Premetto di non aver letto il libro e quindi non sono in grado di fare un confronto; so solo che in genere sono rarissimi i casi in cui il film supera il libro…
Ho letto diversi libri di Ammaniti e so l’ambiente desolato, nero e a volte angosciante ma assolutamente affascinante nel quale ambienta le sue storie e devo dire che, anche se il film è sempre un interpretazione del libro, Salvatores è riuscito benissimo a farlo emergere.
A me questo film è piaciuto parecchio, infatti credo che leggerò subito il libro (si lo so avrebbe dovuto essere il contrario, ma questa volta è andata così) e nel momento in cui il libro ti da la curiosità e la voglia di leggere un libro credo proprio che abbia ottenuto un buon risultato.
Le potenzialità del film: il rapporto padre-figlio.
Trovo particolarmente interessante il rapporto tra Rino un padre alcolizzato, disoccupato e razzista e suo figlio Cristiano, piuttosto timido, isolato dai compagni e ridicolizzato dalle compagne di classe. Il film racconta ed analizza in un certo senso il loro rapporto che si intreccia con quello di Quattro Formaggi, amico di Rino rimasto praticamente invalido e solo a seguito di un infortunio sul lavoro.
I risvolti positivi della storia.
Questa storia mi avrebbe far potuto venire un senso di desolazione, tristezza e oscurità, invece nonostante la durezza mette comuque una speranza ed approfondisce questione che a molti piacerebbe non affrontare. Certo non si esce dalla sala “contenti di vivere” ma con tanto senso di consapevolezza verso tematiche come quella degli infortuni sul lavoro, della malattia mentale, delle difficoltà di vivere per una persona con problemi, del lavoro.
Salvatores non ci risparmia nulla e affronta tutte le tematiche più dure come quella della violenza sessuale, ma senza ipocrisie ed in una luce tale che sembra tutto molto realistico, quasi che fosse una storia vera; nello stesso tempo però inserisce anche dei personaggi positivi come quello dell’assistente sociale… e nonostante tutte le difficoltà, i problemi quello che emerge è un grande amore tra padre e figlio.
Qualità del film e scarse risorse.
E’ un film italiano, nel senso che si vede chiaramente che è fatto con un budget piuttosto basso, gli attori sono essenzialmente tre ma questo contribuisce ancora di più a rendere l’atmosfera ancora più cupa.
Una menzione particolare va ad Elio Germano, con una interpretazione veramente spettacolare è riuscito a far emergere un personaggio fondamentalmente con problemi psichici piuttosto seri ma che alla fine non ce la fa a reggere ed il senso di colpa lo travolge definitivamente.
Certo, se hai voglia di distrarti non andare a vederlo, ma nel momento in cui lo farai capirai che ti saresti perso qualcosa non andandoci.
@Paola: effettivamente il film vale davvero la pena di essere visto.
Tra l’altro, oltre ad essere un ottimo film, questo lavoro dimostra come non ci siano bisogno di grosse somme di denaro per creare dei progetti interessanti.
Ho apprezzato anch’io molto le doti artistiche di Elio Germano, che nonostante la sua giovane età, mi sembra ormai un attore di qualità e di cui possiamo andare fieri, anche all’estero.
La tradizione dei film italiani di qualità non si smentisce di certo con questo film.
Mi dispiace solo che vengano spesi enormi quantità di denaro per pubblicizzare scadenti film di Natale, mentre i lavori che dovrebbero essere distintivi anche a livello internazionale, non hanno i fondi necessari per poter emergere.
@mirko: sai una cosa, ogni anno rimango sconvolta da un “fenomeno sociale” si potrebbe proprio chiamare così, l’enorme quantità di persone che durante l’anno non vanno mai al cinema e aspettano con ansia il “cinepanettone”.
La cosa che mi sconvolge è come si faccia a ridere in questi film; con questo non mi ritengo l’intellettuale della situazione, ma dico soltanto che una volta visto questo tipo di film e forse dopo aver riso la prima volta, come si fa tutti gli anni a rivedere la stessa “pappa”?
Proprio non riesco a capirlo, ma ritengo di essere una delle poche visti già gli ottimi incassi di Natale a Rio già ora.
Sicuramente è molto più pubblicizzato e lanciato di altri film e questo contribuisce parecchio a spingere le persone a muoversi…mah…
@Paola: non posso che essere d’accordo con te ;).
L’unico lato positivo è che almeno questi incassi fanno si che il cinema italiano rimanga a galla, anche se i soldi vanno solo verso determinati fronti.
Cerco di essere ottimista ;).
Altra cosa importante: non credo che siamo solo noi a vedere dei film che non siano cinepanettoni.
Chi ha voglia di non seguire la massa, e preferisce scegliere con la propria testa e non con quello che ti viene inculcato tramite pubblicità, è ancora un diritto che non ci hanno tolto ;).
Quindi anche grazie al web possiamo informarci, cercare, capire, conoscere la storia del film, attori protagonisti, biografie, registi etc.
Possiamo quindi usare il web come motore di ricerca a vanzato per conoscere tutto ciò che ci interessa sul cinema.
perchè non mi è piaciuto per niente?
Forse perchè avevo letto il libro e nel film
non c’è nulla dell’ironia e del grottesco che Ammaniti
infila nelle sue pagine…
@Alex: grazie per aver espresso il tuo parere, non avendo letto il libro non saprei risponderti e quindi apprezzo il tuo punto divista sul film.
Se vuoi puoi anche offrire ai lettori di cinemio una recensione del libro correlato al film, che potrebbe essere di stimolo per acquistarlo e leggerlo, per fare un paragone con il corrispettivo cinematigrafico ;).
grazie.