Ha aperto il BIF&ST 2024 la proiezione di Felicità, l’esordio da regista dell’attrice Micaela Ramazzotti. Ad un pubblico emozionato l’attrice ha raccontato i retroscena del film.
Felicità, il commovente film di e con Micaela Ramazzotti
Presentato alla 80ª edizione della Mostra di Venezia e uscito in sala lo scorso 21 settembre, Felicità continua a ottenere consensi, a provocare commozione e indurre discussioni perché quando i film raccontano delle storie, mettono in moto memorie paure e aspettative di cose che conosciamo o che non vorremmo conoscere.
Micaela Ramazzotti è conosciuta come eccellente attrice ma vedendo questo film capiamo che è più che una promettente regista. Com’è stato passare dietro la macchina da presa, perché ha sentito questa necessità? In questo video l’attrice racconta la genesi di Felicità, la voglia di portare in scena questa storia di due fratelli succubi dei propri genitori, di una famiglia disfunzionale in cui si introduce anche un elemento esterno, interpretato da Sergio Rubini, del fidanzato di lei
Chi è abituato a recitare e lavora con tanti attori è portato a carpire con gli occhi. Un attore entra in empatia con i suoi colleghi, conosce quelle che sono le piccole e le grandi ansie, le forze e le debolezze di un interprete e può quindi diventare spesso un ottimo regista.
Inoltre l’attrice spiega com’è stato lavorare con Matteo Olivetti, Sergio Rubini, Anna Galiena, Max Tortora, che ha sempre avuto in mente per questi personaggi, e tutti gli altri attori del film:
Sergio Rubini: interpretare Bruno non è stato facile
Abituato a ruoli più positivi, a tratti teneri, com’è stato interpretare un personaggio problematico, a tratti cattivo, che ha delle idee, immagina il suo rapporto con la compagna in un certo modo?
In questo video Sergio Rubini racconta come ha accolto il personaggio non giudicandolo ma interpretandolo come Micaela gli aveva chiesto, un personaggio non semplice, che non ha lo stesso coinvolgimento emotivo, la pressione, l’assedio psicologico che subisce Desiree (interpretata da Micaela Ramazzotti) non dice cose sbagliate, ha una sua lucidità, di chi ha un’enorme distanza dall’emotività vissuta dalla protagonista:
Luca Bigazzi e la luce di Felicità
Quando si vede un film di solito si fa attenzione alle interpretazioni degli attori, alle battute che ci portiamo appena usciamo dalla sala. Però c’è un elemento, oltre la musica, che percepiamo direttamente, che dà una temperatura visiva a quello che stiamo vedendo ed è il lavoro sulla fotografia e sulla luce, la scrittura della luce. Per questo lavoro Micaela Ramazzotti ha scelto Luca Bigazzi, uno dei più grandi direttori della fotografia non solo in Italia.
In questo film vengono descritti tre mondi, quello del cinema, quello della periferia di Roma e quello universitario con i relativi interni. Come ha lavorato per trovare la luce giusta per questi contesti?
Luca Bigazzi racconta di come si è avvicinato molto a livello empatico al film di Micaela Ramazzotti ed è stato contento di parteciparvi, e di come usa la luce naturale senza inserire negli ambienti troppi elementi non reali. Micaela Ramazzotti racconta un aneddoto sul modo di lavorare di Luca Bigazzi
Sergio Rubini: attori che dirigono altri attori
Di solito i registi che mimano una scena sono pessimi mentre per gli attori non è così. Sergio Rubini racconta il suo modo di dirigere e quello che accomuna i registi che sono anche attori e sottolinea come sia sbagliato sottovalutare gli attori che fanno i registi. Forse bisogna preoccuparsi del regista che decide di fare l’attore
Le immagini dei protagonisti del BIF&ST 2024
Termina qui la prima parte dell’articolo dedicato all’esordio da regista dell’attrice Micaela Ramazzotti al BIF&ST 2024. Continua a leggere la seconda parte.