Registi emergenti: ‘Mi ritroverai dentro di te’ di Eitan Pitigliani

Oggi facciamo una chiacchierata con il regista Eitan Pitigliani, autore di un intenso cortometraggio dal titolo Mi ritroverai dentro di te, che vede come protagonista l’attore Andrès Gil. Eitan Pitigliani, classe 1986, dopo una breve parentesi da attore, ha studiato regia cinematografica a New York e Londra. Del 2010 il suo primo cortometraggio, In questa vita, sul terremoto de L’Aquila, che ha partecipato a numerosi festival cinematografici e, presentato in Parlamento, ha ricevuto l’elogio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Mi ritroverai dentro di te è il suo secondo cortometraggio. Attualmente sta lavorando alla sceneggiatura del suo primo lungometraggio.

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Mi ritroverai dentro di te

Pablo, un giovane argentino, arriva a Roma alla ricerca delle proprie origini. Suo nonno aveva vissuto lì ma di lui gli sono rimasti solo un quadro di una trattoria romana ed una poesia, ode al Mar de la Plata, il mare argentino che l’uomo fu costretto ad abbandonare. Un ragazzo argentino a Roma alla ricerca delle proprie origini, una voce fuori campo che racconta le sue emozioni, una poesia che parla d’Amore, quello vero dal quale non ci si può separare neanche a chilometri di distanza, una musica che con sentimento e veemenza accompagna le scene, una splendida fotografia che regala scorci di una Roma poetica: sono questi gli ingredienti che rendono originale e straordinario Mi ritroverai dentro di te di Eitan Pitigliani, la cui prova registica convince e conquista. Bravissimo il protagonista, Andrès Gil eccezionale nell’esprimere con gesti ed espressioni il desiderio di scoprire se stesso attraverso un passato sconosciuto.

L’intervista al regista Eitan Pitigliani

Ciao Eitan, benvenuto su cinemio. Oltre ad essere regista sei anche autore del soggetto e sceneggiatura del corto. Vuoi raccontarci com’è nato?

In realtà io credo che il cinema sia la più meravigliosa delle arti grazie alla grande collaborazione tra diverse persone, ognuna che si occupa di una parte dell’immenso lavoro che poi darà vita al film. Generalmente ho delle folgorazioni che metto subito in bianco e nero ed affido ad uno sceneggiatore di fiducia. Questa volta, trattandosi di un esperimento filmico atipico e che prescindeva dalla narrazione canonica, ho scritto io la “sceneggiatura, avvalendomi però della collaborazione di un giovane talentuoso sceneggiatore di Torino, Alessandro Regaldo, che mi ha dato alcuni spunti molto importanti. Come ti dicevo, You will find me – Me reencontraràs dentro de ti, è un esperimento di narrazione onirica, attraverso il quale volevo dare voce (e musica) alla ricerca delle proprie origini e della propria identità in un percorso che volevo fosse simile a quello di un sogno, come a mostrare il modo in cui la mente a volte viaggia da sola, alla ricerca di un qualcosa che poi spesso è già dentro noi stessi. Da qui anche il titolo del cortometraggio.

L'attore Andrès Gil

L’attore Andrès Gil

Parliamo del giovane attore protagonista del corto Andrès Gil: come l’hai scelto e come hai lavorato con lui per la costruzione del personaggio?

Andrès è, prima che un attore molto talentuoso e dedizioso, una persona molto sensibile e delicata. Proprio per questo riesce a mettere nel personaggio tutto se stesso, e anche di più. L’ho scelto dopo aver ragionato molto su che tipo di attore cercassi, appunto un attore che riesca a mostrare la profondità delle emozioni senza filtro alcuno, con il solo ausilio di una leggera caratterizzazione esteriore. Agire in scena senza blocchi emotivi e mostrare la verità è il primo elemento che cerco in un attore, quello che io credo sia il primo livello, il primo ma anche il più importante, dopo il quale viene poi tutto il lavoro fisico ed emotivo caratterizzato sul personaggio. Andrès ha tutte queste caratteristiche nonostante riesce ad emozionare lo spettatore solo con un semplice sguardo, come pochi attori riescono.

Grandi protagonisti del corto sono le musiche e le splendide immagini di Roma. Vuoi raccontarci in dettaglio il lavoro fatto da e con l’autore delle musiche ed il direttore della fotografia?

