Molly's Game-locandina

Molly’s Game, la principessa del Poker per l’esordio alla regia di Sorkin

Esce solo il 12 aprile, dopo qualche mese dall’uscita americana e ad Oscar conclusi, Molly’s Game, l’esordio alla regia di Aaron Sorkin, acclamato sceneggiatore di film quali The Social Network, Moneyball, Steve Jobs, e di serie televisive di successo come The West Wing e The Newsroom.

Molly's Game

Molly’s Game – locandina

Molly’s Game

Ancora una volta Sorkin pare prediligere il racconto di storie vere,e si ispira, per questa sua prima opera da regista, all’autobiografia dal titolo omonimo, Molly’s Game, scritta dall’ex campionessa di sci Molly Bloom.  Salita all’onore delle cronache qualche anno fa (2011) anche per il considerevole numero di celebrities che affollavano i suoi tavoli da gioco (tra gli altri, Leonardo di Caprio, Ben Affleck, Matt Damon e Tobey Maguire), Molly è la protagonista di un’incredibile ascesa che la vede, da semplice cameriera, diventare prima l’assistente e poi la regina incontrastata delle bische clandestine a L.A. e poi a N.Y.

Di cosa parla Molly’s Game?

Dopo una rovinosa caduta sulla neve, Molly archivia il sogno di partecipare alle Olimpiadi e si dedica anima e corpo agli studi per poi concedersi il consueto (negli USA) anno sabbatico pre-università. Fin qui tutto bene, ma, a differenza della maggior parte delle sue coetanee, la giovane non si limita a trovarsi un impiego estemporaneo per poi passare il resto del tempo a bighellonare. Lei, spinta per tutta l’infanzia dall’esigente padre a ricercare costantemente il massimo, si divide tra doppi lavori per fare più soldi possibile, fornendo un ottimo esempio al femminile del solitamente maschile “ogni lasciata è persa”.

In uno dei vari tentativi di accrescere i suoi introiti, si imbatte in un individuo alquanto sgradevole, di cui diventa prima la bistrattata impiegata, poi l’assistente nell’organizzazione di partite di poker clandestine frequentate dalle più famose celebrities di Hollywood, nonché da innumerevoli altri nababbi. Molly inizia così la sua nuova avventura, quasi completamente ignara delle regole del gioco.

Essendo una che impara in fretta, complice la sindrome da “prima della classe” inculcatagli dal padre, si istruisce googlando come una forsennata mentre osserva in disparte i giocatori, ed in poco tempo riesce a saper quel tanto che basta per fregare da sotto il naso la gestione della bisca al suo prepotente capo. Segue vertiginosa conquista del ruolo indiscusso di Principessa del Poker, guadagni da capogiro con le mance graziosamente offerte dai partecipanti, lusso e un potere che una donna non ha mai nemmeno osato sognare, in quella posizione.

Ma, in un mondo di uomini, le donne che hanno potere hanno vita dura, e breve: l’ambizione di Molly si scontra con quella di uno squalo più grande e spietato di lei, e il suo piccolo impero lentamente va a rotoli. Perde prima la bisca, si trasferisce a New York, ne apre un’altra, si immischia con la mafia russa, inizia ad attirare l’attenzione dei federali: insomma, in breve, in men che non si dica si ritrova all’inesorabile atto finale dell’arresto per mano di 17 agenti F.B.I armati fino ai denti. Nessun avvocato la vorrà aiutare, se non Charlie Jaffey, personaggio inventato da Sorkin e brillantemente interpretato sullo schermo da Idris Elba.

Molly’s game – il trailer

La narrazione per salti temporali

Raccontata in prima persona e con estrema dovizia di particolari dalla suadente voce di Jessica Chastain, che interpreta egregiamente il ruolo principale, la storia di Molly’s Game si sviluppa su 3 piani principali: l’infanzia di Molly; il periodo “ascesa & declino” del poker; il presente, dopo l’arresto e prima del tribunale. Sorkin spezza lo scorrimento lineare della narrazione andando avanti ed indietro nel tempo, saltando dalla Molly bambina messa sotto pressione dal padre, a quella attuale messa sotto pressione dalle domande dell’avvocato, a quella messa sotto pressione dalla sua corsa verso il successo (e successiva capitolazione).

In ognuno dei 3 differenti momenti temporali protagonista della scena è il contrasto tra Molly e una figura maschile: nel passato più lontano, lei VS il padre (psichiatra freudiano, tanto per calcare ulteriormente la dose sul cliché del patriarca intransigente); nel presente, lei VS l’avvocato; nel periodo di mezzo, lei VS il suo dispotico datore di lavoro prima, lei VS l’ambiguo “Player X” (genialmente reso da Michael Cera), poi, ma anche lei VS il suo autista, lei VS il suo portinaio, lei VS  lo scagnozzo della mafia russa, in pratica lei VS il resto degli uomini.

