Realtà e fantasia nel cinema: Hugo Cabret

Diamo oggi il benvenuto ad una nuova collaboratrice, Beatrice Campagna, che è andata per noi a vedere il film di Martin Scorsese, pluricandidato agli Oscar 2012: Hugo Cabret.

Hugo Cabret

di Beatrice Campagna

Dal regista premio Oscar Martin Scorsese, un’emozionante avventura per tutta la famiglia al confine tra realtà e magia, tratta dal romanzo besteller The invention of Hugo Cabret di Brian Selznick. Il libro, vincitore della medaglia Randolph Caldecott nel 2008, ha colpito moltissimo il regista che racconta di averlo letto tutto d’un fiato e di aver sentito subito un’affinità con la storia del giovane protagonista.

Il 3D aggiunge sicuramente qualcosa alla bellezza delle scene, composte magistralmente da Scorsese che è al suo primo film girato con questa tecnica. Hugo Cabret, candidato a ben undici statuette agli Oscar 2012, è una storia imperdibile che offre numerosi spunti di riflessione.

L’ambientazione non potrebbe essere più affascinante: siamo a Parigi , nel 1930. Hugo è un ragazzino di dodici anni, timido e di indole solitaria; non ha altri che il padre, abile orologiaio, dal quale sta imparando il mestiere con interesse e grande attitudine.

Il momento più bello della giornata per Hugo, è quando il padre torna dal lavoro e si siede accanto a lui per portare avanti la riparazione di uno strano uomo meccanico, recuperato nel magazzino di un museo. I sogni e le certezze del giovane protagonista vengono messi a dura prova quando, in un incendio, perde il padre. E’ da qui che inizia la sua avventura nel tentativo di completare da solo ciò che aveva iniziato con il genitore scomparso.

Far funzionare nuovamente l’automa, quello strano uomo meccanico, è per lui una missione: non permetterà a niente e a nessuno di impedirglielo. E’ convinto che quella macchina, una volta aggiustata, abbia un messaggio molto importante da dare e lui vuole scoprirlo ad ogni costo. Dopo essere rimasto orfano, finirà a vivere all’interno della stazione centrale di Parigi.

Qui, trascorre le sue giornate curando la manutenzione dei grandi orologi, al posto di uno zio ubriacone che avrebbe dovuto occuparsi di lui; Hugo inoltre è perennemente inseguito dall’ispettore della stazione e dal suo cane, che lo sorprendono spesso a commettere piccoli furti.

La sua vita cambierà nuovamente dall’incontro con una ragazzina e lo strano proprietario di un negozio di giocattoli, al quale ha più volte rubato attrezzi e piccoli oggetti per completare la riparazione dell’uomo meccanico.

Tutta la seconda parte del film ha dei risvolti fortemente inaspettati, prendendo una direzione affascinante: varie vicende porteranno Hugo e la sua nuova amica Isabelle ad indagare sul passato di George, il giocattolaio. I segreti che tenta di seppellire verranno a galla in maniera dirompente, trasformando questo film in un racconto imperdibile per gli amanti del cinema e della sua storia.

Hugo Cabret contiene infatti un omaggio meraviglioso alle origini della settima arte e a Meliès, uno dei padri della cinematografia e creatore di opere di inestimabile valore agli inizi del Novecento. In alcune fasi, ci troveremo a vedere parti di Le Voyage dans la Lune e altri capolavori del regista francese in 3D: la più moderna tecnologia visiva al servizio delle origini del cinema. Pura magia.

Il cast che Martin Scorsese ha messo insieme per questo film, è un valore aggiunto alla forza già grande della storia: Hugo Cabret ha il volto di Asa Butterfield, premiato nel 2008 per la sua interpretazione ne Il bambino con il pigiama a righe”; Isabelle, l’unica amica del protagonista, è la bravissima Chloe Grace Moretz, già straordinaria in Kick-Ass e Blood Story.

Jude Law lo troviamo all’inizio della storia, in quanto è il padre di Hugo; Sacha Baron Cohen è la guardia della stazione, mentre il ruolo di George è interpretato da Ben Kingsley, al suo secondo film con Scorsese (che lo aveva scelto già in Shutter Island).

Il regista ha spiegato che la storia, nell’adattamento per il grande schermo, aveva bisogno di qualche aggiustamento e che quindi qualche modifica al racconto originale è stata fatta. Tuttavia, il suo intento di rendere giustizia all’opera letteraria non è stato disatteso: in un’intervista, Scorsese ha dichiarato di essersi continuamente ispirato al libro, del quale aveva sempre una copia con sé.

Se riunire realtà e fantasia era lo scopo del film, la resa è sicuramente straordinaria: il mondo di Hugo è coinvolgente e oscilla continuamente tra il sogno, la magia e il reale. Indimenticabile.

La recensione di Antonella

Continua a leggere la recensione su Fermenti Divi della nostra Antonella Molinaro

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