Il dottor Alfred Jones è un brillante scienziato che lavora per il Ministero della Pesca e dell’Agricoltura inglese. Imbrigliato in una quotidianità monotona e in un matrimonio poco felice, in un giorno qualunque, riceve la mail che cambierà la sua vita.
di Beatrice Campagna
I salmoni nello Yemen?
L’indirizzo è quello della signorina Harriet Chetwode-Talbot, segretaria di uno sceicco yemenita estremamente facoltoso, che vorrebbe realizzare un progetto ambizioso e un po’ folle: introdurre la pesca al salmone nello Yemen.
Piano complicato, forse impossibile, economicamente dispendioso e sfavorevole.
Alfred Jones non crede minimamente nella riuscita di questa bizzarra proposta. Tuttavia un’autoritaria e determinata Patricia Maxwell, portavoce del primo Ministro britannico, lo costringerà letteralmente a partecipare al progetto (in quanto vede in esso un’ottima occasione per diffondere, finalmente, una “buona notizia” sul Medio Oriente: questa collaborazione è perfetta per distogliere l’attenzione dall’ultimo fallimento mediatico).
Conquistato dal carisma dello sceicco e ancor di più dalla grazia di Harriet, il dottor Jones metterà da parte l’arido pragmatismo e volgerà lo sguardo verso il sogno e l’utopia, gettandosi anima e corpo sul progetto.
Quello che allo scienziato (come a tutti) sembrava inizialmente un semplice “capriccio” di una persona ricca, si rivelerà ben presto qualcosa di molto più grande, molto più profondo.
Nello Yemen il dottor Jones ritroverà quell’entusiasmo per il proprio lavoro che aveva ormai smarrito da anni; fronteggiando numerosi ostacoli sia interni che esterni, abbraccerà il sogno , e insieme ad esso, il vero amore.
Fiaba contemporanea…
Quella raccontata nel film è una vera e propria fiaba contemporanea, resa piacevole e vivace da una giusta dose di brillante ironia; la storia è ricca di spunti di riflessione e si muove parallelamente su due fronti opposti: il pragmatismo della politica interna ed internazionale, la guerra, e l’ineffabilità del sogno, dell’utopia, della speranza.
Si riflette sui rapporti tra l’Occidente e i paesi arabi e sull’importanza di tenere sempre accesi i propri sogni, poiché essi hanno il potere di unire e rivelare il lato migliore delle persone.
Diretto da un regista del calibro dello svedese Lasse Hallström (“Hachiko”, “Chocolat”), “Il pescatore di sogni” è un film che coinvolge, diverte ed emoziona; ricorre, forse, a qualche clichet di troppo, ma ha tutti i tratti distintivi della grande opera cinematografica: si avvale di una straordinaria fotografia, una pregevole colonna sonora e un cast di primo livello. La storia, con i suoi forti tratti di originalità, difficilmente si dimentica.
Il film è una trasposizione fedele del romanzo del 2007, “Salmon fishing in the Yemen”, di Paul Torday .
Il cast è davvero un valore aggiunto: Ewan McGregor è il dottor Alfred Jones; Emily Blunt è la signorina Harriet Chetwode-Talbot, e la bravissima Kristin Scott Thomas interpreta il portavoce del Primo Ministro inglese, Patricia Maxwell.
Efficace e carismatico, come il personaggio assolutamente richiedeva, Amr Waked che veste i panni del visionario Sceicco Muhammad.