Registi emergenti: ‘Te la ricordi Francesca Lupo?’ di Giacomo Rebuzzi

Te la ricordi Francesca Lupo? è un intenso cortometraggio che tratta il delicatissimo tema della violenza sulle donne. Ne parliamo con il suo giovane regista, Giacomo Rebuzzi.

Nato a Brescia nel 1983, Giacomo Rebuzzi comicia a lavorare presto come proiezionista coltivando la passione per il cinema. Nel 2007 si è laureato al DAMS e nel 2008 in Media Education. Trasferitosi a Roma, lavora come assistente operatore, direttore della fotografia o aiuto regia, su set cinematografici. Te la ricordi Francesca Lupo? è il suo primo cortometraggio da regista.

Te la ricordi Francesca Lupo

Amalia (Cinzia Mascoli) e Rossella (Patrizia Loreti) sono amiche ma non hanno mai il tempo di fermarsi a chiacchierare insieme. Finalmente un giorno riescono a farlo ma Rossella, presa dai problemi di tutti i giorni, non riesce ad accorgersi che Amalia nasconde gelosamente un triste segreto: la violenza domestica del marito (Pietro De Silva).

In poco più di 10 minuti Giacomo Rebuzzi riesce ad esprimere, in questo interessante cortometraggio, la sofferenza e la vergogna di chi subisce violenza dalla persona amata e nel contempo l’indifferenza, ma anche la difficoltà, di chi è fuori dalle mura domestiche, di comprenderne il disagio.

Straordinaria la protagonista Cinzia Mascoli, molto intensa nell’esprimere, semplicemente con gli occhi, la sofferenza di non poter raccontare il suo terribile segreto. Ma bravi anche Pietro De Silva (già visto in Oggi gira così di Sydney Sibilia), marito oscillante tra momenti di cieca violenza e momenti di pentimento, probabilmente sincero, e Patrizia Loreti, amica logorroica che non si accorge di nulla, nella quale però non è difficile immedesimarsi vista la frenesia con la quale ognuno di noi affronta la vita.

Le domande al regista

Te la ricordi Francesca Lupo? racconta il delicato tema della violenza sulle donne (la sceneggiatura è di Giuseppe G. Stasi). Come è nata l’idea del corto?

L’idea di questo corto è nata dalla lettura casuale di alcuni opuscoli, stampati da alcune delle Case delle Donne in Italia, in cui ho scoperto per la prima volta i dati della violenza sulle donne in Italia e in Europa: dei dati che hanno dell’incredibile (alcuni di questi sono riportati alla fine del corto) e che mi hanno lasciato con la domanda “com’è possibile che una cosa di proporzioni così gigantesche sia conosciuta così poco?“.

E’ quindi seguito un periodo di ricerche allo scopo di poter realizzare una storia che restituisse il più possibile questo panorama di violenze, che va dalle più sottili e psicologiche a quelle fisiche (che culminano spesso nell’omicidio). E’ nato quindi il soggetto di questo corto, che firmo a quattro mani insieme a Jessica Cavallo; per realizzare la sceneggiatura vera e propria ci siamo affidati a Giuseppe Stasi (regista di Inception made in Italy n.d.r.), che ha dato vita e concretezza a Francesca Lupo e agli altri personaggi.

La protagonista Cinzia Mascoli

Come sei arrivato alla scelta di attori come Cinzia Mascoli, Pietro De Silva e Patrizia Loreti? E com’è stato lavorare con loro?

Io e Jessica Cavallo, che ha curato anche l’organizzazione e la produzione esecutiva, abbiamo pensato che fosse importante affidare questi personaggi delicati ad attori che avessero le capacità e l’esperienza per poterli concretizzare sullo schermo in modo efficace. Abbiamo quindi deciso di proporre questa storia a Cinzia, Pietro e Patrizia, che hanno aderito con entusiasmo, regalando al corto delle interpretazioni bellissime.

