Lei ha un bisogno talmente spasmodico di essere accettata che si nasconde dietro una coltre di odiosità. Io sono una fessacchiotta che sembra una dura. Lei combatte da barricadera io cerco la strada del dialogo a tutti i costi.
Parlami di Sergio Castellitto. Come è avvenuto il primo incontro?
Assolutamente attraverso la casting director Laura Muccino che la mia agente, Maria Vittoria Grimaudo, ha cercato di convincere che potessi andar bene per il ruolo nonostante non c’entrassi niente. Ho fatto un provino. Ero emozionatissima e l’ho anche esplicitato nel corso dell’incontro. E’ stato bello. Quando sono uscita di lì non mi importava se lo avessi preso o meno, era stata una bella esperienza il provino stesso. Ho portato la mia proposta di personaggio, poi Sergio mi ha trasmesso la sua che ho seguito meticolosamente e alla fine ho mixato le due.
Com’è stato il rapporto sul set con Castellitto? Avete costruito insieme il tuo personaggio?
Sergio sul set è delizioso, anche quando il gioco si fa duro e fa di tutto per celare la sua agitazione. Prima di iniziare le riprese mi ha detto:
Voglio che entrando in quel casale vi odiate tutti!
E’ stata l’indicazione che ho tenuto più a mente, sempre.
Avere un regista che è anche attore del film che influenza ha?
Credo che sia una marcia in più. Conosce il lavoro dell’attore e soprattutto tutte le fragilità e gli scompensi che noi attori ci portiamo appresso. Diventa tutto più facile, si parla la stessa lingua.
Parlami del rapporto con gli altri attori. Il film è corale e nessuno sembra prevaricare sugli altri: è stato così anche sul set?
Devo dire che questa è stata un’esperienza abbastanza unica dal punto di vista dell’unità tra di noi. Ognuno ha apportato il proprio contributo. Ognuno ha fatto il suo e nessuno aveva voglia di prevaricare sull’altro. Anzi quando c’è stato bisogno ho sentito sempre un gran sostegno. E’ bello lavorare con un tale gruppo di professionisti.
C’è qualche aneddoto divertente o particolare che vuoi raccontare?
Avevo fatto la scelta di non uscire quasi mai dal personaggio se non per brevi momenti ma ogni tanto la situazione mi sfuggiva di mano…un giorno, al rientro dalle riprese, sono entrata in un negozio per fare la spesa con le mie colleghe, con cui condividevo uno splendido casale (una sorta di film nel film quella convivenza). Evidentemente Delfina quel giorno mi stava appiccicata più del solito, sono entrata come una furia, disquisendo sull’assenza del riso basmati in tutta la zona e ho proseguito giudicando ad una ad una tutta la merce esposta, poi senza comprar niente sono uscita lasciando la proprietaria del negozio senza parole.
Non mi ero proprio resa conto. Svetlana Kevral ed Emanuela Grimalda me lo hanno fatto notare e il giorno dopo sono tornata per chiedere scusa del mio comportamento.
Ringrazio Lidia Vitale per la disponibilità e invito tutti ad andare a vederla al cinema in La bellezza del somaro.
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