Registi emergenti: ‘Carlo e Clara’ di Giulio Mastromauro

E’ con molto piacere che ritroviamo oggi ospite di questa rubrica il regista Giulio Mastromauro che mi ha ancora una volta colpito e fatto innamorare dei suoi cortometraggi. Oggi ci parla di Carlo e Clara, il suo ultimo cortometraggio selezionato in molti festival nazionali ed internazionali e vincitore di numerosi premi.

Carlo e Clara

Una coppia di anziani è in una strana sala d’attesa: a breve infatti ritorneranno, reincarnati, sulla terra. Ma Clara questa volta è preoccupata: vale la pena affrontare di nuovo questo dolore? Dirsi addio e ricominciare? Carlo, con il suo amore e le sue parole, la rassicura: “mi cercherai anche stavolta?”. “Non avrò pace, ovunque sarai”. Bastano questo a darle coraggio ed i due si incamminano verso una nuova vita…

Con il suo ultimo cortometraggio, Carlo e Clara, Giulio Mastromauro conferma una maturità ed una sensibilità fuori dal comune portando in scena una storia di amore che va oltre la vita. Molto intense le interpretazioni dei due protagonisti che, unite all’originalità della scelta di inserire una parte animata, contribuiscono a dare poesia ad un racconto ben scritto e ben girato che trasporta e commuove. A rafforzare l’idea di un prodotto di alto livello e professionalità, l’ottima concertazione di fotografia, montaggio e musica. Assolutamente da non perdere.

Le domande al regista

Ciao Giulio bentornato su cinemio. Innanzitutto parliamo di soggetto e sceneggiatura, entrambi tuoi. Come sei arrivato all’idea del corto?

Domanda difficilissima. Diciamo che a volte sono le idee che vengono da te e non viceversa. Ti basta solo assecondare le emozioni del momento. Con Carlo e Clara volevo urlare a gran voce alla gente di tornare a stupirsi della vita e gioire di ogni singolo istante. Il corto parla di rinascita, in un momento storico in cui tutti noi ci sentiamo un tantino vittime impaurite del futuro e del domani. Ne ho parlato con i ragazzi della ZEN prima e con Girolamo Samarelli di Digressione poi, e il risultato è stato una collaborazione direi riuscitissima.

Sul set del corto

Protagonisti del corto sono i due attori Franco Giacobini e Angela Goodwin. Vuoi raccontarci come sei arrivato a loro e com’è stato il lavoro con loro sul set?

L’incontro con Franco e Angela è stato del tutto casuale, all’Isola del Cinema. Mai avrei pensato che accettassero, vista l’età e le condizioni di salute. E invece una mattina ricevo la telefonata di Franco che mi urla al telefono che sono un poeta e che la storia è bellissima. E chi se la scorda quella telefonata… avrei voluto registrarla! Sul set poi rimasi incantato dalla loro professionalità e umiltà. Ascoltavano tutte le mie indicazioni senza battere ciglio, sentivo da parte loro una grande fiducia e stima. Una dedizione e un’attenzione totale nei miei confronti e nei confronti di tutti i giovani professionisti impegnati sul set.

I protagonisti Franco Giacobini e Angela Goodwin

Per la prima volta un tuo cortometraggio contiene una parte di animazione che è forse il fulcro di tutta la storia. Come mai questa scelta? E come hai impostato il lavoro con Maria Cascella e Gabriella Carofiglio che l’hanno curata?

Sono figlio degli anni 80 quindi direi che sono cresciuto a pane e cartoni animati. A volte mi sorprende la semplicità e l’immediatezza con cui arrivano “dritti al sodo” e ti permettono davvero di esprimere la tua creatività senza limiti strutturali. Nel mio caso volevo che, come un sogno a occhi chiusi, il disegno fosse astratto e indefinibile e senza colori al di fuori del bianco e del nero. Ne ho parlato con Maria e Gabriella e devo dire che c’è stata grande sintonia e voglia di mettersi in gioco da parte di entrambe. Loro sono state bravissime nel dare forma e bellezza a tutte le mie, diciamo così, “visioni”, mentre per me è stato un grande esercizio di direzione artistica.

