Registi emergenti: ‘Men Rapist’ di Giuseppe Piva

Dopo aver ascoltato la sua intervista all’interno dell’ultimo podcast, ecco l’intervista integrale al regista Giuseppe Piva, autore di Men Rapist, una serie pulp in 6 episodi, di cui ci presenta il primo episodio.

Giuseppe Piva ha 35 anni e lavora a Piacenza. Ha frequentato la scuola di cinema di Marco Bellocchio e ha girato nel 2002 i cortometraggi Body Art e Hot Dogs. Da 6 anni lavora come regista e produttore televisivo e attualmente sta curando la produzione di Men Rapist, la serie di cui ci parla in questo articolo.

L’intervista al regista Giuseppe Piva

Qui puoi ascoltare o scaricare l’intervista audio che è stata inserita anche all’interno del nostro podcast del 17 maggio

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Qui di seguito invece alcuni approfondimenti sul film che abbiamo chiesto al regista

Giuseppe, vuoi parlarci nel dettaglio di Men Rapist?

Men Rapist è un progetto che nasce con l’idea di creare un cortometraggio in cui raccontare in chiave pulp le situazioni di violenza quotidiane e soprattutto di violenza contro le donne. Già dalla prima stesura, che mi ha proposto Giosuè Cremonesi, autore e sceneggiatore, ci siamo accorti che i nostri personaggi avevano ancora molto da raccontare. Da qui l’idea di trasformare Men Rapist in una mini-serie di 6 episodi.

Sviluppando le idee e sacrificando una certa mentalità accademica, ci siamo resi conto che le storie che non abbiamo raccontato in questo primo episodio gridano per essere raccontate, e la percezione – a lavoro chiuso – che abbiamo avuto riguardando il prodotto è stata proprio questa.

E’ un progetto low budget ma credo di essere riuscito, insieme alla troupe composta da professionisti di alto livello, a realizzare un film di buona qualità. Forse non un genere per tutti, ma questo lo sapevamo già. Credo proprio che sia uno di quei film che o si odia o si ama, non c’è via di mezzo.

Com’è nata l’idea di men Rapist? E come si è sviluppata?

Men Rapist è un progetto nato da un’idea mia e Andrea Bernini circa 10 anni fa ma che ha preso concretezza solo dopo aver incontrato quel genio di Giosuè Cremonesi, autore di parecchi racconti e di alcune sceneggiature avvenuto a febbraio del 2011. Insieme abbiamo sviluppato la sceneggiatura, grazie anche al prezioso aiuto di Marcello Marchesini, aiuto regia fondamentale per qualsiasi mio lavoro, e a luglio abbiamo organizzato un casting tramite vari siti internet specializzati.

Con estrema sorpresa sono arrivate oltre 200 richieste da attori di tutta Italia. Nonostante avessimo specificato che la produzione non poteva permettersi budget consistenti. Così in 2 giorni veramente intensi ma ben organizzati abbiamo scelto i 5 attori che compongono il nostro Men Rapist.

Le riprese sono iniziate a settembre 2011. Sono stati giorni veramente durissimi, siamo arrivati a girare per 16-17 ore consecutive. La parte audio e di sound design è stata curata da Giovanni Guagnini. Per quanto riguarda le musiche sono state composte da Alex Harris, ragazzo americano di Huston che si è subito appassionato al genere. Il main theme è opera del gruppo hardcore Haulin’ Ass.

Il vero protagonista della serie é il Men Rapist, potente e spietato braccio della diabolica mente di Angelica, donna che si fa carico in modo velato e mai esplicito della vendetta per tutte quelle donne che non hanno potuto farlo.. dorata occasione di riscatto per il sesso “debole”… che poi così debole non é…

Un tentativo di trattare un così delicato tema, purtroppo sempre attuale, in modo scenografico, alternativo e… di effetto… per una sicura ricezione di un messaggio importante…

La serie Men Rapist è un atto dovuto verso le donne. Sono storie di violenza quotidiana. Violenza domestica, violenza sul lavoro, violenza psicologica o sessuale. Abbiamo provato e voluto immaginare tutto questo in una chiave leggermente diversa e se vogliamo ancora più spietata. Abbiamo dato alla vendetta femminile un volto e un corpo. Abbiamo concentrato la forza delle donne in un solo personaggio.

