Intervista a Ivano De Matteo il regista di ‘I nostri Ragazzi’

Il regista Ivano De Matteo ritorna al cinema dopo due anni dal successo del suo film Gli Equilibristi con il film I nostri ragazzi. Dopo averlo già incontrato durante il BIF&ST 2013, siamo riusciti ad intervistarlo in occasione dell’uscita del suo nuovo film.

Dopo un inizio come attore di teatro, Ivano De Matteo passa a breve a recitare nei film quali Verso Sud di Pasquale Pozzessere (1994) Le amiche del Cuore di Michele Placido (1995) e Velocità Massima di Daniele Vicari (2001) dove lavora insieme a Valerio Mastrandrea, che sceglierà poi per il ruolo  da protagonista nel suo precedente film. Un successo arrivato dopo 15 anni di carriera di regista.

Ivano de Matteo

Ivano de Matteo

L’intervista ad Ivano De Matteo

Il tuo film I nostri Ragazzi parla di un problema reale di cui sentiamo parlare tutti i giorni tramite i tg, quello della violenza nella società odierna. Non hai avuto paura che l’argomento sia troppo abusato?

In realtà c’è l’abuso da  trattare questa problematica dai media da un solo punto di vista, quando si potrebbe guardarlo  sotto diverse sfaccettature. In questo caso non è un film sui criminali o sui bambini malati a livello genetico, come viene raccontato nel libro La Cena, da cui è stata tratta la sceneggiatura, ma si sofferma sui dubbi amletici che possono capitare tutti i giorni. La domanda è cosa faresti tu genitore se tuo figlio adolescente dovesse compiere una bravata che poi si trasforma in un dramma? E questo tema è universale, perchè può accadere sia al ragazzo che fa parte di una famiglia borghese e sia a quello che abita in periferia. Quanti di noi nella preadolescenza hanno camminato in bilico sopra un filo sottile, e basta un niente che ti cambia la vita e quella delle persone che ti stanno vicino.

Quanto è durato il lavoro sulla sceneggiatura?

Un anno, tra sceneggiatura, riprese e montaggio. Per la storia abbiamo preso spunto dal libro di Herman Koch, facendone  un libero  adattamento e trovando un filo logico per la narrazione, creando il prologo iniziale, trasformando il ruolo di   un ragazzo in quello della figlia, e abbiamo dovuto italianizzare il testo. Per quanto riguarda gli attori sono molto soddisfatto, soprattutto per il ruolo dei figli interpretato da Rosabell Laurenti Seller e da Jacopo Olmo Antinoriche hanno vinto il premio ex equo come miglior attori emergenti, ed ho ricevuto la notizia di altri due premi mentre  stavo arrivando da Venezia.

Nel film ci sono dei momenti in cui ribalti delle situazioni, quest’idea è venuta durante la lavorazione della sceneggiatura?

Si, ad un certo punto c’è proprio uno switch dei personaggi che deriva da una ricerca della maschera che portiamo addosso, mi piace strappare i vestiti che indossiamo tutti i giorni. Noi ci creiamo una facciata superficiale nella  società, e quando arriva la famosa doccia fredda allora in quel momento ci spogliamo di tutto ed è li che esce fuori l’altra metà di noi. Mi piace trovare il lato cattivo e quello buono che è in ognuno e tento di non cadere in un clichè.

Quando il film sembra portare lo spettatore verso una direzione logica come accade spesso nella realtà, può succedere che vieni sorpreso dalle reazioni umane che abbiamo tutti, e che sono imprevedibili.

In ultimo ti chiedo qual’è la tua definizione di arte?

La mia arte, la settima arte come viene chiamata per antonomasia, nasce dalle mie domande, dalle mie paure e dai miei  dubbi, e come se andassi in terapia quando realizzo un film, e quindi allo stesso tempo lavoro e mi auto analizzo.

Ringraziamo Ivano De Matteo per la disponibilità e gli facciamo un grande in bocca al lupo per l’uscita del suo nuovo film.

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