“Un paese quasi perfetto” di Massimo Gaudioso. La piccola realtà di un paese d’Italia.

C’era una volta un piccolo paese, Pietramezzana,  incastonato nelle Dolomiti lucane, dove gli abitanti sono in maggioranza ex minatori, che vivono con la cassa integrazione. Questo è l’inizio di Un paese quasi perfetto, una favola italiana che rappresenta la maggioranza dei piccoli paesi che vanno piano piano scomparendo, per via della scarso lavoro e della vita di paese che oggi ai giovani va molto stretta e preferiscono spostarsi nelle grandi città o emigrare all’estero.

un paese quasi perfetto

Un paese quasi perfetto

Un paese quasi perfetto

La sceneggiatura, scritta interamente da Massimo Gaudioso, in realtà non è tratta da un soggetto originale, come già successo per “Benvenuti al sud” (2010) di Luca Miniero. Ha preso spunto dal film canadese “La Grande Seduzione” (2003) di Jean-François Pouliot, trasformando un paese di pescatori, in un piccolo centro di montagna che come unica risorsa aveva queste cave che vennero chiuse procurando un enorme disagio. 

Un paese quasi perfetto Massimo Gaudioso

Massimo Gaudioso il regista di Un paese quasi perfetto

Il sindaco Domenico Buoncore (Silvio Orlando), con la speranza che si possa aprire una fabbrica, per ottenere l’appalto ha bisogno che vi sia un medico che eserciti nel paese, e coinvolge l’intera cittadinanza a collaborare ad un piano per sedurre il chirurgo plastico Gianluca (Fabio Volo), a rimanere nella loro borgata. Le gag che si succedono sono molto ben congegniate, anche i personaggi sono  molto ben caratterizzati. Si riconosco le tipiche maschere della commedia dell’arte, dove ognuno ha un ruolo ben preciso. Sembra una gran messa in scena, tipica di quelle di Goldoni, dove non mancano inganni a fin di bene.

Un paese quasi perfetto

Fabio Volo e Silvio Orlando in una scena di Un paese quasi perfetto

L’unica che non accetta questo  marchingegno, è Anna (Miriam Leone) che rappresenta quella parte di nuova generazione che vuole migliorare il mondo, fare  tutto con più chiarezza, senza sotterfugi, raccomandazioni o mazzette. Il nome del paese è totalmente inventato, è l’unione tra Castelmezzano e Pietrapertosa, che hanno fatto da set e parte della popolazione ha partecipato come attori alla realizzazione del film, tra cui la più anziana del paese che a 102 anni era ancora così lucida da memorizzarsi le battute.

Il tutto commentato dalle musiche popolari creati apposta per il film dal talentuoso musicista Santi Pulvirenti, già apprezzato per il film “La mafia uccide solo d’estate” (2014) di Pif

Un paese quasi perfetto Miriam Leone

Miriam Leone in una scena di Un paese quasi perfetto

La soluzione c’è. Quella di sfruttare le vere risorse del nostro paese. Innanzitutto dare ai giovani di aprire nuove start up per fargli avviare attività qui in Italia, evitando la fuga di cervelli, e poi usufruire dei frutti che ci da l’Italia, come il turismo e l’arte, che negli ultimi tempi si sta sottovalutando, ma che invece può essere una grande possibilità per risollevare l’economia, soprattutto delle piccole realtà d’Italia.

Alla fine, come nelle grandi commedie, c’è anche molta riflessione, non è solo andare a guardare un film per sorridere.

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