Un cast d’eccezione e tutto al femminile: è quello di Meglio se stai zitta, il cortometraggio di esordio dietro la macchina da presa dell’attrice Elena Bouryka con la quale abbiamo fatto una bella chiacchierata.
Elena Bouryka è un’attrice italiana con alle spalle una carriera di modella e testimonial pubblicitaria. Dopo aver partecipato a numerosi programmi televisivi decide di frequentare alcuni corsi di recitazione che le aprono le porte del mondo del cinema (ha infatti lavorato con Lamberto Bava, Fausto Brizzi, Simona Izzo, Mimmo Calopresti e tanti altri). Curiosa di tutto ciò che ruota intorno ad un film si cimenta anche nella scrittura di sceneggiature per arrivare poi alla regia. Meglio se stai zitta è il suo primo cortometraggio.
Meglio se stai zitta
Valeria ha deciso di sposarsi e nel giorno più bello della sua vita vuole vicino a se le sue amiche più care. Ma una di loro, Antonia, mentre si reca al matrimonio, vede lo sposo baciare un’altra e lo dice alle amiche. A questo punto la domanda che assilla le damigelle è una sola: dirlo o non dirlo alla sposa?
Valeria Solarino, Claudia Potenza, Claudia Pandolfi, Donatella Finocchiaro, Emilia Verginelli e Antonia Truppo: è questo il cast, tutto al femminile (al quale si unisce il ‘povero‘ Michele Venitucci, sposo fedigrafo) del cortometraggio d’esordio di Elena Bouryka, il cui perfetto affiatamento, unito ad una sceneggiatura curata e mai banale, rende fresco e divertente. Un’ottima prova della regista che dimostra quanto questo ruolo le calzi a pennello.
Le domande alla regista
Ciao Elena, benvenuta su cinemio. Iniziamo con il parlare di te: la tua carriera inizia come modella poi passi alla recitazione, alla scrittura infine alla regia. Tutti cambiamenti ponderati, affrontati con grande professionalità. Sembra che la regia sia il tuo punto di arrivo. E’ così? E’ questo il ruolo in cui ti senti più a tuo agio?
Mi sento tanto in colpa quando si parla di me da modella che mi sento in dovere di precisare: tutte noi da piccoline abbiamo tentato di fare le modelline per i parrucchieri, per il negozio sotto casa quando faceva le sfilate del paese… Avevo 14 anni ed era più divertente che perdere tempo davanti ad un biliardino. A 18anni mi sono trasferita a Roma e avrei tanto voluto fare la velina, la microfonina o non so cos’altro, ma in tutta onestà non mi hanno mai considerata e sono stata presa per la trasmissione “Stracult” non certo perchè ero perfetta. La ragione per cui Marco Giusti mi confessó di avermi presa era perchè ERO DAVVERO TROPPO SBAGLIATA! Sempre perennemente goffa, ciabatte orrende, senza trucco, senza sapere nulla ne di cinema, ne di politica ma solo con tanta cultura sulla vita di Di Caprio o di Jennifer Lopez! Ma estremamente rompina e curiosa di volerne sapere di più.
Continuai così quella trasmissione per anni tentando di migliorarmi perchè mi rendevo conto di far molto ridere (ed era lo scopo della trasmissione) e invece volevo essere presa sul serio. Cosi guardavo quella trasmissione per tentare di migliorarmi e allo stesso tempo imparavo il cinema. Cominciai a fare corsi su corsi di recitazione, trovai i miei insegnanti e incominciai a fare provini. Mentre ero sul set, facevo il mio lavoro e, nei giorni in cui non dovevo lavorare, venivo lo stesso per seguire il senso del film e studiare la storia. Mi sono cosi tanto appassionata alla costruzione delle storie, dei personaggi, dell’arco trasformazionale, del voler raccontare molto più di un personaggio (raccontare la storia attraverso le azioni del personaggio) che mi sono dedicata alla sceneggiatura per capirne di più. Purtroppo mi rendo conto di non essere un fenomeno nella scrittura, ma sento delle urgenze di voler raccontare delle storie e sto cercando il collega giusto che mi affianchi in questo lavoro. Comiche o drammatiche non importa, ma che siano relazioni umane che mi colpiscono e mi danno la spinta per tentare una comprensione su come sono fatti i sentimenti e gli esseri umani.
Così, mi sono ritrovata sui set dei miei film dietro alle macchine da presa, sempre più curiosa di capire perchè si usano le luci puntate addosso in un primo piano e invece in un totale bisogna modificare tutto… Perchè si usa un dolly amatissimo invece di una camera a spalla… Perchè poi altri registi fanno l’esatto contrario di altri ancora… (E ho preso tanto da ognuno di loro). Perchè in un film funzionavo e in altri no… Insomma all’inizio non ci ho capito molto, ma ho osservato tantissimo e credo di aver imparato qualcosa.
Come vedi è un continuo evolversi di eventi e la vita è piena di strani fenomeni. Non credo sia un punto di arrivo. Peró devo ammettere che mi piace da impazzire questo mestiere e vorrei dedicarmici a pieno.
Passiamo a ‘Meglio se stai zitta’ il tuo primo cortometraggio, scritto a quattro mani con Maurizio Pepe. Un uomo ed una donna alle prese con un matrimonio tutto al femminile. Come siete arrivati alla storia e come avete affrontato la stesura della sceneggiatura?
Siamo due ragazzi che hanno avuto lo stesso insegnante di sceneggiatura, regia e recitazione. Ci capiamo immediatamente in quanto abbiamo la stessa formazione. Con questo corto ho scoperto di essere dislessica e Maurizio, ad esempio, sa trasformare in parole scritte le immagini tridimensionali che ho in testa io e ha messo anche parecchio del suo bagaglio. Abbiamo preso sei nostre amiche e abbiamo un poco parlato di loro, abbiamo preso due matrimoni differenti e li abbiamo uniti in uno. Abbiamo chiesto diversi supervisor sulla sceneggiatura per non fare troppi errori e abbiamo imparato anche da quello. Abbiamo preso cose vere della vita e li abbiamo trasformato in finzione per raccontare ció che ci urgeva al momento: l’ipocrisia non ha mai fine. E’ un film basato sulla scorrettezza e sulla scomodità, sulla totale anaffettività degli eventi, sul totale egocentrismo e chi la vince sull’altro.
Termina qui la prima parte di questa lunga ed interessante intervista ad Elena Bouryka. Continua a leggere la seconda ed ultima parte.
L’ammiravo già in tempi non sospetti, all’epoca di Stracult e BlaBlaBla. Veramente molto bella e umile, talentuosa, ispira e trasmette irresistibile simpatia e affetto; autoironica, un raggio di sole autentico semplice prezioso.
Sarebbe auspicabile venisse maggiormente valorizzata come attrice a tutto tondo, magari da autori di spessore in film di qualità.
Santino Sardo da Trieste