Cinzia è riuscita a dare al suo personaggio una sofferenza muta, rinchiusa, che cerca con paura ed esitazione un appoggio nel mondo esterno, senza riuscire a trovarlo, senza trovare comprensione o ascolto. Credo che sia riuscita a trasmettere un profondo senso di solitudine e desolazione e prigionia. Insieme a Pietro hanno creato nelle scene domestiche una tensione che, penso, riesca davvero ad agghiacciare.

Abbiamo cercato di immedesimare lo spettatore il più possibile in Amalia, il personaggio di Cinzia Mascoli, perchè vivesse con i suoi occhi la paura e le urla… il timbro di voce di Pietro, il nervosismo a fior di pelle con cui si rapporta a lei, tiene chi guarda sempre sul filo di una violenza che sembra pronta ad assumere in qualsiasi momento una forma concreta e fisica.

Al di fuori della prigione domestica, Amalia incontra Rossella, il personaggio interpretato da Patrizia Loreti. Molte persone vedendo il corto trovano che il personaggio di Patrizia sia irritante, nel suo interrompere e non ascoltare, nel suo parlare a fiume, e credo che questa irritazione che provoca renda merito all’interpretazione di entrambe: sono riuscite a trasmettere da una parte (quella di Amalia) l’urgenza di aprire un canale di comunicazione, e confidare anche solo una parte di una profonda e logorante sofferenza.

Pietro De Silva e Cinzia Mascoli

Dall’altra parte però, questa urgenza si trova di fronte alla quotidianità frettolosa e distratta di un’amica che è più attenta ai piccoli problemi della sua giornata che a prestare davvero ascolto: da qui l’irritazione di fronte al suo personaggio. Patrizia, pur portando in scena un’amica e una  possibile spalla, è riuscita a creare invece un altro muro, dal quale Amalia si ritrova ancora una volta rinchiusa.

Sono stati tutti e tre straordinari nell’interpretare e nel creare sfumature che rendono i loro personaggi reali. E’ stata una grande opportunità poter lavorare con loro, la loro esperienza e disponibilità è stata fondamentale.

Com’è andata la fase di preparazione del corto? Ci sono degli aneddoti che ti va di raccontare?

Girare un cortometraggio è sempre uno sforzo molto grosso per tutti, per gli orari interminabili e per la totale assenza di fondi, e questo corto non fa eccezione! Più che aneddoti ne vorrei approfittare per ringraziare tutte le persone che ci sono nei titoli: il loro lavoro ha permesso a “Francesca Lupo” di esistere, e ha permesso di essere qui a parlare di qualcosa, quindi davvero un grazie sincero a tutti loro!

Cinzia Mascoli e Patrizia Loreti

Qual è stato il riscontro di pubblico che ha ottenuto il corto, considerato anche la delicatezza del tema trattato?

Con nostro grande piacere ha ricevuto diversi riconoscimenti: Cinzia Mascoli è stata riconosciuta come miglior attrice all’AIFF di Acquedolci e a Ravello, dove anche Pietro De Silva ha ottenuto il premio come miglior attore; è stata poi premiata la sceneggiatura di Giuseppe Stasi al cortoXX di Roma, e al festival di Monteparano ha vinto come miglior corto.

Infine un’importante menzione speciale al Tropea film festival nella sezione sponsorizzata dalla Provincia di Roma, dalla Regione Calabria e dalle istituzioni Differenza Donna, Attivamente Coinvolte e Solidea.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Trovo che il cortometraggio sia un tipo di opera molto sincera, che viene realmente da un senso di urgenza di chi lo produce; per questo dopo ‘Francesca Lupo’ ho collaborato alla realizzazione di altri progetti come questo, e spero di poter continuare a farlo.

Il regista Giacomo Rebuzzi

Nuovo riconoscimento

E’ notizia di poche ore fa che Cinzia Mascoli ha ricevuto il premio come migliore attrice all’Asti Film Festival, terzo riconoscimento che l’attrice ottiene per questo corto.

Prima di concludere ringrazio Giacomo Rebuzzi e mi auguro di ritrovarlo presto nella mia rubrica per parlare di un suo nuovo progetto.

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