Lezioni di cinema: Cristina Comencini si racconta al BIF&ST 2014

Cominciamo oggi la lezione di cinema di Cristina Comencini, regista, scrittrice e sceneggiatrice, figlia del regista Luigi Comencini, tenuta durante il BIF&ST 2014, in occasione del quale ha ricevuto il premio per l’eccellenza artistica.

La lezione di cinema di Cristina Comencini. Foto di Francesco Guida

La lezione di cinema di Cristina Comencini. Foto di Francesco Guida

La scrittura, il teatro ed il cinema

Essendo scrittrice, regista e sceneggiatrice, la lezione di cinema è naturalmente iniziata parlando di queste attività e di come si alterni in esse:

Cristina Comencini: C’è la tua creatività della scrittura, quella del dialogo, della sceneggiatura e poi quella della realizzazione, è tutto un altro modo. Poi c’è il teatro che è il dialogo, è raccontare col dialogo, con quello che hai, con il corpo dell’attore e la sua voce sul palcoscenico una storia che forse nei suoi modi di produzione rimane fuori dal palcoscenico. Io mi accorgo quando scrivo se ho voglia di fare una cosa o l’altra e poi qualche volta le due cose sono mischiate perché ho fatto un film da un libro. Io ho cominciato sceneggiando grandi romanzi come La storia di Elsa Morante e lì l’operazione è che devi trovare il modo cinematografico, cioè devi cambiare per arrivare alla scrittura del cinema. Io penso che sono drammaturgie dai modi molto diversi.

Perché alcuni libri sono diventati dei film? Com’è che ad un certo punto una storia ha bisogno di un’altra narrazione?

Cristina Comencini: C’è stato un periodo negli ultimi decenni in Italia in cui finalmente quello che accadeva all’estero nei paese anglosassoni, in Inghilterra in America, in Francia è accaduto anche da noi cioè che la letteratura ha dato gli impianti da cui sono nati dei film. Questo non accadeva prima, ci sono stati dei casi fantastici con A ciascuno il suo con Gian Maria Volonté tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, però erano molto più i casi in cui c’erano i soggetti originali e i grandi sceneggiatori.

Sull’onda di questo ho messo in scena due film. Quello che mi porta al film è la suggestione di una scena. La bestia del cuore, per esempio, sembra incredibile con tutto ciò che accade però pensavo che sarebbe stato bello vedere in scena la confusione del fratello con la sorella, il loro rapporto. L’idea di fare un film da un libro nasce proprio da alcuni momenti che tu senti che se riuscissi a metterli in scena potrebbero darti qualcosa in più. Credo che il desiderio per me sia sempre intorno ai personaggi. D’altra parte tutto quello che faccio nasce dalla voglia di raccontare dei personaggi. Tutto quello che io ho fatto, sia nei romanzi che nel teatro e nel cinema racconta che mi interessa prima di tutto dare carne ai personaggi, certamente in una storia che è bella, che funziona, che è forte, che dice qualcosa. Però penso che le cose che ho fatto parlano, spero, agli altri attraverso delle persone, donne, uomini, bambini. Dunque anche la decisione di fare un film da un libro è il desiderio di vedere incarnato quel personaggio che ho scritto.

Cristina Comencini

Cristina Comencini

Però abbastanza recentemente due film sono stati tratti da due lavori della Comencini, uno, Due partite di Enzo Monteleone, da uno spettacolo teatrale che ha scritto e che è stato un immenso successo e l’altro è La donna della mia vita. Come mai non le ha portate lei al cinema, donandoli tra l’altro, a due registi uomini?

Cristina Comencini: Intanto che gli uomini si interessino di storie scritte dalle donne è molto interessante. E quando Enzo Monteleone mi ha detto “mi piacciono tanto queste donne, vorrei metterle in scena”, io gliele ho date subito perché mi sembrava che l’occhio maschile che si posava su queste donne era bello, così come l’incontro con me che le avevo scritte. Per me sarebbe stata una replica perché di Due partite sono state fatte tre stagioni teatrali. Credevo anche alla sua passione di farlo, mi sembrava una cosa molto interessante. La donna della mia vita è nata da un’idea di una commedia che non avrei voluto fare io. Il produttore mi ha detto “visto che è un’idea molto divertente perché non la scrivi?”  così ho scritto il soggetto e ho partecipato in parte alla sceneggiatura. Io nasco come sceneggiatrice in realtà per cui mi piace molto farlo e poi… non vorrei fare un’altra carriera visto che già ne ho tante! (ride)

Si può immaginare quanto sia complesso, una volta creati dei personaggi, affidarli a qualcun altro, sono un po’ come dei figli…

Cristina Comencini: Trovo che una delle cose più bella della generazione che ci ha preceduto che noi citiamo spesso (qualche volta anche troppo) è proprio questo scambio tra loro. Io penso che il fatto di cedersi dei testi, prenderne dagli altri, creare una generazione che si scambia le idee, che può fare un film di un altro mi sembra una cosa bella. Succede poco però mi piace l’idea. Non sono molto egotica. Lo sono molto ma per i film, per il fatto che quel film e quel libro siano molto riusciti. L’idea che qualcuno si applichi ad una storia mia mi piace non mi causa gelosia, e neanche l’idea che mi stia sottraendo qualcosa. Certo poi mi auguro che sia bravo, se non è bravo mi arrabbio, perché penso che abbia fatto male però l’idea di questo scambio e c’è uno sguardo che si posa sul testo di un altro e viceversa mi sembra una cosa che arricchisce.

La scrittrice e regista Cristina Comencini. Foto di Francesco Guida

La scrittrice e regista Cristina Comencini. Foto di Francesco Guida

Commedia o film drammatico?

Il fatto di dedicarsi in esclusiva alla scrittura porta Cristina Comencini ad incontrare vari generi, ci sono storie più divertenti, altre molto drammatiche o commoventi, cosa la fa protendere verso uno o l’altro? La risposta nel video che segue:

L’Oscar e le registe donne

La bestia nel cuore è stato l’ultimo film candidato agli Oscar prima della vittoria di Paolo Sorrentino, e, tra l’altro, ha perso di molto poco. Altrimenti sarebbe stato il primo Oscar italiano ad una donna…

Cristina Comencini: Se pensiamo che Katerine Bigelow è stata la prima donna italiana a vincere un Oscar, sarebbe stato un bel colpo. Tra l’altro il film in DVD ha una versione ampliata rispetto a quello uscito al cinema, in cui c’è una scena onirica dell’allagamento della casa che ho tagliato, facendo male, perché questa è un’altra lezione di vita. Se tu metti una cosa ce la lasci, se poi devi andare a Venezia e hai paura che i critici ti dicano male ci vai uguale e porti una cosa tua. Questo l’ho capito ora mentre allora ero codarda.

La lezione di cinema di Cristina Comencini. Foto di Francesco Guida

La lezione di cinema di Cristina Comencini. Foto di Francesco Guida

Quello che  piace del modo di scrivere della Comencini è che non ha mai paura di raccontare al lettore o allo spettatore. C’è qualcosa di profondo, di intimo, di disturbante. Quanto coraggio ci vuole a scrivere e a fare nell’arte qualcosa del genere? La risposta nel video che segue:

Termina qui la prima parte della lezione di cinema della scrittrice e regista Cristina Comencini. Continua a leggere la seconda parte.

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