Essendo stata impegnata per tutta la scorsa settimana con il BIF&ST, sospendo per una settimana la mia rubrica sui registi emergenti e lascio spazio ad una nuova doppia recensione dei nostri Pasquale Mesiano e Daniele Meloni che sono andati a vedere per cinemio Febbre da fieno, l’opera prima di Laura Luchetti con Diane Fleri, Andrea Bosca e Giulia Michelini.
Febbre da fieno
Matteo (Andrea Bosca), ragazzo romantico, non riesce a dimenticare il suo ultimo grande amore che lo ha ferito. Lavora in un negozio, il Twinkled, dove si vendono vecchi oggetti vintage e si recuperano ricordi legati a persone ormai scomparse, gestito insieme al proprietario Stefano, bambinone che vive di sogni e Franki (Giulia Michelini), una ragazza sopra le righe che sogna una storia d’ amore impossibile.
Proprio nel momento che le cose stanno andando per il verso sbagliato si affaccia nella loro vita la presenza dolce ed educata di Carlotta (Diane Fleri), una ragazza che con le sue maniere cerca di risollevare le sorti del’ attività e a conquistare quell’amore trovato per fatalità.
Pasquale: un film fatto con il cuore
Il primo lungometraggio di Laura Luchetti è certamente un film fuori dal comune. Un film dove l’amore è il protagonista. Ogni scena, ogni inquadratura è un inno alla gioia. Una Roma pervasa dal Ponentino le fa da sfondo con la Luchetti che riesce a scovare gli scorci più affascinanti di una città millenaria che in questo film rivive di nuova linfa.
Nella sceneggiatura e nello strano carattere dei personaggi s’intravede un po’ lo stile del Meraviglioso mondo di Amelie, tanto per dare un punto di riferimento cui accostare quest’opera. Anche se certamente con un suo carattere e un suo universo fatto di persone strane e affascinanti, fuori da ogni schema convenzionale, capaci di disegnare un mondo di cui ci piacerebbe far parte, anche solo per vedere che cosa si prova.
Gli attori tutti bravi, con Diane Fleri come punta di diamante e suo fratello (cinematograficamente parlando) di una tenerezza avvincente. Un po’ fiacca l’interpretazione di Andrea Bosco, non riesce a risollevare le sorti di un personaggio forse troppo disincantato già dalla sceneggiatura.
In molti definiranno questo come un film ingenuo, ma non trovo nulla di scandaloso nel vedere la vita come un sogno da vivere secondo i propri tempi e le proprie aspirazioni. È un coraggio che purtroppo ad oggi a molti manca. Un film che vi strapperà almeno un sorriso in più di un’occasione, questo è certo. Insomma un titolo che in molti ameranno e altrettanti odieranno, sicuramente fatto con il cuore, dal regista agli attori, ed è qualcosa di raro da vedere nel cinema moderno.
Daniele: un buon inizio per Laura Luchetti
La regista Laura Luchetti si cimenta dopo vari lavori che spaziano da corti a rappresentazioni teatrali, con un lungometraggio che ci regala una cornice sempre speciale data da una Roma autunnale e ben fotografata. La camera vola sui tetti della città e rappresenta al meglio questa sensazione di instabilità che il vento, in questo caso il ponentino, porta nelle vite dei protagonisti.
Anche se il film si attacca ad episodi già raccontati ampiamente dal genere commedia romantica, vede come protagonisti attori giovani come Giulia Michelini, Diane Fleri e Andrea Bosca, bravi e freschi ma a tratti non molto aiutati da una sceneggiatura un pò tirata.
Il mondo in cui si muovono i personaggi è quasi irreale: dai personaggi assurdi che popolano il negozio fino al bambino che si comporta come un uomo di mezza età, tutti sembrano usciti da un fumetto e perdono a volte la loro credibilità a causa di dialoghi un pò telefonati.
Come opera prima presenta alcuni difetti ma anche speranze per i lavori futuri della Lucchetti. Di certo, e grazie sicuramente ad un impegno finanziario anche della Disney, il film farà il giro di molti festival americani: tanta buona visibilità per un piccolo film italiano.
Leggi anche le interviste esclusive per cinemio a Laura Luchetti ed al protagonista Andrea Bosca.