Intervista ad Alessandro Stevanon vincitore della sezione cortometraggi al BIF&ST 2014

Continuiamo la carrellata sui cortometraggi in concorso al BIF&ST 2014 con l’intervista al vincitore della sezione: Alessandro Stevanon che, con il suo America, ha colpito la giuria popolare ed il presidente di giuria Nicola Giuliano.

crediti foto Stopdown.it

Alessandro Stevanon, Aostano classe 1982, dopo essersi diplomato presso l’Istituto di Stato per Cinematografia “R. Rossellini” di Roma ha lavorato dal 2004 come regista e documentarista sia in Italia che all’estero. America, documentario vincitore del concorso Cortometraggi al BIF&ST 2014, è il suo ultimo lavoro.

America di Alessandro Stevanon

Protagonista è Giuseppe Bertuna, conosciuto ad Aosta come Pino America, personaggio stravagante che, in quanto custode della camera mortuaria dell’ospedale di Aosta, ama definirsi “Il primario del reparto eternità“. Bertuna ha avuto una vita molto originale e ha passato anche qualche anno in America (da cui il soprannome). Con sguardo discreto Stevanon segue e ascolta, senza intromissioni, il protagonista e accompagna lo spettatore nella sua vita, sicuramente degna di essere raccontata.

Questa la motivazione del premio: Per la capacità di aver presentato un personaggio irresistibile con uno stile costantemente in equilibrio fra l’approccio documentaristico proprio dello spaccato della vita reale e quello della  finzione pura, grazie all’eleganza della confezione stilistica e soprattutto  alla capacità di raccontare nel tempo ridotto del cortometraggio l’intera vicenda di un essere umano.

Il protagonista Giuseppe Bertuna

Intervista ad Alessandro Stevanon

Ciao Alessandro, benvenuto su cinemio.it. Iniziamo dal soggetto di America incentrato su Giuseppe Bertuna: come sei arrivato a lui e all’idea di fare un corto sulla sua vita?

Conoscere Pino, passando per il centro storico di Aosta, non è difficile. Lui è un personaggio simbolo della città, vittima spesso di pregiudizi sia per le sue apparizioni un po’ stravaganti, sia per sua professione. È infatti custode della camera mortuaria dell’ospedale di Aosta e supporta i medici durante le autopsie in qualità di tecnico necroforo.
Ho avuto modo di proporgli nel 2002, per il mio primo corto, un piccolo ruolo e lui, innamoratosi dell’esperienza, mi chiedeva spesso di voler replicare. Allora io gli proposi di raccontarsi: così è nato America.

Pino America

Parliamo del protagonista: come ha reagito all’idea di un corto su di lui? E come è andata con lui sul set?

Credo che per lui sia sta un’opportunità di potersi raccontare per quello che è realmente. Lui si è fidato e si è lasciato andare a racconti e aneddoti anche molto intimi, alcuni dei quali non ho voluto inserire nel film per rispetto e per paura che potessero essere fraintesi. Direi che si è calato totalmente nel ruolo che gli avevo affidato ed è stato anche molto paziente nell’attendere i tempi necessari a preparare le diverse scene. Alla fine si è creato fra lui e la troupe un ottimo affiatamento.

Più in generale com’è andata la lavorazione del corto? Quanto è durata e quanto è costato (se posso chiederlo)? Ci sono degli aneddoti che ti va di raccontarci? Il corto è girato con la voce del protagonista fuori campo: scelta stilistica o necessità?

Considerata la storia molto intima, ho cercato di limitare al minimo la troupe. Eravamo in 4: il direttore della fotografia, il fonico, un assistente ed io.
Abbiamo diviso la produzione in due fasi. La prima è durata circa 3 mesi dove ho raccolto le interviste con Giuseppe. Queste registrazioni, realizzate a distanza di diversi giorni l’una dall’altra, sono state indispensabili alla scrittura della storia e alla creazione della voce fuori campo attraverso la quale il personaggio si racconta nel film.
La seconda fase è durata circa una settimana dove abbiamo concentrato tutte le riprese.

Ed ora una domanda sul BIF&ST che ti ha visto vincitore della sezione cortometraggi. Com’è stata questa esperienza? C’è un complimento che ti è rimasto più nel cuore? Com’è stato abbracciare Lou Castel sul palco? Hai avuto la possibilità di parlare con lui?

L’esperienza al Bif&st è stata qualcosa che non avevo assolutamente messo in conto. E’ stato eccezionale già solo essere in gara. Domenica sera dopo la proiezione ho ripreso l’aereo per tornare a casa contento per com’era andata, per l’esperienza vissuta e per le reazioni dopo la proiezione. Una volta atterrato all’aeroporto di Torino, la telefonata: «Risali su un aereo, torna a Bari. Hai vinto».

Il giorno dopo ricevere il premio “Michelangelo Antonioni“, nella magica atmosfera del teatro Petruzzelli, dalle mani di Lou Castel è stata un’emozione che ancora adesso mi riesce difficile spiegare. L’abbraccio sul palco da un’attore così importante è stato tanto inaspettato quanto commovente: non potevo chiedere di più.

Alessandro Stevanon premiato al BIF&ST

Per concludere uno sguardo al futuro. Cosa ti attende ora? C’è già un nuovo progetto nel cassetto?

Dopo le anteprime di Clermont-Ferrand e Bari, America circuiterà in Italia e all’estero grazie alla selezioni nei festival. Per il futuro ho in mente tante idee e progetti. Al momento sto lavorando su un nuovo progetto questa volta incentrato su di un fatto di cronaca degli anni 70, di cui in pochi ne hanno parlato.

Il regista Alessandro Stevanon

Ringrazio Alessandro Stevanon per la disponibilità, rinnovando i miei complimenti e quelli dello staff di cinemio per il premio.

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