La fotografia e la musica sono due componenti per me essenziali in un film. Mi piace ragionare su un progetto partendo dalle quelle folgorazioni di cui ti accennavo e, poco a poco, aiutandomi con delle musiche, dandogli una forma fotografica. In questo cortometraggio ho deciso di lavorare con uno dei migliori direttori della fotografia emergenti, Timoty Aliprandi, con cui da tempo avevo in mente di girare qualcosa. Timoty mi è entrato subito nella mente, capendo tutto quello volevo ritrarre e “dipingere” attraverso la macchina da presa. Una fotografia fredda che poi va piano piano a scaldarsi nella parte centrale, quella della ricerca attraverso le meravigliose e sublimi strade di Roma, da Trastevere al Ghetto, che poi si raffredda di nuovo, ma solo lievemente, nella parte finale, quella in cui il ragazzo scopre la “sua” verità. Le musiche sono state un fattore non solo importante ma essenziale, senza cui non avrei potuto trasmettere il tipo di emozione che volevo, così come la vivevo io. Mi piace lavorare con quelle emozioni che non sono in superficie ma che giacciono in profondità, emozioni spesso morbose e forti, più forti di noi, come la ricerca di se stessi, della propria identità e delle proprie origini. Ho avuto l’onore e il grande piacere di lavorare con Paolo Vivaldi, uno dei più grandi compositori italiani. Dal primo momento in cui ci siamo incontrati e abbiamo parlato delle immagini, Paolo è entrato nella sfera emotiva perfetta, quella di una musica onirica e ricorrente (quella che volevo), strutturando lo score come un tango argentino che diventa una musica della mente e che, “little by little“, si traduce in una corsa nel tempo, un viaggio onirico alla ricerca di se stessi.

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Ho letto una curiosità del corto: per le riprese hai avuto l’opportunità di usare un vecchio cappotto indossato in scena da Vittorio Gassman. Che emozione ti ha dato?

E’ stata una emozione unica. Ho saputo dell’aneddoto quando eravamo in prova costume ad Annamodecostumes, che è uno dei nostri sponsor e che ringrazio per averci messo a disposizione dei costumi molto raffinati e ricercati. In realtà anche per in relazione ai “costumi” sono stato davvero molto fortunato, avendo la possibilità di avvalermi della collaborazione di una grande costumista, Nicoletta Ercole, una amica ma al contempo una grande costumista, che è nel cinema da una vita e che ha lavorato con registi di ogni calibro, da Coppola a Polanski a Marco Ferreri. Praticamente tutti! E, seppur l’amicizia con Nicoletta è davvero molto forte, lavorare con un’artista di questo calibro è stata per me una grande emozione.

Il corto è coprodotto da Argentina, Italia e Francia: quanto hai sentito la responsabilità di girare un prodotto così sentito e voluto da più produzioni e patrocinato dalla Fondazione Museo della Shoa e della Comunità Ebraica di Roma?

Sono onorato delle collaborazioni e dei patrocini ricevuti e sì, in effetti quello che cercavo di realizzare devo dire che è venuto fuori così come lo volevo. Forse anche meglio, dato che per me il set è l’inizio di una ricerca, che si arricchisce a poco a poco di tutti i contributi delle diverse persone coinvolte, ognuna delle quali mette il suo piccolo grande tassello del mosaico. Tutti, nessuno escluso. Sapendo bene cosa per me era importante cercare e ritrarre, devo dire che il figlioletto è venuto proprio come il papà se lo immaginava 🙂

L'attore Andrès Gil

L’attore Andrès Gil

E ora uno sguardo al futuro. So che stai lavorando ad un progetto per un lungometraggio. Puoi raccontarci qualche dettaglio in più?

Ecco, uno sguardo al futuro potrebbe essere rappresentato dal “figlioletto”. No, scherzo. Per quello magari è ancora presto. Ma credo che il premio Golden Spike Award ricevuto al Giffoni, assieme al gradimento ed agli applausi dei ragazzi alla proiezione (e anche dopo) e un po’ a tutta l’esperienza del Giffoni, sia un chiaro segnale di quale sia la giusta strada per me da seguire. Quella di realizzare dei film veri, profondi ma che siano soprattutto film per ragazzi, in cui le emozioni toccano in quanto vere, profonde (scusa per la ripetizione) e orientate verso la creazione di un valore. Sono davvero felice del fatto che, a diversi livelli, e nel caso di You will find me anche con una certa complicatezza intrinseca relativa alla trama e ai contenuti, i ragazzi siano i primi a riconoscere la sincerità, il valore e il sense of wonder all’interno di un film. Questo è per me un motivo di orgoglio e una forte spinta alla realizzazione del mio primo lungometraggio. Posso dirti soltanto che sto lavorando con un produttore cinese, e che quindi il mio primo film verrà da là, dal Paese del Sol Levante, girato tra la Cina e l’Italia. Sarà un film giovane, un film per ragazzi, proprio in linea con questa esperienza giffoniana. Di più non posso proprio 🙂

Il regista Eitan Pitigliani

Il regista Eitan Pitigliani

Ringrazio di cuore Eitan Pitigliani e gli faccio un grande in bocca al lupo per questo nuovo interessante progetto sperando di averne presto ulteriori notizie.

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