Sognare è vivere è l’esordio dietro la macchina da presa dell’attrice americana Natalie Portman, che porta sul grande schermo il riadattamento del romanzo dello scrittore Amos Oz Una storia di amore e di tenebra (2004), edito da Feltrinelli, che racconta la vita dello scrittore negli anni 1930, nel periodo che sta a cavallo tra la nascita dello stato di Israele e l’inizio della guerra tra ebrei e palestinesi. L’opera è un omaggio alla madre, che è stata la persona che più l’ha influenzato a diventare uno scrittore.
Sognare è vivere – La trasposizione del romanzo
Natalie Portman si innamorò del libro circa nove anni prima, e subito sentì l’esigenza di volerne fare un film, soprattutto perché essendo di origine ebraica, ha ritrovato all’interno del romanzo parte dei racconti dei suoi nonni e l’amore per i libri e la cultura di questa lingua così antica da farne oggetto di studio. La sceneggiatura è stata scritta totalmente dall’attrice, anche su consiglio del produttore.
Sognare è vivere – la storia
Amos (Amir Tessler) era all’epoca un bambino di dieci anni che viveva con i genitori in Israele, che erano riusciti a sfuggire ai campi di sterminio tedeschi. Israele all’epoca vigeva ancora sotto il mandato britannico, fino al giorno dell’annuncio della nascita della sua indipendenza come stato.
La madre di Amos, Fania (Natalie Portman), era una intellettuale, che amava scrivere e raccontare storie fantastiche a suo figlio. L’animazione del film si muove su toni molto dark, soprattutto nella suggestione iniziale di questo stormo di uccelli che invadono lo schermo bianco, che danno un senso di angoscia. Per essere un opera prima, è decisamente un buon esordio alla regia, anche se come spesso accade per chi ha letto il libro, la trasposizione risulta essere molto superficiale, concentrandosi tutto sull’interpretazione dell’attrice, che forse non riesce nell’intento di far comprendere come mai nella storia la madre nel tempo si ammali, come se gli fosse sfuggito un passaggio fondamentale per far capire allo spettatore la visione romantica del mondo che aveva e della delusione profonda, quando si scontra con la realtà della guerra, che lei non riesce ad accettare, preferendo rifugiarsi nel silenzio, a differenza del marito Arieh (Gillad Kahana) che invece vuole combattere per un mondo diverso. Per quanto riguarda sia la fotografia, le ambientazioni e i costumi sono decisamente molto ben riprodotti.
Nella storia, per Amos, sono stati utilizzati tre attori per diverse fasce d’età: dai nove ai dieci anni Amir Tessler; dai sedici anni l’attore Yonatan Shiray; da anziano da Amex Pelag.
Il film ha partecipato fuori concorso al Festival di Cannes 2015, ed è uscito nelle sale giovedì 8 giugno 2017 con Altre storie in collaborazione con Eleven Finance di Giorgio e Vanessa Ferrero.