My Little Pony: A new generation, la recensione del film su Netflix

Si tengano forte bambini e Bronies (ossia i fan adulti della serie): My Little Pony: A new generation, l’ultimo nato del popolare franchising creato negli anni ’80 dalla società di giocattoli Hasbro, sbarcherà su Netflix dal 24 settembre.

Diretto da Robert Cullen e José Ucha, con le voci – nella versione originale – di Vanessa Hudgens (High School Musical), Elizabeth Perkins e Ken Jeong (Crazy Rich Asian), My Little Pony: A new generation è il quinto reboot delle avventure del Mio Mini Pony, come era chiamato inizialmente in Italia, e darà luogo ad una nuova serie incentrata sulle storie dei protagonisti, a seguire quella raccontata dal film.

My LIttle Pony: A New Generation - locandina
My Little Pony: A New Generation – locandina

My Little Pony: A New Generation

Molti anni sono passati dagli eventi di My Little Pony: Friendship is Magic e il mondo di Equestria sembra averne ormai dimenticato l’insegnamento basato sui valori dell’amicizia per lasciare spazio a divisione, paranoia e diffidenza. I paesi, una volta uniti, sono ora separati in tre zone differenti: Maretime Bay, dove vivono i Pony di Terra; Zephyr Heights, regno dei Pegasus Pony; e Bridlewood, patria degli Unicorni.

In ciascuno di questi luoghi sono raccontate storie spaventose sugli abitanti degli altri, per cui, ad esempio, i Pony di Terra sono terrorizzati dai crudeli unicorni che leggono la mente e fulminano con il, appunto, corno o dai rapaci Pegasus Pony che rapiscono le loro vittime scendendo in picchiata sulle loro prede. Solo una piccola Pony, Sunny (Vanessa Hudgens), la protagonista, cerca di far capire che tutta questa paura è frutto di bugie e che in realtà tutti pony potrebbero semplicemente essere amici, come nel “magico” tempo passato delle storie che le raccontava il padre.

Lei, “ribelle” pacifista, incontrerà Izzy (Kimiko Glenn), unicorno scappata alla noia dei suoi ormai apatici consimili, ed entrambe partiranno alla ricerca dei pezzi di un cristallo che, riunito, potrebbe riportare la magia nel mondo di Equestria, al momento privatone al punto da considerarla un’antica e infondata leggenda.

Nel loro viaggio si imbatteranno anche nella terza “dissidente”, Zipp (Liza Koshy), principessa dei Pegasus Pony che rifiuta di ingannare il suo popolo come la madre e la sorella Pipp (Sofia Carson), influencer e pop star a quattro zampe. Si uniscono a quest’epica questua anche Hitch (James Marsden), amico di infanzia di Sunny nonché sceriffo di Maretime Bay, e la sorella di Zipp, una volta che non le resterà molta altra scelta. Insieme vivranno una serie di avventure, di lotte contro gli ostinati reazionari simil fascisti che ancora si oppongono, di canzoni pop e allegre trottate. Fino all’epilogo finale.

Il trailer del film

My Little Pony: A New Generation – official trailer

Impressioni del film visto in anteprima: gioioso, colorato, pieno di buoni sentimenti, molto “Mio-Mini-Pony”style

Brioso, colorato, accompagnato da un buon sottofondo musicale, non eccessivamente intrusivo, e con la consueta dose di messaggi positivi, My Little Pony: A new generation, che abbiamo potuto visionare in anteprima, non deluderà i fan grandi e piccini della serie.

La transizione, anzi, dalla precedente alla nuova era è stata fatta con estrema eleganza e fluidità: l’inizio del film, infatti, è in animazione 2D, con i Little Pony originali, Twilight Sparkle, Rainbow Dash, Pinkie Pie, e tutti gli altri. Sono occupati a volare, galoppare, “strike the pose”, mettersi in posa tutti e sei insieme per proclamare che, “non importa cosa ci riserva il futuro, lo affronteranno insieme perché siamo i Guardiani dell’Amicizia e col potere dell’amicizia e della magia diffonderemo l’amore, gli abbracci, e…”.

E qua il quadro idilliaco cambia. L’unicorno diventa cattivo e con lo sguardo diabolico interrompe la narrazione volendo “friggere il cervello” degli altri pony a destra e a manca. Passaggio dal 2D alla CGI di ultima generazione, e incontriamo i nuovi protagonisti: Sunny, Hitch e Sprout (Ken Jeong), piccoli pony di nome e di fatto. I tre stanno giocando con le figurine dei My Little Pony originari, link perfetto tra il prequel a cartone e il pre-prequel, il giocattolo che ha dato vita a tutte le loro storie successive. Nel primo minuto e mezzo di film, quindi, con grande maestria Robert Cullen e José Ucha, ideatori oltre che registi del reboot, riuniscono e citano film precedente e gioco degli anni ’80, inserendoli perfettamente nella storia attuale.

