Dove cadono le ombre

#Venezia74: Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini

#Venezia74: All’interno della Giornata degli Autori è stato presentato l’opera prima della regista Valentina Pedicini che, in Dove cadono le ombre, tenta di raccontare di un genocidio avvenuto in Svizzera attraverso i ricordi di una delle vittime, Mariella Mehr.

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Dove cadono le ombre

La Pedicini dimostra subito mano ferma e lucidità nel tessere una struttura narrativa che superi il racconto sociale o la denuncia per affondare le mani nel dramma vissuto da una madre (Elena Cotta) e una figlia (Federica Rosellini), carnefice e vittima trasversali al dramma storico raccontato e che tenteranno di filtrare emotivamente al pubblico un racconto di per sé duro, forte, che la Pedicini però non ha paura di ‘rendere’ cinematograficamente con una messa in scena matura, dai costumi alle scenografie fino alle atmosfere illuminate dal DoP Vladan Radovich.

Dove cadono le ombre

Dove cadono le ombre

In questo luogo non luogo avviene l’intera vicenda, come una prigione che non permette alle anime al loro interno di fuggirne o di tentare anche soltanto di bramare la speranza di un cambiamento. Il marciume di quanto accaduto divora tutti e non c’è vita oltre quello, dove anche ogni (apparente) vittima finirà per essere carnefice.

Se il soggetto parte da premesse solide è la sceneggiatura a vacillare lungo l’evoluzione degli eventi: le due protagonisti (bravissime) vengono dal teatro e la Pedicini non dimostra una direzione efficace dei suoi attori (anche il sempre bravo Josafat Vagni, nei panni di Hans, rimane chiuso all’interno di un cliché), di certo appesantiti da un testo che non graffia quasi mai ma rende barocco il tutto, risultando in alcuni momenti anche sopra le righe.

Di certo si apprezza il coraggio e la Pedicini resta una regista da seguire in futuro ma questa prima opera rimane incastrata in un dramma da camera fortemente enfatico dimenticando che il suo perno centrale era la storia riesumata da raccontare che invece rimane là, strumento per quello che poi finisce per essere il solito film da festival. Con la pretesa di un copione, tra l’altro, che tende a sottrarre e creare l’ambiguità tra i personaggi presentati per poi lasciare ugualmente a facili spiegoni il compito di ‘risolvere’ le questioni drammaturgiche più urgenti.

Trailer del film “Dove cadono le ombre”:

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