Marino Guarnieri

Speciale Sudestival 2018: Marino Guarnieri parla di Gatta Cenerentola

Quinto film in concorso al Sudestival 2018 è Gatta Cenerentola film d’animazione, per la prima volta in concorso al festival, dei registi Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone. In questo articolo l’intervista a Marino Guarnieri che ha accompagnato il film al festival.

Marino Guarnieri

Marino Guarnieri al Sudestival

Intervista a Marino Guarnieri

Ciao Marino, benvenuto su cinemio. Per cominciare parlaci un po’ della tua carriera: dall’editoria alla pubblicità, dal web agli audiovisivi e finalmente all’animazione. Peripezie, intralci o strada segnata?

Marino Guarnieri: Mi fa davvero piacere rispondere ad una domanda non proprio pertinente al film ma a come ci sono arrivato. Io ho fatto studi artistici inerenti la pubblicità e ho iniziato a lavorare come apprendista, quando ero ragazzino (avevo circa 14 anni) nelle tipografie e poi ho fatto carriera fino a diventare art director in agenzia di comunicazione e pubblicità. Avendo sempre avuto un debole per l’animazione ho sempre cercato di lavorare con l’animazione tradizionale, quella disegnata, essendo io un disegnatore.

Ovviamente è una cosa molto faticosa, difficile da impostare con lavori semplici come le pubblicità che sono molto rapide anche in tempi di lavorazioni quindi mi ero ritagliato uno stile di clienti e di committenti che mi permettessero di fare sempre lavori d’animazione. Ad un certo punto, una decina di anni fa ho deciso di mollare tutto ciò che non concerneva l’animazione. Ero diventato conosciuto in questo ambito nel mercato di Napoli che è comunque abbastanza ristretto come animatore per la pubblicità.

Dopo vari piccoli lavori finalmente la possibilità di girare il tuo primo lungometraggio. Com’è andata? Ci racconti un pò l’iter del film, dal primo incontro con Alessandro Rak alla lavorazione?

Marino Guarnieri: Ad un certo punto della mia carrierea sono passato ai cortometraggi e a sigle televisive finché ho incontrato Alessandro Rak, Ivan Cappiello e Dario Sansone con cui abbiamo iniziato a lavorare ad un film che si chiamava L’arte della felicità. Questo incontro mi ha fatto capire che loro si preoccupavano molto poco di come sostentarsi ma erano molto più preoccupati di fare delle cose belle e di esprimersi. Questa cosa mi ha completamente illuminato e ho deciso di mollare tutto quello che facevo precedentemente per poter insieme a loro costruire quel qualcosa che sono diventati L’arte della felicità e Gatta Cenerentola.

Marino Guarnieri

Marino Guarnieri al Sudestival

Ci sono degli aneddoti che ti va di raccontare?

Marino Guarnieri: Non molti sanno che nei film d’animazione sono sempre registrate prima le voci e poi viene fatta l’animazione perché gli animatori hanno bisogno di avere un punto di partenza per scandire il tempo dei loro disegni e della simulazione dei movimenti che è rappresentata dalla linea delle voci. Quindi noi registriamo prima l’audio e poi dopo ci animiamo sopra. Il divertimento in realtà è che gli attori sono completamente liberi di esprimersi però poi quando la voce è registrata non ci sono riferimenti video di come questi attori si muovono quindi spesso nei film che abbiamo fatto ci sono dei filmati dove noi interpretiamo dei personaggi.

In L’arte della felicità alcune cose le ho fatte io altre Alessandro, altre la nostra scenografa. Per Gatta Cenerentola è stato fatto lo stesso lavoro su Salvatore Lo Giusto (O’ Re) il personaggio di Massimiliano Gallo simulato da Alessando Rak, Dario Sansone ha fatto qualche volta il commissario io ho interpretato il Ragionier Cozza, ognuno di noi ha un alter ego con il quale sono riprese le nostre proporzioni fisiche.

Ivan Cappiello, nella scena in cui recitava con Alessandro si è beccato uno schiaffo mentre gesticolava e questa cosa è stata inserita nel film! E’ molto divertente vedere come operiamo.

Nel video che segue parte del documentario che descrive il backstage ed il making of del film

Che tipo di collaborazione c’è stata? Hai avuto la possibilità di entrare nel merito anche dei sentimenti e della personalità dei personaggi?

Marino Guarnieri: Devo fare una piccola precisazione. Il film l’abbiamo diretto Io, Alessandro Rak, Dario Sansone e Ivan Cappiello. Il film è iniziato con la stesura della sceneggiatura da parte di Ivan Cappiello che ha impostato la prima storia poi è stata riscritta da Alessandro Rak con l’aiuto di Marianna Garofalo e Italo Scialdone e poi io e Dario Sansone abbiamo contribuito alla conclusione della storia dando un contributo e inserendo dei pezzi.

E’ una sceneggiatura scritta in quasi un anno e mezzo e hanno contribuito anche altre persone che sono incluse nei titoli di coda. Alla Pixar dicono che l’ultima cosa che finisce in un film d’animazione è la storia nel senso che con l’animazione si può rimettere mani più e più volte anche all’estetica. Anche quello che non hai programmato all’inizio se hai necessità di inserire qualcosa che ti sei perso per spiegare un dettaglio della storia, con l’animazione puoi sempre farlo senza la necessità di dover richiamare gli attori sul set.