Sul set del corto

Nei tuoi cortometraggi c’è sempre molta attenzione a fotografia (con il bravissimo e fedelissimo Dario Di Mella) e musica. Vuoi raccontarci qualche dettaglio su questi due aspetti?

Dario è stato la mia scuola di cinema. Insieme a lui (e ad Alessandro Porzio) ho imparato a fare cinema quindi devo molto di quello che sono a loro. La fotografia in questo corto impreziosisce decisamente la storia e il bianco e nero rafforza la situazione e valorizza la recitazione degli attori, i costumi e le scenografie. Credo che Dario sia molto felice del risultato finale. Per le musiche, la scelta è ricaduta su “L’estro Armonico” di Vivaldi rivisitato in parte dal compositore barese Giovanni Chiapparino. Nel finale del corto poi, a chiudere il cerchio, c’è un inedito di Lucio Dalla, Il coraggio di volerti bene, un vero e proprio colpo di fulmine e di fortuna. Il testo, scritto da Dalla anni fa sulle note del concerto 6 opera 3 dell’Estro armonico, parla di un uomo e una donna che, seduti su una panchina l’uno accanto all’altra, si giurano amore e si chiedono se oltre questa vita ci sarà una nuova vita per amarsi. Ora, non ti sembra sia a grandi linee la storia del corto?

Sul set del corto

Carlo e Clara ha già partecipato a numerosi festival e vinto molti premi. Qual è stato il riscontro di pubblico e critica che hai ricevuto?

Sono davvero felicissimo dei consensi che sta raccogliendo, di pubblico e di critica. Ma, devo essere onesto, mai avrei pensato che il corto piacesse così tanto in America. La selezione all’Heartland Film Festival non è proprio roba da tutti i giorni, in quel festival ci sono gli emissari dell’Academy… Per giunta alcune compagnie americane ci stanno corteggiando da alcune settimane per acquisire i diritti di Carlo e Clara negli USA. Sai, la componente fortuna conta tanto, ma poi quando raggiungi certi risultati ti convinci pian piano che forse hai fatto un buon lavoro, e questo ti dà forza e coraggio per andare avanti in questa difficile professione.

C’è un’esperienza che ti è rimasta più nel cuore?

Carlo e Clara è stata di per sé un’esperienza indimenticabile, perché a fare la differenza è stato il collettivo. Su tutti i set della ZEN poi si respira allegria e gioia nel fare cinema, pur nelle difficoltà ma sempre stretti gli uni con gli altri. In questo caso di ricordi belli ce ne sono tantissimi e non basterebbe un’intervista per raccontare tutti gli aneddoti legati alla preparazione, al set e alla post produzione. A livello personale ti direi forse il momento il cui, prima di girare l’ultima scena del corto, ho preso in braccio uno dei neonati. E’ difficile da spiegare ma in quel momento ho avuto la strana sensazione che di lì a poco sarei diventato papà

Sul set del corto

E ora uno sguardo al futuro. Già pronto per un nuovo progetto? Magari un po’ più lungo…

Parlare di lungo è prematuro. Voglio fare le cose con calma e bene. E poi ho ancora tanta voglia di “studiare”, di sperimentare e soprattutto di conoscermi meglio come artista. Adesso devo rimboccarmi le maniche e andare avanti per la mia strada. Ho tre progetti molto belli in cantiere come regista, anche se forse il mio progetto più grande si chiama ZEN.movie…

Il regista Giulio Mastromauro

Ringrazio di cuore il regista Giulio Mastromauro facendogli un grosso in bocca al lupo per il suo futuro da regista…e da papà 🙂

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