Paolo Tripodi

Speciale Sudestival 2019: Paolo Tripodi racconta Asino Vola

Secondo autore in concorso al Sudestival 2019 il regista Paolo Tripodi alla sua opera prima con il pluripremiato Marcello Fonte presentano il film Asino Vola. Nell’articolo l’intervista completa.

Paolo Tripodi

Il regista Paolo Tripodi

Intervista a Paolo Tripodi

Ciao Daniele benvenuto su cinemio. Del film sei, insieme a Marcello Fonte e Giuliano Miniati, autore di soggetto e sceneggiatura. Vuoi raccontarci la genesi del film e come ci avete lavorato a sei mani?

Paolo Tripodi: Il film nasce da un incontro tra tre persona in una bella serata di luglio in piazzetta: un regista, io, fresco di diploma al centro sperimentale, uno sceneggiatore, Giuliano Miniati anche lui appena uscito da scuola, e Marcello Fonte che all’epoca si era da poco trasferito a Roma e anche lui era in cerca del modo per raccontare la sua storia.

Lavorare a 6 mani non è stato difficile perché eravamo guidati da una bussola, la storia, che era vera e che appianava ogni dissidio o differenza di vedute. E’ stata un’operazione di scavo e di ricerca oltre che di costruzione e drammaturgia: una volta raccolti i fatti reali della vita di Marcello bisognava concatenarli, dargli un crescendo, uno sviluppo. La cosa più difficile è stata individuare nel vasto materiale ricco ed eterogeneo della sua vita il nucleo narrativo fondamentale che è diventato appunto l’esperienza in banda.

Cercando informazioni ho scoperto che esiste un libro omonimo di cui siete autori ma, al contrario di quanto spesso accade, il libro è nato dopo il film. Ce ne vuoi parlare?

Paolo Tripodi: Realizzato il film ci è stato chiesto da una casa editrice di realizzare una pubblicazione stampata, una sorta di trascrizione in forma di racconto/fiaba del film. Questo per affiancare al film il libro nella distribuzione per le scuole. Era stata un’operazione culturale interessante quella di pensare che il film potesse dare degli spunti di riflessione ai bambini e quindi l’aggiunta di un libro potesse arricchire ulteriormente il lavoro che si poteva fare in classe.

Per noi è stato un ennesimo esercizio di stile, la storia la conoscevamo alla perfezione per cui si trattava di riscriverla immaginandola per dei bambini molto piccoli che potesse aiutare anche la comprensione del film.

Paolo Tripodi, Marcello Fonte e Giuliano Miniati

Paolo Tripodi, Marcello Fonte e Giuliano Miniati

Parliamo un po’ della fase delle riprese. Com’è andata? Ci sono aneddoti che ti va di raccontare?

Paolo Tripodi: La fase delle riprese è stata senz’altro rocambolesca, una sorta di avventura perché il film ha subito modificazioni improvvise, sono stati necessari degli aggiustamenti in corso d’opera in quanto trovandoci a lavorare con la nostra poca esperienza, tanti bambini, animali, poco tempo, condizioni difficili di caldo, è stato necessario ripensare alcune cose, aggiungere, continuare il processo di scrittura.

Abbiamo continuato a scrivere delle scene che abbiamo ritenuto necessarie solo trovandoci lì o solo confrontandoci con il montatore che a distanza prendeva visione del materiale ed iniziava a montare. Intere scene sono state improvvisate o create lì per lì sul set. Molti dialoghi di Maurizio con l’asino, non esistevano in sceneggiatura ma sono intervenuti nel momento in cui ci si è resi conto che avevamo bisogno in qualche modo di esplorare i pensieri di Maurizio e l’idea di dialoghi immaginari con l’asino andava proprio in questa direzione.

Hai avuto difficoltà di interazione con i piccoli protagonisti del film?

Paolo Tripodi: Le difficoltà sono state concentrate soprattutto nel primo giorno e nella prima settimana. Il primo giorno si girava a luglio alle 11 di mattina, faceva un caldo insopportabile e Maurizio era vestito con abiti autunnali/primaverili e dopo circa mezzora di riprese è andato in tilt, si è bloccato e ha rifiutato di proseguire. Per fortuna avevamo con lui costruito un rapporto che durava da più di un anno e se c’era bisogno di guardarsi negli occhi e dirsi delle cose nonostante l’età si poteva fare.

Quindi gli ho fatto capire semplicemente l’importanza di quello che stava facendo in quel momento e la responsabilità che aveva nel farci portare avanti il lavoro e devo dire che ha funzionato perché dopo qualche minuto si è rimesso all’opera e da allora è stato più facile. Poi avevamo sul set un coach che seguiva i bambini ed in particolare Maurizio e quindi molto spesso capitava che tra un ciak e l’altro si distraesse completamente andando a fare tutt’altro (giocava a pallone) poi quando lo si richiamava e si dava motore improvvisamente trovava il modo di entrare subito nel ritmo mostrando una grande duttilità.

Marcello Fonte

Il regista e attore Marcello Fonte

Il film ha partecipato a numerosi festival e ricevuto molti riconoscimenti eppure non è ancora uscito in sala ed è un vero peccato. Come mai?

Paolo Tripodi: E’ difficile chiedere ad un regista perché il proprio film non è stato distribuito. Potrei scagliarmi tranquillamente contro il sistema dell’industria cinematografica, della distribuzione, dire che solo una piccola parte dei film italiani va in sala a discapito del cinema più forte, concorrenziale di oltreoceano ma mi piace essere imparziale e dico che forse non è uscito nelle sale perché non era maturo, non era pronto.

Nelle sale ci vanno i film che i distributori sono certi di vendere, non film che sono un’incognita con attori sconosciuti e registi sconosciuti. Questo non vuol dire che il film non sia stato visto e che non ci sia possibilità di vederlo al di fuori delle sale. Il film è stato visto, apprezzato ma senza grandi incassi al botteghino.

Per concludere parliamo un po’ di te. C’è un nuovo progetto nel cassetto? Ti va di parlarcene?

Paolo Tripodi: E’ da qualche mese che sto portando avanti un progetto di un documentario sul mondo dei cani guida per non vedenti. Sarà ambientato a Scandicci in una delle scuole più antiche del mondo che alleva, addestra e consegna una ventina di cani guida l’anno a non vedenti di tutta l’Italia. E’ gratuita e sarà un documentario d’azione che racconterà la nascita di un gruppo improbabile di persone unite dal solo desiderio di mettersi un cane affianco e dalla loro cecità ovviamente.

E poi come speravo, questo documentario sulla cecità mi ha aperto nuovi canali e offerto nuovi spunti: spostarsi, indagare la realtà è sempre ciò che io consiglio di fare a chi sente la vena ispirativa un po’ all’asciutto e quindi ho trovato altre storie che mi piacerebbe sviluppare in soggetti per dei film di finzione.

Asino vola

Asino vola

Ringrazio Paolo Tripodi per la sua disponibilità e gli faccio, a nome della redazione di Cinemio, un in bocca al lupo per il concorso del Sudestival.

Continua a leggere tutti gli approfondimenti sul Sudestival 2019.

@Foto Credits Sudestival.org

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