Si è appena conclusa la 31esima edizione del Trieste Film Festival all’insegna dell’altissima qualità dei film proposti, sia in gara che non.
di Cristiano Salmaso
Pellicole che come da tradizione provengono tutte dal centro/est Europa e che hanno forti legami con le vicende storiche attraversate dai paesi dell’area in questione. Un cinema cosiddetto del reale più di ogni altro, che sovente si dichiara esso stesso ispirato da fatti realmente accaduti.
Trieste Film Festival: i vincitori
E’ il film bulgaro Bashtata (Il padre) ad assicurarsi il premio del pubblico e vincere il festival nella categoria lungometraggi mentre vincitore nella categoria documentari è L’euforia dell’esistenza dell’ungherese Reka Szabò.
Storie tutte in continuo movimento, dove l’andare altrove è dettato spesso da ragioni economiche, ma diventa al contempo uno sorta di stato d’animo permanente. Film che badano al sodo perché nati in un contesto socio politico sicuramente più difficile e spesso sanguinoso (pensiamo ad esempio alle guerre jugoslave) di quello di altre parti d’Europa.
Il peso della storia recente si sente anche quando i registi parlano di tutt’altro – come fanno spesso – e la politica entra sempre nei film, anche se dalla porta di servizio; i temi dell’immigrazione, delle separazioni nelle famiglie, della povertà, vengono spesso affrontati con umorismo cinico e fatalista che ride in faccia alle crudeltà della vita. Ma è sempre un riso molto amaro, ovviamente.
Stessa sorte anche quando vengono tirate in ballo altre tematiche: la religione ed i suoi spesso labili confini con la superstizione, la figura della donna e il “dovere” della maternità, il rispetto della giustizia – anche in senso lato – ed il ruolo della polizia. Alcune immagini ricorrenti: zaini, documenti, cellulari, gratta e vinci, pistole, Madonne, mazzi di carte, strade innevate, palazzi in rovina, zone di confine…tutto questo e molto altro ancora è dentro agli undici film in gara al Trieste Film Festival, che troverete nella carrellata del prossimo articolo.
Nella sezione Eventi speciali presenti due autori affermati, non in gara: apre il festival senza il botto annunciato La vita nascosta di Terrence Malick: un film che osserva la nuvola nera del nazismo profilarsi all’orizzonte, per arrivare ad oscurare anche una piccola comunità rurale sulle montagne austriache. Il regista prova a volare alto credendosi pilota provetto ma poi perde quota, portando il film su rotte più commerciali tracciate già tante altre volte, spesso meglio.
Chiude ufficiosamente La gomera (The whistler), ultimo lavoro di Corneliu Porumboiu, una delle punte della nouvelle vague rumena; un cocktail di generi sospeso tra lo sfoggio di bravura fine a se stesso e il film di gran classe: intrigante, visivamente notevole, originale a tutti i costi.