Arriva nelle nostre sale Gifted- Il dono del talento di Marc Webb con Chris Evans nell’inedita parte di uno zio protettivo nei confronti di una nipotina molto dotata, una bravissima Mckenna Grace.
di Luca Guerra
Gifted – Il dono del talento
Delizioso. Fine del commento. Ecco, potrei finire qua il commento più veloce della storia. Ma mi hanno detto che devo superare le 300 parole come minimo e, in fondo, questa è la mia prima recensione (!) se il mattino si vede dal buongiorno… non arrivo a sera!
Ma è la verità, il film è una delizia. Aggiungerei pure “soave”. Una delizia per il cuore e per l’anima. Soave per la mente e lo spirito. Gifted sono quei bambini che hanno un dono (spesso intellettuale). Al mondo sono il 5% ma se ne scopre uno su un miliardo! Mary (Mckenna Grace) è una bambina di 7 anni che ha, nella matematica, il suo di dono. Ma i gifted sono bambini e come bambini vanno trattati(?).
E’ questa la lotta dello zio (Chris Evans-Captain America) che ce l’ha in affido contro il “sistema”: la scuola, la scienza, la nonna. Un sistema che la vorrebbe spremere per ottenere da lei una risposta a una delle sette domande millenarie ancora prive di soluzione scientifica. Ci sarà la lotta, il tribunale, l’affido ad un altra famiglia, ci sarà la solitudine, l’abbandono, la rabbia, la delusione; ci sarà la separazione. Ma più ci si allontana, più si sente bisogno l’uno dell’altro. E così l’eterno dubbio troverà, alla fine, il giusto compromesso.
Mckenna Grace, il talento di Gifted
Si ride, si ride parecchio; seppur dal tema delicato Mckenna è strabiliante in ogni sua espressione e rende omaggio al suo personaggio donandogli mille facce ed espressioni, a volte buffe, a volte sorridenti, a volte ammiccanti, ma sempre con una bravura da adulti. La sorpresa del film è lei. Bravissima. E ci si commuove; fazzoletti fuori (preparateli!) quando si entra nella sala d’attesa-parto (scena che da sola vale l’intero film).
Non ci sono colpi di scena finali o durante il film, il tutto scorre e fila liscio nel prevedibile, ma è quello che vuoi vedere. Un po’ lenta la parte del tribunale (ma realistica). La presenza, poi, nel film di Octavia Spencer (amica dello zio) non sembra casuale (dai,non lo è!) proprio lei che ad aprile è uscita col film (altro capolavoro) “il diritto di contare”. Matematica impera.
E’ un film che scorre e si lascia scorrere tranquillamente. Mette davvero serenità. E ti fa conoscere o forse ancor più comprendere la realtà di un piccolo mondo affatto semplice. Forse l’unico punto debole è la scelta dell’attore principale nell’interpretazione dello zio; quel C.Evans che, quando lo vedi ,ti domandi subito :”e lo scudo dov’è!?”. Il personaggio Marvel gli resta addosso; e quell’espressione un po’ così, poco espressiva e monocorde, lo fa sembrare un pesce fuor d’acqua per questo ruolo (ci avrei visto molto di più il giovane Eastwood). Ma resta assolutamente un film da vedere.
Piccolo gioiellino in mezzo ad altri titoli faraonici in sala.