Lezioni di cinema: Carlo e Luca Verdone – La carriera

Eccoci giunti alla terza parte della lezione di cinema di Carlo e Luca Verdone. Dopo aver parlato dell’incontro con Alberto Sordi e del loro film insieme, in questo articolo i fratelli Verdone parlano del loro documentario e rispondono alle domande del pubblico.

Il documentario su Alberto Sordi: una ‘chicca’ per pochi

In questo video Carlo Verdone parla dell’importanza di diffondere i documentari e di fare cinema più impegnato:

La Puglia: l’esordio…’imbarazzante’

Carlo Verdone, durante la sua lezione ha anche risposto con molto piacere alle domande del pubblico. Essendo a Bari, la prima domanda è stata: verrebbe a girare in Puglia?

Carlo Verdone:

Io me lo auguro anche se dipende sempre dal soggetto che scrivi. Purtroppo però oggi  dipende anche molto dai finanziamenti e dagli aiuti che i nostri produttori ricevono dalle film commission: la situazione è molto dura per cui si ha bisogno dell’apporto di una regione. Però se in un soggetto identifico bene Bari o la Puglia perchè no? Mi piacerebbe moltissimo. Sto iniziando a conoscerla bene la Puglia, è una terra meravigliosa, piena di storia, di scorci di grande poesia, ma anche una terra con grandi problemi (e chi non li ha?), un teatro come questo (il Petruzzelli n.d.r.), la Cattedrale. La Puglia è una regione molto importante e fortunatamente è stata filmata da tanti autori (Ozpetek, Rubini…).

Gli attori locali li userei volentieri perchè il vostro è un dialetto simpatico, divertente, però devi trovare anche le facce giuste. Ma la cosa sicuramente più importante è che per fare un film in un luogo devi viverci un pò, qualche mese, perchè altrimenti non lo capisci. Devi conoscere l’umore del posto, il colore della gente. Non puoi venire una settimana e cercare di capire la Puglia attraverso dei provini. E’ un errore, ci devi vivere, magari devi scrivere qua, devi avere qualche Cicerone che ti fa vedere delle cose, ti spiega l’anima e allora a quel punto il film è fatto. Altrimenti viene una cosa superficiale. Io non mi azzarderei se non sto qui un bel pò. Dovrei prendere una casa in affitto e dovrei stare qua.

Qui ho il ricordo dei miei primi spettacoli teatrali: quando ero ancora un dilettante feci qui la mia prima prova ma andai nel posto sbagliato con lo spettacolo sbagliato e feci un buco nell’acqua, secondo me nessuno capì niente. Solo l’agente, che (mi ricordo bene) si chiamava Camero mi disse ‘Io questa sera ho visto un grandissimo attore‘ (e io pensai ‘Questo me lo dice per tirarmi su‘). Lo spettacolo forse si chiamava Kabuki ma era troppo intellettuale per il posto: mi ricordo che il pubblico aveva un bicchiere di wisky in mano e ascoltava. Ma quello spettacolo non andava ascoltato così. Non dico che fu un fallimento ma sentii dire ‘boh, questo ha portato una cosa d’avanguardia, non è un monologhista, non c’ha le battute, non c’ha niente‘. Quindi uscii con la coda tra le gambe. Però questo Camero mi fece i complimenti… e forse non sbagliava.

L’influenza di Sordi su Verdone

Molti cercano di paragonare Alberto Sordi a Carlo Verdone ma l’attore non è d’accordo:

Carlo Verdone:

Sordi per me è stato un attore da ammirare, che mi ha divertito, mi ha avvicinato alla commedia italiana ma se cerchiamo degli agganci tra me e lui dal punto di vista caratteriale, culturale, della sensibilità, sono molto pochi. Sicuramente c’era una stessa ironia che poi è quella che ci ha fatto scattare l’amicizia. Però Sordi era diverso da me come io da lui. Lui era sempre stato simpaticamente cattivo o ‘contento di essere cattivo‘ come dice Fofi nel documentario. Gli piaceva provocare il pubblico. In me invece c’è sempre stata una sorta di indulgenza per quelle persone che alla fine sono tremendamente sole. La mia è una commedia di solitudini. Non ho preso nulla da Sordi perchè era troppo lontano, diverso da me, eravamo figli di tempi diversi e poi caratterialmente era diverso. Io non pensavo come lui, apprezzavo lasua ironia ma certi pensieri profondi su determinati temi no. Su questi c’erano grandi distanze, non le abbiamo nemmeno toccate, non gliele facevo certe domande. Però c’era una grande stima.

Carlo e Luca Verdone

Non ho copiato assolutamente nulla da Sordi, lui ha fatto Nando Mericoni in Un giorno in pretura, ne Un americano a Roma, a modo suo, era Sordi. Io invece ho interpretato dei bulli, dei coattoni, non a modo mio, cercando di coglierne la loro essenza, un dna che esiste veramente nelle periferie, l’ho fatto fino a quando era possibile farlo. Poi ad un certo punto la maschera ha richiesto altre cose e io l’ho lasciata volentieri ad altri. Però l’ho fatto ed i miei personaggi sono testimoni di un periodo ma non sono stato influenzato assolutamente da Sordi. Dopo In viaggio con papà ho fatto altri film, Io e mia sorella, Compagni di scuola, Maledetto il giorno che ti ho incontrato: cosa c’è di Sordi lì? Assolutamente niente.

I personaggi di Carlo Verdone

Cosa spinge Verdone a creare personaggi così particolari?

Carlo Verdone:

E’ una sensibilità che ho nel captare dei dettagli che magari alla maggior parte sfuggono e per me sono dettagli importanti. Attraverso una mia personale lente di ingrandimento, li ripropongo al pubblico in maniera divertente e comica e so sottolineare elementi che fanno particolarmente ridere. Non c’è un insegnamento, c’è una sensibilità, che mi fa capire dove c’è terreno per tirar fuori qualcosa. In genere io sono andato sui personaggi più grigi, più anonimi, che apparentemente non dovrebbero far ridere. La bravura dell’autore è proprio questa: prendere quel dettaglio, quel tic ed ingrandirlo riproponendolo in modo personale. E’ come chi ha l’attitudine per il disegno che io purtroppo non ho. Forse faccio bene le caricature, proprio perchè mi interessano i dettagli, il naso, l’occhio a ovosodo che esce fuori, il labbro leporino.

Luca Verdone:

Ho una bellissima caricatura di Sergio Leone fatta da Carlo che tengo sulla testata del mio letto: descrive tutto il carattere di Leone, lo fotografa e lo ridicolizza in modo straordinario.

Termina qui la terza parte della lezione di cinema di Carlo e Luca Verdone. Continua a leggere la quarta ed ultima parte.

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