“Sicario” di Denis Villeneuve

Sicario diretto da Denis Villeneuve, il drammatico (fino allo sfinimento) thriller scritto dal texano Taylor Sheridan, che si addentra nel groviglio di intrighi, corruzione e degrado morale della guerra al traffico di droga al confine tra Messico e Stati Uniti.

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“SICARIO” avremmo apprezzato meno dramma morale

Scritto da Sara Sonia Acquaviva di @Percorsi Up Arte

Sicario si svolge sulla frastagliata linea di confine tra Messico e Stati Uniti, assediata da grandi problemi come droga, terrorismo, immigrazione illegale, corruzione e un incremento incontrollato e smisurato del crimine che terrorizza e uccide chi vive nelle zone limitrofe.
Ed è qui che viene catapultata Kate (Emily Blunt), un’agente dell’FBI che crede fermamente nella giustizia e nella legge. Inserita dal suo responsabile (Josh Brolin) in una task force d’elite del governo guidata da Alejandro, un enigmatico consulente di origine colombiana (Benicio Del Toro), Kate inizierà un turbolento e pericoloso viaggio che la farà dubitare in tutto ciò in cui crede.

Da una parte c’è l'”America buona e giusta”, ligia al proprio dovere e rigida quanto basta per “scalfire appena la superficie”, dall’altra una guerra che non ha regole, in una terra gestita dai signori della droga che sequestrano e uccidono a loro piacimento. Superando il confine fisico (tra i due Paesi) e morale, in cui giusto e sbagliato si confondono, Sicario diventa una denuncia sui metodi poco ortodossi e il potere sconfinato di chi, protetto dalla “bella faccia” dell’America, giustifica ogni mezzo pur di salvaguardare la propria egemonia e portare la criminalità ad un livello di possibile controllo. La faccia buona degli Stati Uniti è rappresentata da Kate, raffigurata come una donna forte che ricorda inizialmente il personaggio di Maya in Zero Dark Thirtypronta a sacrificare la sua vita in nome del suo lavoro e sola in un mondo comandato da uomini che vedono nella violenza bruta l’unica possibile soluzione. Al contrario di Maya però, il personaggio Kate non reagisce; non prende il comando, non ha parte attiva all’interno della storia. Si limita a protestare debolmente diventando un  intralcio allo svolgimento dell’operazione e vivendo un dramma etico tutto suo che dalla poltrona viene quasi voglia di dire “togliti di mezzo che mi rovini la scena” o meglio; “non sei un lupo, non correre con i lupi” (come le suggerirà Alejandro alla fine del film).

Oltre al personaggio femminile, anche i personaggi maschili (a parte Alejandro, che ormai è il nostro preferito), non subiscono alcuna evoluzione restando uguali a sé stessi per tutto il film come nel caso di Matt (Josh Brolin), convinto che il fine giustifichi ogni mezzo, o, nei casi peggiori a volte “entrando in scena” facendoci chiedere perché? come nel caso del partner di Kate che si intromette in una missione da cui lo sceneggiatore sembrava averlo escluso già dall’inizio.

L’intero svolgimento del film risulta confuso tanto quanto la protagonista. A tratti si intravedono e percepiscono idee e immagini forti, cruente, che potrebbero alzare il ritmo dell’intera vicenda e darle un carattere definito, se sostenute, ma purtroppo sono solo fegatelli sullo sfondo, inquadrati anche troppo a lungo.

Sicario è nei cinema dal 24 settembre e dura 121′. Di bello, oltre al gusto personale, c’è Benicio del Toro e una discreta fotografia. Buona visione.

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