In questa terza ed ultima parte della lezione di cinema di Margarethe Von Trotta parliamo del suo ultimo film, ancora inedito in Italia, Hannah Arendt. Per l’occasione è venuta a Bari anche la protagonista del film, Barbara Sukowa, per ricevere il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence.
Barbara Sukowa: la mia Hannah Arendt
Nei video che seguono, Barbara Sukowa racconta il suo ruolo di protagonista nel film:
Pam Katz: Per sottolineare ulteriormente la preparazione estremamente precisa che Barbara ha intrapreso per poter interpretare questo ruolo, voglio raccontare la scena del tavolo da biliardo. Per essere all’altezza della scena Barbara ha avuto per mesi nella sua stanza un tavolo da biliardo e ha imparato a giocare con discreti risultati. Un’altra cosa estremamente importante sia per me che per la regista è stata quella che Barbara prima ancora di iniziare le sue ricerche per la preparazione del ruolo abbia voluto leggere la sceneggiatura perchè, ha detto, ‘in questa maniera riesco a vedere il personaggio dal punto di vista del pubblico che poi vedrà il film in sala e non mi lascio condizionare da altre cose che potrei apprendere facendo le mie ricerche’.
E’ estremamente apprezzabile quindi che abbia voluto tenere in considerazione il punto di vista ingenuo del pubblico che vede per la prima volta il personaggio rappresentato sullo schermo. Facendo così ha anche potuto indicarci i punti della sceneggiatura in cui avremmo dovuto essere più precise.
Barbara Sukowa: Sull’esperienza del biliardo voglio sottolineare che ci ho messo tutto il mio impegno ad imparare, grazie anche all’aiuto degli amici di mio figlio, per poi essere costretta a perdere nella scena. Tutta questa fatica per fare il ruolo della perdente!
In questo video Barbara Sukowa racconta quale metodo usa per entrare nel personaggio:
La realta e la finzione in Hannah Arendt
Il film ha un interessante senso di accuratezza, di quotidianità, ed è riuscito a restituire la grande impresa intellettuale della protagonista ma anche la piccola vita di tutti i giorni. Quale tipo di documentazione hanno usato? Sono stati creati, per esigenze drammaturgiche personaggi fittizzi o scene? Per esempio la scena del biliardo era inventata o la era davvero una giocatrice? Perchè quel giudizio sferzante su Hemingway? Nel video le risposte della regista e della sceneggiatrice Pam Katz:
Margarethe Von Trotta: Il professor Miller è un personaggio inventato e anche altri professori: erano uno strumento per spiegare che quando è cominciata questa controversia c’erano nell’università persone che erano contro di lei e per far ciò abbiamo inventato questo professore che prima l’ha pregata di venire all’università per tenere corsi e poi dopo si è messo contro di lei. Nel film poi c’è anche uno dei suoi primi amici con il quale ha seguito le lezioni di Martin Heidegger, il filosofo con il quale ebbe una relazione.
Anche quell’amico, padre di Gerusalemme, esiste davvero, esiste una corrispondenza con lui: si sa anche che prima della sua morte lei sia andata a trovarlo e lui le abbia vietato di entrare ed è stato uno dei più grandi dolori della sua vita. Noi quindi abbiamo inventato la scena in cui entra da lui. Non era proprio così ma lo shock, il dolore era lo stesso.
Il rapporto con il marito
Dopo essere scappata dalla Germania, Hannah Arendt sposò il poeta e filosofo tedesco Heinrich Blücher con il quale ebbe una lunga storia d’amore. Nel film Barbara Sukowa la interpreta come una donna fredda in pubblico ma molto dolce con il marito nel privato. Ecco lo scambio di risposte di Margarethe Von Trotta a riguardo. Inizialmente scherza con il pubblico, nel video spiega invece nel dettaglio le motivazioni:
I: Era davvero così dolce nel privato o avete un pò calcato la mano?
M: Tu non hai un rapporto così dolce con tuo marito?
I: Ma se il film l’avessi fatto vent’anni fa?
M: Forse il marito non sarebbe esistito, l’avremmo lasciato fuori (ride).
Pam Katz: Per ribadire questo aspetto di grande calore umano di Hanna Arendt come persona, tengo a precisare che non era una persona triste, tutte le persone con le quali abbiamo parlato e che l’aveano conosciuta ci hanno detto che lei era quasi un genio dell’amicizia per cui la dimensione dell’amicizia per lei aveva un’importanza molto profonda.
L’uscita del film
In questo video conclusivo della lezione di cinema di Margarethe Von Trotta la regista riceve i complimenti per aver avuto il coraggio di fare un film simile e parla dei riscontri ottenuti dopo l’uscita in Germania e delle aspettative sull’uscita in Israele:
Se questo articolo ti è piaciuto continua a leggere ed ascoltare le interessanti lezioni di cinema di cinemio.
No Responses