Kantemir Balagov, originario di una repubblica autonoma nel Nord Caucaso compie 28 anni nel luglio 2019. Già aiuto regista ha debuttato come regista nel 2017 con Tesnota (Closeness) film che dal primo agosto è nelle sale italiane dopo aver ottenuto successo e plauso in diverse manifestazioni cinematografiche, prima tra esse il festival di Cannes del 2017.
Tesnota (Closeness)
Del titolo è interessante cogliere il duplice significato che il regista ha voluto dare e che va oltre la trama. Closeness in inglese significa vicinanza e in effetti nella storia i protagonisti sono legati da vincoli di parentela o da un vincolo più ampio di appartenenza a una comunità, in questo caso, la comunità ebraica ma il regista si riferisce anche a una scelta tecnica di realizzazione che vede l’uso continuo del piano ravvicinato con soluzione aspect ratio 1:33 e del formato 4:3 che porta a vedere ogni sequenza a stretto contatto.
Il film si distingue per l’approccio estetico particolare con la scelta estetica di usare titoli di testa e coda artigianali e una fotografia piuttosto scarna e con toni scarsamente luminosi a sottolineare il distacco tra gli eventi della narrazione e l’epoca dei fatti narrati.
L’azione si svolge nella piccola e squallida città di Nalchik nel Caucaso del Nord nel 1998, mentre in Cecenia è in corso ancora la guerra, nella repubblica russa Cabardino-Balcaria , terra di origine del regista che all’epoca dei fatti era un bambino ed è ispirata a eventi realmente accaduti.
I protagonisti della vicenda sono i Koft, una famiglia ebrea. La storia ruota principalmente intorno alla figlia maggiore Ilana, 24 anni, (Darya Zhovnar) che lavora nel garage del padre. Ilana è una ragazza trasgressiva, quasi mascolina eppure comunque attaccata alla famiglia. La ragazza ha una relazione con un giovane musulmano, membro della comunità cabardina.
Il turning point accade con il rapimento di David, (Veniamin Kac) fratello minore di Ilana e della fidanzata di questi Lea, alla vigilia del fidanzamento ufficiale dei due.
Il trailer del film
La comunità ebraica rifiuta di rivolgersi alle autorità ufficiali per un senso di attaccamento alle loro tradizioni e alla loro unità di base trascinando la famiglia Koft in una discesa all’infermo che coinvolgerà ogni membro e cambiandone per sempre il corso dell’esistenza.
La vicinanza, l’appartenza diventano così dei vincoli difficili da gestire soprattutto per Ilana che da un lato sente forte il senso di comunità ma dall’altro invece vorrebbe sfuggire ai legacci familiari arrivando a ribellarsi sia con la relazione con un membro della comunità cabardita che pure per certi versi è abbastanza simile a quella ebraica, sia rifiutando un matrimonio combinato confessando alla famiglia di non aver mantenuto la purezza richiesta per le giovani in età da marito.
Forse eccessivamente lungo e lento per i gusti occidentali, diretto discendente della cinematografia sovietica Tesnota (Closeness) è tuttavia un valido documento per conoscere una parte del continente europeo che ai più risulta a dir poco sconosciuta.