100 anni fa nasceva Universal Pictures. Per l’occasione Felice Laudadio, direttore artistico del BIF&ST 2012 ha invitato per una lezione di cinema Richard Borg, Direttore Generale ed Amministratore Delegato di Universal e Paramount. Continua a leggere la prima parte di questa interessante lezione.
La carriera
Richard Borg è entrato nel mondo del cinema da una porta secondaria e, per assumere il posto che ha attualmente, ha fatto tanta gavetta. In questo video racconta, sin dal principio, tutta la sua carriera, durante la quale ha incontrato mostri sacri del cinema italiano ed internazionale
La distribuzione dei film in Italia
Interlocutore di questa chiacchierata con Richard Borg è Franco Montini, critico de La Repubblica che si occupa, tra le altre cose, di aspetti dell’industria cinematografica. La prima domanda che Montini ha fatto è stata sulla distribuzione. La società, infatti, non distribuisce in Italia tutti i film prodotti da Paramount o Universal. Come avviene la scelta? Ecco la risposta di Borg:
Ci sono film pensati solo per il mercato americano, altri per il mercato internazionale, e ci sono poi film Paramount o Universal che vengono distribuiti in Italia da altri distributori, come mai?
Richard Borg:
La ragione è semplice: fino a 20, 25 anni fa, gli studios americani si finanziavano da soli, avevano una cassa e ogni anno dedicavano un budget alla produzione di un tot di film. Da una ventina d’anni non è più così perchè la crisi ha colpito anche gli studios per cui oggi quando bisogna finanziare un film ci si rivolge ad entità esterne, fondi d’investimento, banche, che creano delle condizioni di finanziamento per la produzione di film.
Ci sono film molto costosi in fase di produzione che non possano essere prodotti se non abbinando enti di finanziamento differenti. In quel caso il produttore diventa l’ente finanziatore e si arroca il diritto di mantenere come garanzia per il finanziamento alcuni dei territori nel mondo nel quale il film verrà distribuito. Succede allora che Universal produce un film insieme a Warner (Il gladiatore), Paramount produce un film con Fox (Titanic, Avatar) e così via.
Questo significa che al momento in cui si fanno i contratti per la distribuzione internazionale ci si dividono le nazioni. Questa è la ragione per cui alcuni titoli hanno l’etichetta di chi l’ha ideato però vengono distribuiti da altri. A volte succede anche che c’è proprio una distribuzione paese per paese, in quel caso ci sono contratti internazionali di coproduzione che subentrano e danno queste strane strade finali di accesso ai mercati.
Strategie di marketing
Strategie di marketing, titolo, locandina, periodo di uscita. Queste decisioni vengono prese in autonomia o concordate con la casa madre? Ecco la risposta di Richard Borg
I confronti con altri paesi europei
Per decidere se distribuire o meno un film in Italia, ci si affida spesso a risultati in paese simili al nostro. Ma quali sono questi paesi?
Richard Borg:
Francia e Italia hanno un rifiuto netto delle commedie americane con giovani attori emergenti. In Germania funziona molto il fantasy (parlando di cinematografia americana) cosa che in Italia non funziona, e un determinato tipo di commedia un po’ più di qualità (come in Italia). La Spagna la usiamo per capire l’interesse sui film horror gialli, quelli che fanno paura, però solo se sono a livello qualitativo alto.
Anche i periodi in cui vengono lanciati cambiano. I film non escono tutti in una stessa data. In America escono in una determinata data e in Europa si decide paese per paese qual è il miglior momento per sfruttare il film. Un esempio: in Italia fino al 2000 i cinema chiudevano il 1 maggio e riaprivano il 1 settembre.
Abbiamo cercato di capire cosa succedeva negli altri paesi perchè era assurdo buttare sul mercato 400 film per 9 mesi. Abbiamo visto che la Spagna era il paese che per primo aveva esordito con la programmazione estiva sei anni prima e studiando loro abbiamo cercato di fare una cosa analoga.
Cos’è il cinema europeo? Una volta era un palliativo. Significava mettere insieme dei progetti con autori e attori di vari paese per renderli un po’ più ammiccanti. Si fa sempre meno perchè le identità autoriali si sono ben radicate in ogni paese. Ora il cinema europeo si può intendere come il cinema nazionale che abbia un interesse all’estero.
In Italia dopo che Roberto Benigni ha smesso di fare film, Nanni Moretti aveva ottenuto un ottimo appeal in Europa, poi ci sono i fratelli Taviani e Giuseppe Tornatore (a livello mondiale). Purtroppo però sono sempre meno i film prodotti in Italia che riescano ad uscire dalle nostre frontiere. L’identità europea di un film è diventata molto complicata.
Termina qui la prima parte della chiacchierata con Richard Borg. Continua a leggere la seconda parte.
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