Festival: abbiamo incontrato regista e attore de “La cosa giusta” – parte 1

Come inviata di Cinemio sono riuscita ad incontrare Marco Campogiani, giovane regista esordiente, che ha girato La cosa giusta (ecco qui la recensione del film) insieme ad uno dei protagonisti Ahmed Hafiene, in occasione della proiezione nell’ambito del Festival Sguardi di cinema italiano che si sta tenendo in questi giorni a Monopoli (BA).

La distribuzione del Film

La storia della distribuzione di questo film potrei definirla una vera e propria epopea: presentato al Torino Film Festival, La cosa giusta è stato apprezzato da pubblico e giuria, primo fra tutti il suo presidente Gianni Amelio.

Marco, che ha assistito alle proiezioni, ha potuto toccar con mano l’entusiasmo del pubblico.

Marco Campogiani:

“Il riscontro di pubblico mi è sembrato positivo:
quello che più mi ha fatto piacere è stato sentire il pubblico che rideva per qualcosa che io e Giovanni de Feo (co-sceneggiatore del film, Ndr)  abbiamo scritto”.

Poi il ‘salto nel buio’:
distribuito da Cinecittà luce, il film è uscito a novembre in sole 3 sale, una a Roma (in una zona periferica), una a Milano e una a Torino.

Ovviamente, vista la poca pubblicità e la scarsissima distribuzione, il film è rimasto nelle sale per non più di una settimana ed è stato un vero peccato: si perchè, nonostante sia un’opera prima, il film denota una buona maturità del girato.

Il direttore artistico di Sguardi di Cinema Italiano Michele Suma, il regista Marco Campogiani e l'attore Ahmed Hafiene

Il direttore artistico di Sguardi di Cinema Italiano Michele Suma, il regista Marco Campogiani e l'attore Ahmed Hafiene

La fotografia

Molto bella la fotografia, che alterna scorci paesaggistici a intensi primi piani; particolare l’effetto di contrasto tra le riprese di Tunisi, dai colori caldi e intensi e quelle di Torino, bianca e fredda.

Marco Campogiani:

“Sin dall’inizio abbiamo deciso di differenziare. nello stile di fotografia, nell’uso di pellicole diverse, nel tipo di inquadrature – i due luoghi del film, Torino e Tunisi, e di fare questo in rapporto al protagonista Eugenio.

A Torino c’è un viandante che conduce le sue due ombre a percorrere luoghi spesso decentrati, marginali, anonimi, talvolta sconosciuti.
Siamo su di loro, sul loro rapporto, e quando allarghiamo ci appaiono spesso come sospesi in un ambiente, separati.

Tunisi è invece ripresa nella sua “pienezza”, in un ambiente che avvolge Khalid, che affascina Eugenio, ma nel quale finisce per perdersi ed estranearsi.”

I costumi

Particolare anche l’attenzione ai costumi dei protagonisti:

Marco Campogiani:

“con Marco e con il costumista abbiamo voluto dare l’idea di un personaggio che sembra uno spaventapasseri” ha affermato Ahmed “ha abiti che non valgono niente ma da lontano dà l’idea di un personaggio ‘pericoloso’.

Khalid ha perso tutto dopo la prigionia, ha provato a rifarsi una vita ma ha molta difficoltà, nonostante la sua colpa sia solo frutto di un sospetto. Lui è una vittima, divorato dai pregiudizi legati alla sua terra, trattato come terrorista per principio, obbligato a portare questa etichetta sulle spalle”.

Prima di concludere la prima parte dell’intervista ecco una sorpresa per i lettori di Cinemio direttamente dal regista Marco Campogiani:

un saluto da Marco Campogiani ai lettori di Cinemio

un saluto da Marco Campogiani ai lettori di Cinemio

Per conoscere i dettagli sulla sceneggiatura ed i personaggi del film leggi la seconda parte dell’articolo.

photo credits: Dario Cazzorla/ M&C per Sguardi di cinema italiano

5 Comments

  1. Massimo Balducci
  2. antonella molinaro

Leave a Reply