La petite

La petite: un tema delicato per Fabrice Luchini

Arriva al cinema dal 18 gennaio, La petite (La piccola), un film di Guillaume Nicloux con un intenso Fabrice Luchini.

La petite

La petite: creare legami

Ricordando una frase del celebre romanzo di Antoine de Saint Exupéry, al centro del film La petite, c’è l’esigenza di creare legami.

Joseph, interpretato magistralmente da un intenso Fabrice Luchini, ha superato i sessant’anni, è vedovo da cinque. Il figlio Emmanuel muore in un incidente aereo con il compagno Joachim. In Belgio, Rita, una ragazza un po’ sbandata porta in grembo il figlio della coppia in qualità di madre surrogata.

Fabrice Luchini e Mara Taquin in una scena del film

Joseph, annichilito dal lutto, cerca di mettersi in contatto con la donna già madre di Ava, nove anni.

Il trailer del film

Un tema coraggioso

Al di là dall’interessante parallelismo tra i nomi dei personaggi e la storia biblica, sul quale il regista può aver giocato, la pellicola si sofferma su una tematica oggetto di acceso dibattito: la maternità surrogata. Joseph sembra l’unico a interessarsi al destino della bimba dopo la morte della coppia omogenitoriale. Per i genitori di Joachim la scelta del figlio è sporca, per la figlia di Joseph la piccola è solo un ammasso di cellule mentre la stessa Rita mira inizialmente solo al denaro in nero non ricevuto.

Nicloux tratteggia bene il ruolo del protagonista, presente in quasi tutte le scene. Dipinto come avido ed egoista da suo figlio, Joseph a tratti è timido e indifeso nella sua cocciuta ricerca di Rita.

La petite: note tecniche

Fabrice Luchini in una foto di scena

Il film , in uscita il 18 gennaio in Italia, ha partecipato a Firenze lo scorso ottobre a France Odeon, rassegna sul cinema francese.

Girato tra Bordeaux (Francia) e Gand (Belgio), La petite in lingua originale gioca anche sulle difficoltà linguistiche di Joseph in una località belga di lingua fiamminga dove al posto del francese, seconda lingua in Belgio si preferisce l’inglese. L’idea del regista ruota sulla difficile comunicabilità nella società contemporanea.

Delicato e ben interpretato, il film apre anche in Italia, paese dove è assolutamente vietata, il dibattito sulla maternità surrogata e su tutte le sue implicazioni di natura morale e legale.

Appuntamento al cinema a metà gennaio.

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