La Sedia della Felicità: il Veneto in chiave grottesca

Esce oggi nelle nostre sale La Sedia della Felicità, opera postuma del regista Carlo Mazzacurati (La Passione, La Giusta Distanza), una commedia ambientata in un Veneto grottesco ma allo stesso tempo non così distante dalla realtà.

di Edoardo Marco Aversa

La sedia della felicità

Bruna (Isabella Ragonese, Un altro mondo, Oggi sposi), estetista che vive con affanno la crisi economica italiana, viene a sapere da una sua cliente in punto di morte dell’esistenza di una sedia contenente un tesoro ricchissimo. La giovane si reca nella villa ove è situata la sedia, ma sfortunatamente rimane bloccata dietro al cancello in compagnia di un cinghiale. Ad aiutarla accorre Dino (Valerio Mastrandrea, Viva la Libertà, Un giorno Perfetto), un tatuatore che ha uno studio vicino al suo e condivide con lei la stessa fallimentare situazione economica. I due quindi uniscono le forze per cercare la sedia, incontrando sul proprio cammino una lunga serie personaggi bizzarri e affrontando diverse situazioni inaspettate…

Trailer del film

Il Veneto in chiave grottesca

L’ultimo film di Mazzacurati segue le orme del suo predecessore La Passione, raccontando una storia dai toni grotteschi ma allo stesso tempo in grado di delineare la situazione di crisi in cui perversa l’Italia. Se nel precedente lavoro Il luogo scelto era la Toscana, ne La Sedia della Felicità le vicende sono ambientate in un Veneto (per precisione Jesolo e zone limitrofe) popolato da personaggi in difficoltà e bisognosi di una scossa che migliori le proprie vite.

Bruna, Dino e Padre Weiner (Giuseppe Battiston, La Passione, Figli delle Stelle), così come le altre figure che i nostri incontreranno sul proprio cammino, dall’anziana sensitiva ai pastori balbettanti, rappresentano le varie sfaccettature della crisi italiana, che comprende non solo il lato economico e pragmatico, ma anche quello spirituale. Solo il caso, vero artefice del destino dell’uomo, è in grado di cambiare le carte in tavola nelle vite dei protagonisti: è proprio questo a far incontrare i tre e ad accendere in loro un barlume di speranza. Una speranza di felicità.

Un tema così profondo ci è raccontato attraverso una commedia leggera e divertente, condita da buone interpretazioni (numerosi i cameo) e, nonostante la vena malinconica di fondo, dotata di una atmosfera positiva che mette di buon umore lo spettatore. La sceneggiatura, nonostante presenti alcuni situazioni e dialoghi un po’ forzati e ripetitivi, legati comunque al tono surreale delle vicende, è ottimamente scritta e riesce a non cadere nei classici clichè della commedia popolare italiana, dimostrando ancora una volta l’autorialità di un regista da sempre restio a rimanere nei confini del banale. Mazzacurati ci lascia quindi con un’opera “felice” ma al contempo pessimista, che descrive e rispecchia adeguatamente la personalità del regista stesso.

Voto 3/5

Clip dal film

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