Arriva nelle sale italiane il prossimo Giovedì 01 Marzo (con un giorno di anticipo rispetto gli USA) il nuovo film di Francis Lawrence e con protagonista indiscussa Jannifer Lawrence insieme a Joel Edgerton, Jeremy Irons e Charlotte Rampling. Direttamente dal romanzo Nome in codice: Diva di Justin Haythe arriva Red Sparrow.
Red Sparrow
Dopo aver visto in frantumi il sogno di diventare una ballerina professionista, Dominika Egorova (Jennifer Lawrence; Hunger Games Saga, Madre!) viene costretta dallo zio ad arruolarsi in una scuola Sparrow, agenzia di servizi segreti che trasforma giovani in letali e seducenti assassini. Grazie al suo carattere controcorrente riesce a distinguersi e a farsi dare prima del tempo un primo caso: Nathaniel Nash (Joel Edgerton; Loving, Bright), un agente della CIA che monitora le infiltrazioni dell’Intelligence Russa. Tra i due però nasce qualcosa che metterà entrambi in crisi nei confronti propri e del rispettivo paese.
Red Sparrow – Il trailer
Stratificare il linguaggio
Seppur nella similitudine di alcune dinamiche di trama, luoghi e personaggi, con il recente Atomica Bionda di David Leitch, Red Sparrow di Francis Lawrence è un prodotto lontanissimo nella resa e nella costruzione, non meno nelle intenzioni commerciali.
Dopotutto Lawrence è sempre stato un buon mestierante nel mettere in scena progetti mainstream di genere senza particolari pretese “d’autore”, dal lontano Costantine (2005) e Io sono leggenda (2007), fino al romantico Come l’acqua per gli elefanti (2011) e gli ultimi tre episodi di Hunger Games (2013-15), set sul quale ha conosciuto quella che sembra essere ad oggi la sua musa con cui qui condivide il quarto progetto di fila: Jennifer Lawrence.
Cognome in comune a parte (non sono parenti), la Lawrence è la netta differenza tra i due film, oltre ad una messa in scena e stile di racconto diametralmente opposto perché se Leitch tende ad una ricerca post-moderna pur in un contesto storico come quello del 1989, Lawrence predilige un racconto di stampo classico, quasi ‘rubato’ ad una spy story simili 007, raccontando un’opera intrigante, affascinante eppure prevedibile e didascalica tanto in scrittura quanto in regia.
Quello che cambia le carte in tavola, appunto, è la protagonista: Jennifer Lawrence dà tutta se stessa (e non parlo solo della tanto chiaccherata scena di nudo integrale) per il suo ruolo più estremo insieme al recente Madre! del compagno Darren Aronofsky.
Lontana ormai dalla scoperta a livello mondiale grazie alla saga di Hunger Games, adesso Jennifer è attrice, donna e diva matura (pur avendo ancora soltanto 27 anni), inarrivabile e di potere, e può essere solo osservata e seguita in tutta la sua bellezza e intelligenza come solo alle più grandi è concesso, riuscendo in quest’opera ad aggiungere una stratificazione nella lettura dei temi e dell’arco narrativo della stessa che altrimenti non avrebbe avuto assolutamente lo stesso spessore o la stessa efficacia.
Perché il lavoro che fa intelligentemente Francis Lawrence con la sua musa è proprio quello di destrutturare il testo d’origine, dall’impianto assolutamente classico, per inserire il contemporaneo in modo intrinseco così da poter leggere lungo la storia ancora una volta il girl power, l’impotenza dell’uomo nell’assistere all’ascensione della donna verso luoghi del potere a lei prima inaccessibili, le molestie sessuali e la risposta intelligente consequenziale, quindi un atto femminista persino nella lettura di una superiorità tattica nell’affrontare problemi sociopolitici come quelli narrati all’interno del film. E grazie a questo, e all’utilizzo intuitivo del ruolo e del corpo della Lawrence, che Red Sparrow è un’opera che merita la visione e che non risente dei 140 minuti della sua durata.