My Little Pony : A new Generation - toys
Sunny e i giocattoli

Un film per i più piccoli, e non solo

Per fare una recensione che si rispetti di un film destinato ai bambini – e, in questo caso, agli aficionados del genere, i già menzionati Bronies –, bisogna poter osservare in presa diretta le reazioni nel guardarlo di entrambe le categorie. Dotatami di esemplari della prima (i miei figli) e della seconda (il mio compagno), posso testimoniare che, a parte un iniziale storcimento di naso del più grande (dei figli, il padre era già in adorazione) quando si era ancora in 2D e si parlava di amore, amicizia, abbracci e cupcakes, nell’istante stesso in cui siamo tornati “ai nostri giorni” (leggi, in animazione 3D) i loro occhi non si sono più staccati dallo schermo fino alla parola fine – con tanto di paillettes.

Intendiamoci, sono di bocca buona e non stiamo descrivendo un capolavoro dell’animazione: il film è però molto gradevole, scorre veloce, ha momenti simpatici e non troppi numeri canori, effetto Disney musical, che è sempre un rischio con le storie per bambini (Walt docet, evidentemente e ormai da tempo).

Valori educativi e paralleli con l’attualità in My Little Pony

Alcune situazioni rimandano anche inevitabilmente all’attuale, e per questo rappresentano un non trascurabile valore educativo. Ad esempio, risuonano potenti, in un momento in cui siamo costretti ad insegnare ai nostri bambini a star distanti dagli amichetti/e, a non abbracciare nessuno per terrore del contagio, le parole di Sunny ai suoi simili: “Non siete stanchi di avere paura tutto il tempo?”.  Perché quasi automaticamente vien da pensare che sì, lo siamo, lo siamo un po’ tutti. E anche fa pensare l’attitudine di chi sta al potere, che sia economico (Phyllis), politico (Queen Haven) o naturale, grazie alla potenza fisica (Alphabittle).

;y LIttle Pony: A New Generation - cast
I protagonisti

La prima, Phyllis (Elizabeth Perkins), vende aggeggi per proteggersi dai possibili attacchi dei temibili Pegasus e unicorni. Ha, quindi, tutte le intenzioni di mantenere la massa dei suoi acquirenti nella paura del presunto nemico: chi, altrimenti, comprerebbe più i suoi marchingegni? Per far questo si appoggia anche sulle manie di grandezza e fame di potere del figlio Sprout, amico di infanzia di Sunny e Hitch ma da sempre contrario alla possibilità di un’amicizia tra le varie specie di Pony.

La seconda, Queen Haven, utilizza la credulità del suo popolo per far pensare che solo lei e le sue figlie, Pipp e Zipp, possiedano ancora la magia di volare, in quanto membri della famiglia reale. Ma, in effetti, il tutto è un inganno creato con luci, riprese televisive ed effetti speciali.

Il terzo, Alphabittle, domina sul resto degli unicorni suoi simili perché tutti troppo depressi e apatici per ribellarsi, complice anche la sua stazza non indifferente e la sua abilità nel vincere tutti al gioco.

Focus sui “cattivi”, che poi cosi “cattivi” non sono

Insomma, tutti e tre i rappresentanti “adulti” della società dei My Little Pony potrebbero tranquillamente farci venire in mente dei potenti del mondo reale. Tramite l’instillazione della paura, l’utilizzo dei media o della forza bruta mantengono il dominio sugli altri, impedendo loro di vedere come sarebbe più semplice smettere di temere chi non si conosce. E, anche, come, aprendosi a lui/loro, potremmo realizzare che, in fin dei conti, non siamo poi così diversi. La magia è in tutti noi.

L’epilogo non sorprende né scontenterà i bambini – di età o di spirito – spettatori. Per quanto prevedibile, non poteva essere altrimenti. Chi, tra i critici, ha lamentato una mancata punizione dei potenti e/o dei “grandi”, si ricordi che siamo nel mondo di My Little Pony, dove a nessuno è negata una seconda chance e dove basta ricredersi sul proprio errore per andar oltre. Magari dopo un abbraccio e un goloso (e ipercolorato) cupcake.

Le voci

Bilancio finale di My Little Pony: A New Generation

Film carino, pieno di buoni sentimenti. Da far vedere a bimbe e bimbi senza distinzione. (Chissà perché di norma i film più classicamente girl-oriented sono anche quelli con i migliori messaggi, di pace, fratellanza, e, vabbé, in questo caso, abbracci e muffin dai colori brillanti?). Adatto anche ai bimbi degli anni ’80, ormai cresciuti, che continuano a mantenere nel cuore un posto speciale per la magia di My Little Pony.

Dopo il film di Sailor Moon Eternal, il tv show Fate: The Winx Saga, Netflix sta evidentemente specializzandosi nel targettizzare i ricordi d’infanzia dei quarantenni attuali… che ringraziano attendendo, a questo punto con discreta impazienza, la serie televisiva che farà seguito alle avventure della nuova generazione dei My Little Pony. Sunny, Izzy, Zipp, Hitch & company, vi aspettiamo!

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