E’ iniziata lo scorso 30 gennaio l’edizione 2015 del Sudestival con la proiezione del film Noi siamo Francesco di Guendalina Zampagni. Nell’articolo l’intervista alla regista e la recensione di un componente della giuria dei giovani.
E’ con molto piacere che ritroviamo la regista Guendalina Zampagni, già nostra ospite in occasione della presentazione del suo film Quell’estate nell’edizione 2013 del Sudestival.
Noi siamo Francesco
Noi siamo Francesco, anche se Francesco è diverso da tutti gli altri. Francesco è più forte di noi e sarà proprio la nostra regista, Guendalina Zampagni, a dimostrarcelo. La Zampagni tratta un tema difficile, ovvero quello della disabilità raccontando la storia di Francesco, studente universitario, nato senza le braccia. Il film indaga una stagione della vita di questo ragazzo, la più difficile.
“L’amore è accessibile a tutti?” è la domanda che ci si pone guardando la storia di Francesco, aiutato in tutti i modi dal suo amico Stefano, ostinato nella ricerca di una ragazza per il suo sfortunato compagno universitario. Francesco ha paura dell’amore, un po’ come tutti noi. Nella storia irrompono anche le paure della madre, Grazia. Grazia è oppressiva, a volte pensa troppo a far star bene il suo sfortunato figliolo e mai a passare un po’ di tempo con lui.
Questi e altri sono i temi trattati dalla bravissima Guendalina Zampagni che riesce, con sensibilità e profondità, ad interrogare lo spettatore su questioni profonde, senza mai rinunciare all’ironia che in storie come queste, fa sempre bene.
Noi siamo Francesco, Francesco lo siamo tutti noi, tutti con le stesse paure e con gli stessi sogni nel cassetto. In fondo siamo tutti uguali, non bisogna nascondersi dietro una disabilità o una qualsivoglia mancanza fisica. Francesco non è diverso, è forte quanto ogni altra persona, Francesco siamo tutti o meglio ancora, Noi siamo Francesco!
NICOLÒ TODISCO, IVC Liceo Scientifico “IISS Galileo Galilei”
L’intervista a Guendalina Zampagni
Guendalina, benvenuta su cinemio. In un’intervento ha definito necessario questo racconto basato su testimonianze vere. Vuole raccontarci come è arrivata alla storia del film?
L’idea iniziale mi è nata ascoltando in televisione un’intervista ad un ragazzo focomelico: l’entusiasmo per la vita che trasmetteva era così forte e contagioso che ho subito pensato che sarebbe stato bellissimo riuscire a raccontare una storia su un ragazzo come lui che nonostante le difficoltà che la vita gli aveva riservato dimostrava una forza, una felicità, una determinazione e anche una completezza esistenziale che molti ragazzi ‘normali’ della sua età spesso non hanno raggiunto.
Quindi ho ritenuto per questo che fosse necessario ed importante che tutti noi, ragazzi, adulti, disabili e non, ci confrontassimo con una storia umana così diversa ma anche così estremamente e semplicemente vicina alla nostre vite.
La disabilità è un argomento che raramente si vede al cinema. Come l’ha affrontato?
Ho cercato di affrontarlo dimenticando che il mio protagonista fosse disabile, e cercando di farlo vivere come tutti i ragazzi della sua età perché le emozioni, i sentimenti di amicizia e amore, le paure, le insicurezze, i limiti che abbiamo o che ci diamo o che ci danno, e soprattutto la voglia di vivere appartengono a tutti, nello stesso modo, l’unica cosa che cambia è l’unicità che ognuno ha di esprimerli e viverli pienamente.
Parliamo del cast: come ha scelto i suoi protagonisti? In particolare gli esordienti Mauro Racanati e Gabriele Granito
Ho fatto diversi provini ma Mauro e Gabriele sono stati subito i più bravi, appena l’ho incontrati mi hanno convinto subito anche se li ho voluti riprovinare una seconda volta. Invece Elena Sofia Ricci, Paolo Sassanelli, Mariolina De Fano, Cristiana Vaccaro e Luigi Diberti sono attori che ben conoscevo ed è stato un onore averli nel film.
