Anniversario: a trent’anni dall’uscita Arbore presenta ‘Il Pap’occhio’ in DVD

Il Pap’occhio, film del 1980, segnò l’esordio da regista di Renzo Arbore. A trent’anni di distanza il regista, insieme a Fabrizio Corallo che ha curato i contenuti extra, e a Oscar Iarussi, Presidente dell’Apulia Film Commission, ha presentato a Bari l’uscita del film in DVD e ci ha raccontato alcuni interessanti retroscena.

Il film

Siamo nel 1980:preoccupato per l’allontanamento dei fedeli dalla religione cattolica, il neoeletto papa decide di dar vita alla tv Tele Vaticano e chiama Arbore e la sua allegra brigata di comici, reduci dal programma L’altra Domenica, ad organizzare uno show in diretta in mondovisione: naturalmente ne succederanno di tutti i colori.

Renzo Arbore girò Il Pap’occhio tra Roma e la Reggia di Caserta (dove fu battuto il primo ciak nell’aprile di 30 anni fa). Nonostante la breve permanenza nelle sale (fu sequestrato con l’accusa di vilipendio alla religione cattolica), gli incassi furono notevoli tanto che il film fu il quinto in classifica di quell’anno e vinse il Biglietto d’oro, premio assegnato dagli esercenti, oltre ad avere i complimenti di autorevoli registi come Federico Fellini e Mario Monicelli. Nel trentennale dell’uscita si è deciso con Rai Cinema e 01 Distribution di distribuirlo, in edizione rimasterizzata, in DVD, arricchito di 70 min di interviste ad Arbore, Isabella Rossellini, Luciano De Crescenzo, Mariangela Melato, le Sorelle Bandiera, Luciano Tovoli (direttore della fotografia) e gli altri protagonisti.

Locandina del DVD

Locandina del DVD

La genesi e l’accusa

Questo il racconto della nascita del film:

Con Luciano de Crescenzo avevamo un progetto, per divertirci con il catechismo imparato quando frequentavo l’oratorio. Incautamente il produttore accettò e noi ci trovammo a scherzare sulle cose di Chiesa. In realtà, scrivendo il film non volevamo offendere il sentimento religioso nostro e di chi ci guardava (non ci sono infatti crocifissi, madonne e tante altre cose divertenti che non abbiamo messo).

Quando arrivammo al processo, durante la deposizione, raccontai al giudice quello che avremmo potuto fare se avessimo voluto offendere la religione: per esempio un’idea era quella di girare una scena in chiesa dove, durante una celebrazione avremmo inserito l’hashish nel turibolo al posto dell’incenso. Alla fine il giudice non ci condannò nè ci assolse.

In realtà nel 1982 la Corte d’Appello di Roma archiviò la denuncia per vilipendio relegando il film in una sorta di limbo, facendolo diventare praticamente irreperibile e trasformandolo nel tempo in un cult movie.

Persino Benigni andò a deporre col suo tipico umorismo: si avvicinava sempre alla corte tanto che il giudice lo redarguiva sempre. Ad un certo punto gli ha detto una cosa all’orecchio. Quando gli ho chiesto cosa gli avesse sussurrato mi ha risposto: ho detto che il film è talmente cattolico che tu hai preso i soldi dal Vaticano.

Si ipotizza che tutta l’ostilità del momento, a partire dal sequestro di un procuratore senza neanche averlo visto, fosse legato all’ultima edizione del Festival di Sanremo nella quale Benigni era stato contestato per aver chiamato il Papa, con il suo solito umorismo toscano, Wojtylaccio.

A proposito di Roberto Benigni, in questo video Arbore racconta un divertente episodio relativo al Miracolo di San Gennaro:

L’altra Domenica

Molti personaggi, da Isabella Rossellini a Roberto Benigni a Milly Carlucci, sono diventati famosi proprio grazie al film e al programma L’altra Domenica, in onda su Rai 2.

Il successo de L’altra Domenica, fu grande (è stato persino votato dai giornalisti come miglior programma della storia della televisione), tanto che Domenica In nacque proprio in quei tempi come risposta di Rai 1. E’ stato il primo contenitore lungo, durava dalle 14.00 alle 20.00, e prevedeva anche un intermezzo sportivo. Per il programma inventai (ed era la prima volta) i quiz telefonici: uno di questi era indovina indovinello dove sta il caramello che aveva lo scopo di prendere in giro i quiz del tempo.

Durante una puntata si parlò inoltre per la prima volta di Papa Wojtyla, da poco eletto.

Il regista

Arbore ha continuato ad intrattenere il pubblico con la sua solita verve comica. In questo video un accenno a due progetti che aveva in mente come regista: il primo su Foggia, la sua città d’origine, e il secondo con Lino Banfi.

Avendo sempre affermato di non avere molta esperienza di regia, Renzo Arbore ci ha svelato che quando il direttore della fotografia gli chiedeva come voleva fosse girata una particolare scena lui scherzosamente rispondeva: ‘Basta che si veda’. In realtà, a detta del regista, le tecniche del girato nei film comici devono essere molto semplici. Ne sono un esempio, i film di Totò e Il giudizio universale, il famoso monologo di Roberto Benigni della durata di oltre 9 minuti, come ci racconta in questo divertente video.

Concludo l’articolo con un saluto che Arbore ha voluto mandare a me e a tutti i fan di Cinemio.

Un saluto da Renzo Arbore

Un saluto da Renzo Arbore

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