Arriva in sala il 26 Febbraio il nuovo film da regista di Silvio Muccino, fratello di Gabriele, che dopo un’assenza di circa cinque anni cambia casa di produzione (dalla Cattleya alla Medusa) e prova a proporre una storia più leggera tinta sempre di sentimento come i precedenti lavori, scritti da lui insieme alla fedele Carla Vangelista. In circa 400 copie arriva al cinema Le leggi del desiderio.
Trama
Giovanni Canton (Silvio Muccino; Un altro mondo, Il mio miglior nemico) è un life coach, un trainer energico e carismatico che prova ad aiutare le persone a raggiungere gli obbiettivi e i desideri che tentano di raggiungere da una vita, dall’amore, al successo, ai soldi. Dopo una serie di audizioni sceglie tre pretendenti per il suo programma di training: Ernesto (Maurizio Mattioli; Sei mai stata sulla luna?, Sapore di te), Luciana (Carla Signoris; Allacciate le cinture, Femmine contro maschi) e la sua assistente Matilde (Nicole Grimaudo; Buongiorno papà, L’ultima spiaggia).
Trailer del film ‘Le leggi del desiderio’:
Dall’esordio sino a qui
Torna, con Le leggi del desiderio, Silvio Muccino, dopo quasi cinque anni di assenza dal grande schermo in veste sia di regista che di attore, dopo la pubblicazione di un romanzo e i continui scontri con il fratello più grande Gabriele (scontro su più fronti – pare -, da quello personale a quello professionale).
Torna ancora una volta dopo aver lavorato alla sceneggiatura insieme alla fedele amica Carla Vangelista con cui ha esordito come regista nel 2008 con Parlami d’Amore e ha proseguito nel 2010 con il più maturo, almeno in materia di tematiche, Un altro mondo che, avendo floppato in quanto ad incassi (uscito nel difficile periodo natalizio) ha portato il Muccino Jr. ad una pausa di riflessione. Fino ad oggi.
Il puzzle incasinato
È tornato. E torna decidendo di raccontare, con Le leggi del desiderio, una storia fatta di sentimenti ma con la presunzione, stilistica e tematica, di portare un certo tipo di cinema urbano più tipicamente newyorkese in Italia, presentando la figura del life coach, ancora poco conosciuta nel nostro (bel) paese ed un intreccio di tre tipologie diverse di persone (Grimaudo, Mattioli, Signoris) che vanno a ruotare sempre e costantemente attorno alla narrazione sempre abbastanza lontana da un totale realismo che il Muccino racconta.
Seppur lineare nella narrazione, è spesso sin troppo prevedibile nelle azioni che narra e nello sviluppo (e finale) delle vicende e quindi perde una scommessa che poteva sembrare interessante in partenza: quella di raccontare un personaggio nuovo per l’Italia che va però poi a perdersi nei meandri di un racconto trito e ritrito, prevedibile e che lascia a dialoghi spesso fin troppo esplicativi il compito di raccontare, più che alle immagini o agli sguardi degli attori.
Ancora una volta tutto si concentra su Muccino, per quanto i personaggi secondari risultano essere più divertenti ed affascinanti (sostenuti da doti interpretative che riescono ad andare oltre qualsiasi basso dialogo o prevedibile situazione. Non per nulla le migliori battute nascono dalla natura romana di Mattioli, indipendente di certo dal copione di partenza).
Torna Silvio Muccino e tenta con Le leggi del desiderio ancora una scalata al box office e magari un riconoscimento dalla critica che difficilmente arriverà, pur essendo alla sua terza prova. Una buona commedia di sentimenti negli intenti iniziali finisce per essere un tentativo disordinato con l’ennesimo finale favolistico. Peccato. Magari provare a scollegarsi dalla figura di attore e lavorare soltanto dietro la macchina da presa potrebbe essere un’idea per il futuro.