I Grandi Maestri del Cinema: Ladri di biciclette

Continua la rubrica di Cinemio  seguita da Davide su I grandi Maestri del Cinema, siamo così arrivati al terzo appuntamento con Vittorio De Sica ed il film Ladri di biciclette.  Te lo ricordi? Ci pensa Cinemio a darti una rinfrescatina come al solito…

Trama

Siamo a Roma nel 1948, Antonio Ricci riesce con grande fortuna a trovare lavoro come attacchino comunale ma per poter lavorare ha bisogno della bicicletta, che però tiene imegnata al Monte della Pietà. La moglie, compiendo un atto di tragico sacrificio, rinuncia alle lenzuola per poterla riscattare.

Ad Antonio però, proprio il primo giorno di lavoro, viene rubata la bicicletta, disperato corre a denunciarne la scomparsa al commissariato di polizia.

Dopo aver capito che non avrà alcun aiuto da parte delle forze dell’ordine, inizia un disperato giro per Roma insieme a dei netturbini e a suo figlio Bruno per ritrovare la bicicletta che gli farebbe riavere il lavoro.

Analisi del Film

Ladri di biciclette è un film diretto, scritto e prodotto da Vittorio De Sica nel 1948, è una piccola storia interpretata da attori presi dalla strada e non professionisti, diventata una delle pellicole più apprezzate nella storia del cinema.

Il film è un realistico affresco della Roma del secondo dopo guerra, devastata dagli abusi del ventennio fascista, con una vita sociale sconvolta e deturpata, dove dominano le leggi di sopravvivenza del tutti contro tutti.

De Sica ha la necessità di scavare nel reale, lavorando sulla verosimiglianza di ogni personaggio e non vergognandosi di tirar fuori dai suoi attori le emozioni più immediate e genuine. Il mondo di “Ladri di Biciclette” è tragicamente folle nella disperazione di una popolazione povera e abbandonata, come nelle scene di isteria collettiva per salire in tram o nelle incredibili ammissioni di impotenza delle forze dell’ordine.

Il pellegrinaggio dei due protagonisti alla ricerca della loro bicicletta rubata, permette a De Sica, oltre che di mostrarci uno scorcio di una Roma mai così sterilmente bella, di mettere a nudo tutti i disagi che vivono i vari strati sociali della popolazione cittadina.

Il protagonista della pellicola vive un’odissea personale, che annula la sua moralità e la sua fiducia verso gli esseri umani, fino a venir sconfitto dalla realtà. Ricci è un eroe senza superpoteri che si aggrappa fino a quando può alla speranza di un’esistenza felice.

Sono sconvolgentemente coinvolgenti le intepretazione dei protagonisti della pellicola, dolcemente tromentata quella di Lamberto Maggiorani mentre carica di infantile passione quella del piccolo Enzo Staiola.

Riconoscimenti

Considerato come uno dei film più rappresentativi del movimento neorealista italiano, “Ladri di Biciclette” riuscì a far conquistare il secondo Premio Oscar a Vittorio De Sica nel 1950, dopo l’affermazione due anni prima con Sciuscià e anche il Golden Globes dello stesso anno nella medesima categoria. In patria dopo aver suscitato un’iniziale reazione negativa, la pellicola vinse ben sei Nastri D’Argento.

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