L’ultima recensione del festival, per quanto mi riguarda perchè sono di partenza, la dedico a Somtum del thailandese Nontakorn Taweesuk; la pellicola, una divertente commedia sulla rabbia e sugli inconvenienti del peperoncino, vede protagonista un turista australiano che si ritrova in terra straniera senza passaporto e senza soldi; aiutato da due ragazzine dovrà vedersela con dei contrabbandieri di droga e con la sua “nuova” famiglia thailandese.
La simpatia del film sta tutta nel grosso, ma veramente grosso, protagonista che si trasforma in un rosso mostro rabbioso quando mangia peperoncino. Non mancano le scene di New Muay, la nuova lotta in voga in oriente, ed anche in questo film sono i ragazzini a dare l’esempio (cominciano da piccoli, i marmocchi). Una commedia semplice ed esageratamente divertente, segno che il cinema asiatico contemporaneo si muove su diversi territori raccontando storie spesso paradossali, trattandole però con mestiere e con la profesionalità di un film d’autore.
Alcune riflessioni notturne prima di lasciare, per quest’anno, Udine e il suo festival: il cinema ci arricchisce, ci fa riflettere, ci emoziona, ci scuote e ci percuote, ci libera attanagliandoci, ci permette di guardare oltre il già visto, trasporta la memoria e ci comunica ogni giorno che esistiamo; per questo ogni città dovrebbe avere il suo festival, ogni cittadino dovrebbe poter immergersi per dieci giorni nel clima di una rassegna cinematografica, d’un solo fiato, per riconoscersi nel tempo in cui viviamo e per poter capire il mondo che abbiamo attraverso le visioni di occhi diversi, quelli magici del cinema e delle persone che lo fanno.
More festivals for everybody!
Luigi Coccia
La mia collaborazione con Cinemio prosegue con [CRONACHE CINEMATOGRAFICHE: il cinema visto da angolazioni parallele] l’ultimo sabato di ogni mese su www.cinemio.it