Leonardo Sciascia: i suoi libri e le trasposizioni cinematografiche

Continuiamo la lezione di cinema dello scrittore Andrea Camilleri e di Pif. Dopo aver parlato di Leonardo Sciascia e delle sue opere, oggi Andrea Camilleri approfondisce dettagli sulla sua amicizia con lo scrittore e parla delle trasposizioni cinematografiche delle sue opere.

leonardo sciascia libri

I libri di Leonardo Sciascia e la loro trasposizione in film

Andrea Camilleri e Leonardo Sciascia: una forte amicizia

L’amicizia tra i due scrittori Andrea Camilleri e Leonardo Sciascia era forte e come tutti i rapporti importanti non era privo di screzi. Ma perché i due scrittori litigavano? La risposta nel video

La Sicilia e la letteratura: Il Gattopardo

Pif: Io ho il sospetto che certe volte la letteratura a noi siciliani, e forse a tutti i meridionali, ha fatto male, al di là degli ambiti scolastici. Per esempio ho sempre sospettato che Il gattopardo ci abbia fatto malissimo. La maggior parte dei siciliani temo non l’abbia mai letto, e io sono tra quelli, però ci sono due aspetti che ci piacciono tanto: il primo, riferita in realtà al film. Se avete amici siciliani e andate in Sicilia vi porteranno sicuramente a vedere un palazzo antico con gli affreschi.

Arrivati al salone il siciliano vostro amico vi dirà, con enfasi, ‘qui hanno girato la scena del valzer de Il gattopardo’. Questo può succedere a Palermo come a Siracusa o a Catania, ci piace inventare questa cosa ma non è vero. La seconda cosa che ci piace tanto è la frase: tutto deve cambiare perché nulla cambi.

andrea camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri

Questa cosa ci piace tanto perché abbiamo dato un’allure intellettuale alla nostra lagnusia: davanti a questa frase dell’intellettuale non facciamo niente, non vogliamo fare niente, perché ci siamo rassegnati al fatto che questo è il paese de Il Gattopardo (dispiaciuti ma in realtà dentro gioiamo di questo fatto). Camilleri, cosa ne pensa?

Andrea Camilleri: Rispetto a Il Gattopardo ci sono varie opinioni, Sciascia per esempio non l’amava (E io come Sciascia prego i giornalisti di segnarlo – dice Pif n.d.r). A me è capitata una cosa molto curiosa legata al romanzo che io trovo sopravvalutato e scritto male.

Era dicembre 1999 ed eravamo tutti preoccupati del Millennium Bug, mi chiama un corrispondente da Madrid de El Paìs, e mi chiede: qual’è il romanzo del Novecento che lei traghetterebbe nel 2000? E’ l’ora di pranzo, gli spaghetti sono a tavola e io dico immediatamente: I Promessi Sposi. Lui ringrazia e chiude.

Mi siedo a tavola, guardo mia moglie e dico: Ma I Promessi Sposi di quando sono? Dice: “l’edizione normale è del 1840″. Minchia! Ho sbagliato! Che figura internazionale che ho fatto! Squilla di nuovo il telefono, mi ha richiamato il redattore de El Paìs che molto gentilmente dice: “Scusi dottore ma ci risulta che I Promessi Sposi sia un romanzo dell’ottocento”, eh si, dico, purtroppo è vero ma per me è così contemporaneo!

Allora dovendo scegliere (venendomi incontro visto che era l’ora di pranzo) io se vuole potrei suggerirle Il gattopardo. No! Dico io, quello è dell’800 te lo posso assicurare! E chiusi la comunicazione. Bene, El Paìs di questa conversazione non pubblicò nulla.

In questo video Andrea Camilleri spiega perché per lui Il Gattopardo non è un buon romanzo

A ciascuno il suo

Dato che uno degli argomenti di conversazione della lezione di cinema erano i film tratti dai libri di Leonardo Sciascia nei quali c’è l’attore Gian Maria Volontè, Andrea Camilleri ha rivisto tutti questi film. Il primo, A ciascuno il suo, è degli anni ’60. Riguardandolo ora che impressione si ha?

Nel video che segue lo scrittore parla della difficoltà di trasporre un libro di Leonardo Sciascia in film. Di solito l’autore collabora alla sceneggiatura ma Sciascia non l’ha fatto. Anche perché secondo lui portare i romanzi di Sciascia su pellicola non è facile.

A ciascuno il suo: le incongruenze del film con il libro

Andrea Camilleri: Vi racconto una delle incongruenze più grandi del film. Un giorno Laurana (Volontè) si recò a palazzo di giustizia di Palermo per chiedere un documento e mentre saliva le scale vide (e rimase stupito per un attimo) un trio sulle scale: uno è il suo amico notabile Rosello, assieme ad un onorevole ed un altro individuo che lui ha già visto e che lo preoccupa molto, non sa come si chiama (Raganà). Rosello gli presenta l’onorevole che gli parla del poeta siciliano ma lui rimane a guardare Raganà.

Nel film non è così: nel film riceve una lettera anonima che dice ‘vai a palazzo di giustizia che avrai una sorpresa’. Mi spiegate qual è la sorpresa? Non c’è. E chi gliel’ha mandata quella lettera con i caratteri dell’Osservatore Romano? E’ un’assurdità di sceneggiatura, bastava seguire il romanzo per evitare questo assurdo, invece c’è ed è un assurdo. Questo per dirvi la difficoltà in cui vengono a trovarsi gli sceneggiatori.

Poi nel film  c’è Rosello che lo invita ad andare a donne con lui. Ma non esiste! Questa è una mancanza di conoscenza degli usi siciliani. Due persone adulte, due notabili, vanno a puttane che li aspettano fuori in macchina! Se Leonardo avesse letto la sceneggiatura queste due scene non ci sarebbero state. Sono incongrue perchè altrimenti Laurana è decisamente un cretino perché se è riuscito a scampare a quell’agguato dovrebbe agire diversamente.

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Il regista e attore Pif

La difficoltà di sceneggiare Sciascia

In questo video Andrea Camilleri cerca di spiegare perché è così difficile trasformare in film i libri di Leonardo Sciascia.

Termina qui la seconda parte della lezione di cinema di Andrea Camilleri e Pif. Continua a leggere la terza ed ultima parte.

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