Noi siamo ancora più liberi essendo una piccola produzione perché lavoriamo tutti in ufficio e tutto quello che viene prodotto è prodotto da noi. Il punto è proprio che ho contribuito nella misura in cui ho operato come creativo all’interno della produzione dal primo momento di coinvolgimento del nostro gruppo di lavoro e alla fine c’è qualcosa di noi in ogni personaggio.

Marino Guarnieri

Marino Guarnieri al Sudestival

Il lavoro di animatore. Ci spieghi un po’ di segreti del mestiere? Quali sono le difficoltà? E le soddisfazioni?

Marino Guarnieri: Lavorare come animatore è bellissimo, è il lavoro che ho scelto del quale mi sono innamorato da ragazzino e sono riuscito a concretizzare solo a 35 anni. In realtà le soddisfazioni di fare l’animatore hanno molto a che fare con il fatto di generare quasi la vita, perché tu prendi l’idea di un personaggio che non esiste e quel personaggio dopo aver fatto centinaia di ragionamenti riesci a dargli vita.

Nell’etimologia di animare c’è proprio dargli un’anima non semplicemente far muovere ma proprio dare una vita. La soddisfazione più bella è quindi riuscire a creare con delle idee: esprimendo te stesso riesci a toccare le corde delle persone e dargli un’emozione. Questo credo che sia impagabile.

Gatta cenerentola

La proiezione di Gatta Cenerentola al Sudestival

Il film ha partecipato a numerosi festival. Qual è stato il riscontro di pubblico e critica sul tuo film?

Marino Guarnieri: Stiamo affrontando un periodo molto bello per il nostro film grazie anche alla partecipazione al Festival di Venezia dove abbiamo avuto dei riconoscimenti importanti, nonostante a Venezia non partecipino film d’animazione ed il nostro è stato il primo film d’animazione italiano candidato. Non avendo una propria sezione competi con i film di finzione, girati dal vivo. In questo caso qualcuno finalmente ha riconosciuto il nostro un film a tutti gli effetti narrato con il linguaggio dell’animazione.

Questa cosa inorgoglisce tutti, i nostri produttori credono fermamente che l’animazione possa essere un linguaggio con cui si possono narrare storie anche per un pubblico diverso dai bambini, cosa a cui siamo abituati culturalmente. Questa cosa ci pone sempre come sperimentatori. D’altronde l’animazione è una cosa che parte prima del cinema, prima dei fratelli Lumiere c’erano già esperimenti sull’animazione.

Noi stiamo cercando di parlare di cinema italiano e non di animazione italiana ma lo stiamo facendo con questo linguaggio. Le persone che vedono il nostro film sembrano recepire questo messaggio, è una bella sensazione alla fine del film confrontarsi con il pubblico e capire che hanno recepito il nostro intento, indipendentemente da come è narrata. Poi c’è chi apprezza il lavoro estetico e chi subisce la fascinazione dei personaggi perché incontrano il gusto del bel disegno e questa è una soddisfazione ulteriore.

I riconoscimenti che siamo avendo sono molto importanti da questo punto di vista. Abbiamo vinto il Noir Festival di Milano come film non come animazione (eravamo l’unico film d’animazione e concorrevamo con altri di finzione). Adesso siamo al Sudestival, e Michele Suma, il direttore che ringrazio, mi ha detto che è la prima volta che un film d’animazione è in concorso. Vuol dire che si sta creando una crepa, una rottura nei sistemi di valutazione dove finalmente si prende atto che esiste anche questo linguaggio nel cinema italiano.

Marino Guarnieri

Marino Guarnieri al Sudestival

E per concludere uno sguardo al futuro: c’è già un nuovo progetto nel cassetto? Ti va di parlarcene?

Marino Guarnieri: Noi abbiamo dedicato tre anni e mezzo della nostra vita per fare Gatta Cenerentola, perché tanto ci vuole per un film d’animazione, veniamo dal film precedente dopo il quale abbiamo quasi subito iniziato a lavorare ad un altro progetto che doveva essere una serie e poi subito a questo. Era un progetto molto ambizioso anche esteticamente quindi ci abbiamo lavorato tanto e con tanto impegno.

Oggi siamo nella condizione di accompagnare il festival anche in giro. Io sono qui al Sudestival proprio per accompagnare il film e parlare con i ragazzi che per inciso è una cosa che mi gratifica moltissimo poter raccontare il mio lavoro. Sono un privilegiato in questo. Però è bellissimo poter iniziare ad essere di nuovo creativi, scrivere una nuova storia e lo faremo a brevissimo.

Per il momento stiamo iniziando a lavorare ad una storia che possa soddisfare tutti, siamo i primi spettatori di noi stessi e ci dobbiamo ancora convincere di quello che stiamo iniziando a fare.

Ringrazio Marino Guarnieri per la sua disponibilità e gli faccio, a nome della redazione di cinemio, un in bocca al lupo per il concorso del Sudestival.

Continua a leggere tutti gli approfondimenti sul Sudestival 2018.

@Foto Credits Sudestival.org

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