Vuoi parlarci nel dettaglio dei personaggi principali?

Adamo è un attore/regista di infima serie, ha girato l’Europa per la sua professione. Rientrato in Italia per debiti si muove come al suo solito, da lupo solitario. Ha un paio di attività (bar e società di scommesse) che gli permettono di tirare a campare, ma vive sul filo del rasoio per non avere capacità gestionale, e per la scarsa fiducia che ripone nei collaboratori.

È abituato al comando, a farsi obbedire, cerca di circondarsi di gregari che ne temono l’aggressività. È una persona confusa e disordinata, estremamente aggressiva – nonostante questa sua indole, cerca di mascherare il suo disprezzo per il prossimo con una sorta di machismo signorile ormai fuori moda. Modula la voce per avere un tono caldo e sensuale, sempre. Cerca di fare colpo millantando un self control che non gli appartiene.

Ama indossare gioielli e anelli, catenine d’oro. Si irrora di acqua di colonia, che unita al fumo delle sigarette che consuma assiduamente, crea un alone di odore molto pesante. Giocherella con qualsiasi oggetto gli viene a portata di mano.

Michael è un commesso in un negozio di bricolage. Ha sempre cercato di piegare le circostanze a suo favore: nonostante la modestia dell’impiego, si ritrova sposato con una ragazza ricca che mantiene la sua vita debosciata. Si è sempre mosso solo per sé stesso, non ha altri dogmi nella vita. Il suo egoismo l’ha portato, in gioventù, a derubare la sua famiglia, piuttosto agiata. Il padre per questo motivo l’ha cacciato di casa molto giovane.

Non vuole responsabilità di nessun tipo, per nessuna ragione. Non vuole figli, non vuole impegnarsi in niente che non sia a breve termine. Ruba costantemente attrezzi e oggetti dal negozio, per riempire le sue cassette degli attrezzi (che non usa mai). La sua valvola di sfogo, per sfoggiare una virilità che sente sotterrata nei confronti della vita reale, è la moglie. Con lei se la prende per ogni minima questione, sfuriando e picchiandola. Non le serve a niente altro che a mantenerlo.

Eva è una ragazza che per racimolare qualche soldo si presta al provino per un film di bassa lega di Adamo.

Sofia è la moglie di Michael, che subisce uno sfogo di rabbia del marito, per poi riuscire a fuggire e rincasare a tarda notte e trovare… l’effetto della Vendicatrice.

Angelica è un essere quasi onirico, che sembra aver subito qualcosa in passato, ma non rivela nulla. La si vede una volta sola, in chiusura del film.

Ed ora, per incuriosire il lettore, ecco la prima puntata di Men Rapist

Men Rapist: la recensione di Francesca Barile

E’ decisamente a tinte forti il primo episodio di MEN RAPIST, una serie pulp che si occupa di violenza metropolitana partendo dalla violenza alle donne. Ritmo un po’ lento e scene al limite del lecito (un esempio è il nudo integrale di uno dei protagonisti) il pulp è tinto di giallo e di ambiguità perché solo alla fine tutti i nodi vengono al pettine e si svela il mistero con una punta di ironia che fa molto Quentin Tarantino.

La trama è narrata con uno schema à rebours anche perché quanto accade a inizio film è in medias res e solo le caselle dei vari flashback aiutano la comprensione della vicenda. Ambienti curati, ottima fotografia e buone riprese mostrano lo sforzo teso a produrre un lavoro di qualità nonostante il budget limitato. Bravi anche gli attori che hanno la “faccia giusta”. La camera si sofferma sui particolari, giocando molto sui primi piani.

Perversioni, violenza gratuità, alienazione metropolitana sono gli ingredienti dell’episodio che verte su due uomini e due donne che si trovano per i casi della vita a incrociare le loro esistenze nell’arco breve di una giornata e in particolare di una notte da sempre assurta a simbolo delle follie e dei “dark sides” cittadini.

Interessante, in attesa di sviluppi ma for adults only.

Il regista Giuseppe Piva

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