Il lato positivo: ai confini della normalità

Reduce dall’Oscar come migliore attrice protagonista a Jennifer Lawrence arriva nelle nostre sale “Il lato positivo”.Qui la nostra recensione.

Cosa significa essere normali?

 

 

 

 

 

 

 

 

Tratto dal romanzo di di Matthew Quick L’orlo argenteo delle nuvole, il film ha un titolo del tutto discordante da quello originale: Silver Linings Playbook che tradotto in italiano significa all’incirca Il quaderno degli schemi dalla copertina argentata e si riferisce a una abitudine del padre del protagonista di segnare su un quadernetto gli schemi di gioco della sua squadra di football, mentre il titolo nostrano allude alle aspettative di Pat, il personaggio principale.

Uscito da una clinica per malattie mentali dopo aver aggredito l’amante della moglie, Pat, affetto da disturbo bipolare ha in mente un unico scopo: riconquistare la consorte fedifraga, ma non ha fatto i conti con la giovane vedova Tiffany, anche lei  un tempo sotto farmaci per comportamenti poco allineati.Gli sforzi del protagonista di rientrare in un confine di cosiddetta normalità sembrano spesso vanificati proprio da chi invece al mondo dei “normali” appartiene: a cominciare dal padre ( Robert De Niro nomination come miglior attore non protagonista), sfegatato tifoso degli Eagles e vittima di una serie di manie al limiti del parossismo fino a un amico che sembra vivere in apparenza d’amore e d’accordo con la consorte , ma in realtà nasconde un grosso disagio esistenziale.

Tra dramma e commedia

La vicenda di Pat e quella di Tiffany per molti aspetti da’ alla pellicola un’aura drammatica ma molti avvenimenti e toni della storia al contrario finiscono inevitabilmente con lo sfociare nella commedia. L’abilità di tutti gli interpreti sta proprio nel sapersi bilanciare tra i due lati senza cadere né nel patetismo né tantomeno nel grottesco.Non manca quella buona dose di sfida da superare che è una caratteristica di molte pellicole a stelle e strisce e che riassume lo spirito di una nazione che considera fondamentale la vittoria in qualsiasi campo perché indice di benedizione divina ( secondo i canoni della religione puritana portata dai primi pionieri che giunsero nelle colonie nordamericane intorno alla metà del diciassettesimo secolo).

Interpretazioni realistiche e azzeccate

 

 

 

Anche se a tratti verboso e molto teatrale con i dialoghi che assorbono gran parte della vicenda e anche se verso la fine la pellicola vira pericolosamente verso il filone sentimentale con una strizzata d’occhi a molti film con protagonisti problematici in auge nei primi anni Sessanta, il film ha il suo punto di forza nei suoi interpreti: Robert De Niro, padre noioso e molto italoamericano è decisamente realistico, il simpatico psicanalista indiano già visto in molte commedie made in Bollywood da’ alla vicenda un tocco di simpatico esotismo ma sono soprattutto i due personaggi principali Bradley Cooper, a metà tra lo stranito e il monomaniaco e Jennifer Lawrence diventata adulta dopo la bellissima prova “adolescenziale” di Hunger games e non a caso premiata con la mitica statuetta per la sua prova attoriale.

Un film senza dubbio fuori dagli schemi che saprà divertire ed appassionare con qualche lacrimuccia e un po’ di patema d’animo per le sorti degli eroi della vicenda. Consigliato!

 

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