In occasione della manifestazione Attrici Italiane alla Casa del Cinema di Roma, una chiacchierata con una delle attrici più interessanti del panorama italiano: Isabella Ragonese.
Si è aperta lunedì 11 aprile, presso la Casa del Cinema, la manifestazione “Attrici Italiane” con una serie di incontri riservata agli studenti, promosso dall’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia – dipartimento di storia dell’arte e dello spettacolo e Dipartimento di studi greco-latini, italiani, scenico-musicali per discutere e analizzare la recitazione nel teatro, nel cinema e nella televisione con alcune delle attrici più note della scena italiana contemporanea.
Gli studenti sono stati invitati a partecipare attivamente ai seminari, proponendo un elaborato finale sullo studio delle performance attoriali. La kermesse si è aperta con l’artista Isabella Ragonese, che ha scelto di far proiettare il film di Giorgia Cecere “Il primo Incarico“(2011), di cui abbiamo già chiacchierato su cinemio con attrice e protagonista, proseguito da un dibattito, moderato dai docenti Andrea Muniz ed Emiliano Morreale.
Una chiacchierata con Isabella Ragonese
Durante la conferenza, Isabella Ragonese ha ricordato i suoi primi passi nel teatro ed il passaggio al cinema e alla televisione. La sua carriera è iniziata nella sua città natia che all’epoca degli anni 90 era nel fiore della sua evoluzione artistica, la famosa “Primavera di Palermo“, in cui si aveva la possibilità di fare dei laboratori con grandi artisti come Pina Bausch ed Emma Dante, non avendo la necessità per forza di doversi spostare nella capitale. Inizialmente Isabella non aveva nemmeno la velleità di diventare un attrice di cinema, ma si produceva gli spettacoli con la sua compagnia, lavorando sui testi e portandoli in scena.
E quando si è presentata l’occasione di fare il provino con Paolo Virzì, ha dovuto faticare molto per convincerlo che il ruolo di Marta in Tutta la vita davanti fosse suo. Ma alla fine riuscì ad ottenere la parte, e per lei è stata una grande vittoria, considerando tutto il percorso che aveva fatto per arrivare fin li. La sua più grande soddisfazione è stata che Virzì sul set la trattò da professionista, lavorando con lei sul personaggio ed ascoltando anche i suoi suggerimenti, mentre lei rubava i trucchi del mestiere agli attori più famosi Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea e Elio Germano.
Inoltre ha ricordato uno dei più bravi maestri del nostro cinema, Carlo Mazzacurati, con la quale avuto la fortuna di recitare nel suo ultimo film La sedia della felicità (2014). Quando lavora hai personaggi, cerca sempre di ritrovare un sentimento gia vissuto, simile a quello del suo personaggio. E’ questo le permette una crescita sia personale che professionale, e di scoprire sempre nuovi lati di se interessanti. Per questo lei ama cimentarsi sempre ruoli diversi.
Intervista ad Isabella Ragonese
Ciao Isabella, non è la prima volta che incontri un pubblico di studenti che studiano arte e spettacolo. Di solito cosa si aspetta da questi confronti?
Isabella: La cosa interessante che trovo sia molto importante per me è che hanno un punto di vista differente da come di solito si pongono i giornalisti, e riescono spesso a donarti delle riflessioni o a farti notare dei particolari, che ti danno degli spunti a cui magari tu non avresti mai pensato. Questo è lo scambio più bello che ho ogni volta che li incontro.
Hai un pubblico molto giovane che di solito ti segue nel tuo percorso artistico. Ti sei chiesta il motivo per cui ha molta presa su di loro?
Isabella: Io ho spesso fatto dei ruoli generazionali, che mi hanno permesso di parlare dei ventenni alle prese con quella fase della vita in cui ci sono dei cambiamenti netti ed importanti, che si tratti di film in costume o di film attuali. Questo mi ha portato ad avere una discreta popolarità presso di loro. Poi mi capita spesso di fare degli incontri nelle scuole con gli studenti e sono sempre molto felice di relazionarmi con loro.
Hai scelto di far vedere il film “Il primo Incarico”. Ad oggi cosa ti porti dentro da quella esperienza.
Isabella: la bellezza di aver lavorato a fianco di attori non professionisti. Inoltre l’esperienza di aver potuto collaborare con la regista Giorgia Cecere, che oltre ad essere una bravissima professionista sul set, è riuscita a creare un rapporto profondamente umano oltre che di stima reciproca.
Credits foto: per gentile concessione di Matteo Nardone