Ha appena ricevuto il Gran Premio 2010 per la sezione Controcampo Italiano alla 67ma Mostra del Cinema di Venezia. E’ Aureliano Amadei, il regista del film “20 sigarette”, interpretato da Vinicio Marchioni (che ha ricevuto una menzione speciale) e Carolina Crescentini.
La prossima settimana, precisamente martedì 14 settembre, potrete leggerne la mia personale recensione qui su Cinemio ma intanto prepariamoci insieme alla visione della pellicola, ponendoci una semplice domanda: “perché vederlo?”.
Il film è tratto dal libro “20 sigarette a Nassiriya“, scritto dallo stesso Amadei assieme a Francesco Trento; dalle pagine del libro arriva quindi sul grande schermo la guerra, una guerra di cui non conosciamo niente, di cui possiamo sapere ben poco, e solo il poco che ci vogliono far sapere. Amadei, civile sopravvissuto alla strage, era lì; lui ha visto, ha vissuto quei momenti e ha deciso di raccontarli, di farci aprire gli occhi su qualcosa che spesso viene reso volontariamente invisibile.
Durante la conferenza stampa Amadei parla appunto di “guerre invisibili”, e parla dei soldati chiamandoli “esseri umani”, non eroi; parla buttando via la retorica, superando ogni ipocrita cliché.
Gli attori stessi hanno contribuito a raccontare questa realtà con un grande senso di responsabilità. Del resto la giuria ha motivato così la menzione speciale a Vinicio Marchioni: “per la prova d’attore con cui permette allo spettatore di vivere in prima persona la complessità emotiva della vicenda narrata, attraverso la combinazione di istinto e tecnica“.
E allora viviamo in prima persona questa vicenda, assumendoci la responsabilità di questa visione. La responsabilità, soprattutto, di sapere; la responsabilità della verità.