Dopo aver recensito il suo film Febbre da fieno ed aver intervistato il protagonista Andrea Bosca, non potevo non intervistare, nella mia rubrica dei registi emergenti, occasionalmente anche di martedì, la regista Laura Luchetti alla sua opera prima.
Laura Luchetti ha una laurea in Scienze Politiche ed un’esperienza internazionale. Ha lavorato infatti in Inghilterra e negli Stati Uniti dirigendo persino il ‘Making Of’ ufficiale del film Cold Mountain. Febbre da fieno è il suo primo lungometraggio.
Ecco cosa Laura mi ha risposto durante la nostra chiacchierata.
Laura, quanto è stata importante Roma nella tua crescita professionale e non? E quanto conta Roma per questo film?
Roma è stata importante nella mia crescita emotiva. La mia crescita professionale è avvenuta per lo più in Inghilterra e Stati Uniti. Mi piaceva ambientare questa storia a Roma perchè è la mia città che io, forse perchè ho visssuto 14 anni a Londra, vedo ancora con occhio incantato.
In tutta onestà credo però che la nostra storia non sia legata al territorio e chissà come sarebbe stato girarla in un altra città… ogni città ha una sua magia, e quello che piace fare a me è di andare a cercare questo aspetto un po’ irreale anche nei luoghi in cui giro…
Quanto ti hanno aiutato gli attori di questo film, giovani ma alcuni già con un bel pò di esperienza alle spalle?
Come ho gia detto più volte (e in questo amo ripetermi!) i miei attori mi hanno aiutato tantissimo! La loro diversità, freschezza e gioia mi hanno dato tanti spunti. Mi hanno regalato un debutto speciale, e devo a loro moltissimo.
Un film molto particolare, alcuni lo definiranno ingenuo, in realtà fatto di sentimento puro. Tu come lo definiresti o comunque come lo hai percepito una volta finito di girare e montato?
In questo film i personaggi sono tutti un pò ingenui e abbiamo tentato di di uscire un pò dal tracciato consueto di narrare certe storie… io lo definire un film che ha un punto di vista un pò spostato… anche un pò nerd se vuoi! Una storia sull’amore un pò buffa, romantica e malinconica. Questi personaggi non me li sono inventati, sono tutti più o meno persone che conosco e che mi hanno colpito per il loro modo inconsueto di affrontare la vita e stranamente si ritrovano tutti a fare un lavoro che è legato ad una maniera pura, un pò ingenua, se vuoi, di preservare il passato e i sogni…
Un film dove i piccoli fanno i grandi e i grandi fanno i piccoli. Forse dovremmo imparare gli uni dagli altri?
Penso proprio di si!! Questo è il punto!
Come ti senti a girare il tuo primo lungometraggio in Italia dopo molti lavori all’estero? Cosa pensi possa trarre il pubblico statunitense da questo film italiano low cost?
Mi piace lavorare qui, questo è il mio paese. Forse dovremmo chiedere agli Americani cosa pensano di questo film. Quello che ti posso dire io è che mi rende piena di gioia il fatto che solo negli ultimi due giorni siamo stati selezionati in concorso a due grossi festivals come PALM BEACH INtl. Film Festival e WORDFEST INTL. FILM FESTIVAL, che si vanno ad aggiungere alla serie di Festivals Americani in cui siamo in concorso (uno l’abbiamo anche vinto a New York come miglior film!!) che sono St. Louis, Sacramento, Cleveland, Atlanta…
Sono stata a delle proiezioni a St. Louis durante il Festival e la gente sembrava divertirsi molto con le mie piccole stranezze e soprattutto ridevano all’interpretazione tutta italiana dei loro grandi miti televisivi degli anni settanta! Avevano tantissime domande da fare, è stata un’accoglienza bellissima! Adesso il film è negli Stati Uniti che si gira decine di città… e devo ammetterlo… un pò lo invidio!!