Un giovane avvocato di grido alla ricerca del proprio padre. E se si trattasse di un serial killer mafioso? Al cinema arriva My father Jack di Tonino Zangardi
My father Jack
Matteo de Falchi (Matteo Branciamore) è un promettente avvocato dal futuro ricco di successi il quale sta per sposare la figlia dell’avvocato Pontecorvo titolare del suo studio (Ray Lovelock), Clara (Claudia Vismara). Al giovane rampante viene assegnato un importante caso: quello del mafioso Intino (Adolfo Margiotta), un pentito. Allo stesso tempo, però, è sulle tracce del padre che non ha mai conosciuto e assolda un investigatore privato per rintracciarlo. A pochi mesi dal matrimonio Matteo viene a sapere che suo padre è Jack (Francesco Pannofino) un pittore che vive lontano dalla città e che lo accoglie a suon di fucilate.
I due poi riescono ad avvicinarsi e a parlarsi e Jack si rivela essere un uomo innamorato di una giovane ragazza (Elisabetta Gregoraci), che scopre avere una vita abbastanza sregolata e ricca di mistero e sin troppa dimestichezza con le armi. Matteo ha dei forti dubbi sulla reale paternità di Jack di cui non condivide né lo stile di vita né la sua pittura di mucche squartate e insiste per ottenere il test del dna… soprattutto quando scopre che il presunto padre ha a che fare con la malavita e con la mafia. Può una persona come Jack essere il suo vero padre?
Il trailer
Il film
Tonino Zangardi torna sul grande schermo dopo il suo L’esigenza di unirmi ogni volta con te ma i risultati deludono ancor di più.
My father Jack, già presentato alla scorsa edizione del Bif&st, Bari International Film Festival infatti, si rivela essere una commedia al limite con il poliziesco e la spy story ma sembra non fare centro sotto nessun aspetto. La storia è priva di ogni fondamento, sembra essere stata scritta di fretta e ha molti buchi, molti vuoti senza mai essere convincente e consistente. Allo stesso modo non convincono gli attori: da un improbabile avvocato di grido incarnato da Matteo Branciamore (reso celebre dai fasti della serie televisiva de I Cesaroni) alla giovane fidanzata di Pannofino “interpretata” da Elisabetta Gregoraci (e la scelta di questa “attrice” fa nascere numerose e spontanee domande).
Così, gli stessi protagonisti sono degli improbabili interpreti di una storia altrettanto improbabile costruita su una sceneggiatura molto debole, con battute scontate e luoghi comuni. Anche in questa occasione Zangardi non convince nemmeno se in suo soccorso arrivano “la partecipazione straordinaria” di Eleonora Giorgi (forse, la sola a salvarsi da questo rogo cinematografico), Adolfo Margiotta – nei panni del mafioso – che seppur apparendo in pochissime scene ben delinea e costruisce il suo personaggio di pentito e le musiche originali di Nina Zilli. Anche questa volta la commedia italiana e il nostro cinema perdono un’altra occasione uscendo sconfitti su tutti i fronti… Nemmeno un sei politico può salvare una disarmonia cronica.
Agli spettatori l’ardua sentenza: My father Jack vi aspetta nelle sale dal prossimo 19 maggio.