Il film è stato girato in Puglia: come sono andate le riprese? Ci sono degli aneddoti che le va di raccontare?
Le riprese sono andate benissimo, ho trovato tra Conversano, Monopoli, Polignano a Mare e Bari, posti meravigliose dove ambientare le scene del film e i miei collaboratori pugliesi sono stati tutti veramente preziosi e fondamentali. Come ho già detto se riuscirò a fare un terzo film la Puglia mi dovrà sopportare e supportare nuovamente!
Il film ha vinto il premio del pubblico al festival ANNECY CINEMA ITALIEN 32. Com’è stata questa esperienza? Ha avuto la possibilità di confrontarsi con il pubblico? Quali sono stati i complimenti che più ha apprezzato?
Il Festival di Annecy è il primo evento dove è stato proiettato il mio film e vincere subito il premio del pubblico è stata una bella emozione e una magnifica soddisfazione. Il pubblico si è immedesimato e ha partecipato emotivamente alla vita dei protagonisti, c’è chi si è identificato di più nella madre, Elena Sofia Ricci, e chi in Francesco, Mauro Racanati.
Ma la cosa più bella, e che speravo di più che accadesse, è che andando avanti nella visione del film il pubblico si è dimenticato della disabilità di Francesco e lo ha vissuto come un ragazzo normale alle prese con i normali tormenti amorosi tipici della sua età. Ed inoltre quello che è stato maggiormente apprezzato è la forza dell’amicizia che raccontiamo nel film, sentimento che riesce a spazzare via pregiudizi, tabù, intolleranze, diffidenze e a rendere tutto giusto e necessario come prestare le proprie mani all’amico per aprire la camicetta della ragazza amata, senza che in tale atto ci si possa leggere minimamente qualcosa di morboso o di sbagliato.
Una curiosità: del suo film si parla come docu-film. E’ così? Quanto c’è di documentario e quanto di finzione?
Non so se è giusta questa definizione, per me è un film a tutti gli effetti e basta. Chi ha usato questa espressione credo che l’abbia fatto per far sapere che molte cose che vengono qui rappresentate sono vere; per esempio nel film tutti i protagonisti raccontano la loro prima volta e tutte queste rivelazioni sono autentiche prime volte.
Poi ho ‘rubato’ molti episodi della vita di ragazzi disabili con i quali ho avuta la possibilità di collaborare o anche solo di confrontarmi. Quindi, pur essendo un film di finzione, tutto quello che viene raccontato è ispirato fortemente alla vita di alcune persone disabili che ho avuto l’onore di conoscere ed apprezzare.
Premio al festival di Annecy, passaggio al festival CinEthica ed ora al Sudestival. Quando il pubblico di tutta Italia potrà vedere il suo film?
Speriamo presto: sto sognando che a primavera il film sarà in sala! E speriamo che i sogni si avverino… intanto altri bei festival ci hanno invitando sia in Italia che in Francia e in Belgio!
Ringrazio Guendalina Zampagni per averci parlato del suo film Noi siamo Francesco e invito tutti a continuare a seguirci in questa avventura del Sudestival 2015 e a rileggere le interviste del Sudestival 2014, 2013 e 2012.
Noi siamo Francesco al BIF&ST 2015
Noi siamo Francesco ha partecipato anche al BIF&ST 2015 nella sezione Opere prime e seconde. Di seguito alcune foto delle protagoniste
Il premio del Sudestival
Terminato il Sudestival 2015 a Guendalina Zampagni ed al suo Noi siamo Francesco è stato assegnato il Premio del pubblico BCC di Monopoli consistente in un assegno del valore di 700€. Il film, presentato in anteprima nazionale al Sudestival è stato girato girato tra Bari, Conversano, Monopoli e Polignano a Mare.