Presentato lo scorso anno in anteprima mondiale al Mumbai Film Festival e poi al Festival internazionale del film di Roma nella sezione vetrina dei giovani cineasti italiani di cui il regista Ruggero Dipaola è risultato vincitore, Appartamento ad Atene è stato presentato in anteprima nazionale lo scorso 24 febbraio a Monopoli in occasione del Sudestival.
Appartamento ad Atene
Grecia 1942: l’appartamento degli Helianos, una coppia di mezza età, lui proprietario di una piccola casa editrice, lei dedita alla casa e ai due figli ,viene requisito per ospitare un ufficiale tedesco. La famiglia ha già perso un figlio in guerra ma accoglie nel migliore dei modi il dispotico capitano Kalter nonostante la convivenza non risulti assolutamente facile.
Improvvisamente il capitano viene richiamato in Germania e quando torna sembra cambiato tanto da arrivare ad instaurare uno strano rapporto di amicizia con Nikolas, il paziente e tollerante capofamiglia…
Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Glenway Wescott, Appartamento ad Atene è l’opera prima di Ruggero Dipaola. Nei panni dei due coniugi troviamo l’attore greco Gerasimos Skiadaressis (già visto in Paesaggio nella nebbia e Il passo sospeso della cicogna, entrambi di Theo Angelopoulos e ne Il mandolino del capitano Corelli di John Madden) e la bravissima Laura Morante mentre il feroce nazista è interpretato da Richard Sammel già cattivo del film di Quentin Tarantino Bastardi senza gloria.
Quasi interamente girato in questo appartamento confiscato, ricostruito a Cinecittà nello stesso palazzo in cui Scorsese girò Gangs of New York, Appartamento ad Atene sembra una piéce teatrale per il modo in cui riesce a sviluppare le intime dinamiche tra occupati ed occupanti e a rendere palpabile la sensazione di claustrofobia, mista alla paura, dei protagonisti trascinando lo spettatore in questo vortice di follia nazista cui la famiglia greca tenta a tutti i costi di resistere.
Davvero molto ben definiti i personaggi, dal comprensivo capofamiglia, sottomesso per amore della famiglia, all’ansiosa moglie, all’imprevedibile capitano fino ai due bimbi tra i quali risalta splendidamente il piccolo Vincenzo Crea nei panni di Alex che, ancora sofferente per la perdita del fratello, vive con disprezzo la sottomissione del padre e tenta a tutti i costi di ribellarsi.
Le parole del regista
Al termine della proiezione a Monopoli, il regista Ruggero Dipaola, presente in sala, ha chiacchierato con il pubblico che ha accolto il film molto calorosamente. In questo primo video racconta infatti com’è nata l’idea del film:
Il tema della memoria
Ruggero Dipaola:
Il film non parla solamente di nazismo, sono anche molto importanti le relazioni che si sviluppano tra le persone. Però è fondamentale che si continui a parlarne perchè, nonostante sia passato così poco tempo, si dimentica troppo facilmente e quindi vediamo esplodere inaspettatamente nuove manifestazioni di neonazismo che per me sono del tutto incomprensibili.
In un dialogo con Nikolas Helianos il Capitano Kalter, parlando della guerra dice: ‘anche se dovessimo perdere questa guerra ci prepareremmo a farne un’altra’. Questa parte dei dialoghi è fedele al libro di Wescott ed è secondo me proprio l’idea nazista di porsi nei confronti della storia.
Nikolas ha però intuito che c’è un dolore immenso nel capitano, anche se non sa da dove arrivi, e questo dolore infatti esploderà nella scena madre della confessione.
I riferimenti cinematografici
Nel video che segue Ruggero Dipaola risponde alla domanda di uno spettatore che ha chiesto se nel suo film ci fossero riferimenti cinematografici:
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