Il contrasto tra Molly e gli uomini

In un periodo in cui Hollywood si interroga sul potere ed il suo esercizio, in particolare nel rispetto delle donne, Sorkin si inserisce nel dibattito tratteggiando una donna dapprima schiacciata dal confronto con la riuscita e la prestanza dei fratelli maschi, e sottostimata (apparentemente) dal padre, poi sminuita, nonostante le sue indubbie capacità, dal capo, umiliata dal potente “Giocatore X”, rimessa al proprio posto dalla mafia e dalla polizia, e inizialmente non ascoltata nemmeno dal suo stesso avvocato.

l suo capo le voleva togliere le mance, il Giocatore X voleva una percentuale sulle sue mance, i mafiosi russi volevano appropriarsi al posto suo delle mance, e l’avvocato voleva relegarla al ruolo di “cameriera di lusso”, per far sembrare che il suo coinvolgimento nell’organizzazione delle partite di poker fosse semplicemente marginale. Di base, che fosse lì, come per caso, e le fossero scivolate nella tasca, appunto, sempre le onnipresenti mance.

Molly rifiuta ogni volta di sottostare ai diktat dell’uomo della situazione, ribellandosi al padre, fregando la bisca all’ex-capo, andandosene a N.Y. ed organizzandone una nuova quando il personaggio interpretato da Michael Cera la fa fuori, escludendola dal suo stesso gioco. Ed infine non accettando il sotterfugio proposto dall’avvocato, ma rivendicando con orgoglio il suo ruolo centrale nel gestire le bische, costi quel costi, ne consegua ciò che deve.

Molly's Game

Molly’s game – una scena dal film

I punti deboli di Molly’s Game

Sorkin forse esagera a voler a tutti i costi assolvere Molly: l’ammirazione per la donna “che si è fatta da sola” e sa farsi rispettare in un mondo quasi esclusivamente di uomini (come quello del poker e del gioco d’azzardo) ci può stare, ma da qui a ritrarla come una “pura di cuore”, decisa a salvaguardare la privacy dei suoi ex-clienti giocatori, anche a costo della galera, pare un po’ eccessivo. Vero è che apparentemente è ciò che ha fatto la Molly Bloom in carne ed ossa, ma probabilmente non per semplicistica bontà d’animo.

Del tutto improbabile, invece, fino a divenire paradossale, il cambiamento di attitudine nei suoi confronti dell’avvocato (Idris Elba): ad inizio film non ne voleva sapere e la incalzava di domande con il sopracciglio alzato, alla fine è talmente conquistato dalla sua integrità morale da non disdegnare che la Bloom possa divenire un modello per la propria figlia adolescente.

Il parallelo tra il rapporto, uguale e contrario, dell’avvocato con la figlia (nel presente) e quello di Molly adolescente con suo padre (nel passato) risulta talmente didascalico da risultare forzato. Nella sua volontà di giustificarla, Sorkin banalizza quello che poteva essere un ritratto inedito di donna ambiziosa e con brama di potere e lo riduce a quello di bambina ferita che aspira ad essere riconosciuta dal padre ed a superare il cattivo rapporto con lui.

Altro punto a sfavore: in alcuni momenti le spiegazioni sul gioco del poker sono francamente troppo particolareggiate, e seguibili solo da chi già ne conosce le regole – gli altri ne farebbero volentieri a meno.

A livello registico, si notano alcune incertezze: qualche scena si sarebbe potuta tagliare od abbreviare; stilisticamente ha poco senso usare la grafica sovra-schermo alla The Big Short, per intenderci, solo ed esclusivamente nel momento della spiegazione del poker, e poi mai dimenticarsene per il resto del film.

Molly's Game

Molly’s Game – i protagonisti

Gli aspetti positivi di Molly’s Game

Jessica Chastain nel ruolo di Molly Bloom è in forma strepitosa, ed il suo carisma potrebbe da solo reggere le sorti dell’intero film. Quando poi è in coppia con Idris Elba, in particolare nelle scene all’interno dello studio dell’avvocato, si assiste a dei botta-e-risposta dal ritmo serrato scritti – quelli sì – in modo impeccabile da un Sorkin finalmente al suo meglio (con tanto di chicche letterarie in citazioni pronunciate distrattamente qua e là, in tipico stile “Aaroniano”).

Notevoli anche altri due tête-à-tête di Molly (che, evidentemente, predilige il rapporto a due anche quando non si tratta di uno scontro CONTRO, ma di un incontro CON un uomo): quello con Douglas Downey (Chris O’Dowd), l’uomo che la introduce alla mafia russa, e quello con suo padre (un credibilissimo Kevin Costner). Nel primo caso, geniali i discorsi di lui ubriaco con lei intenta a contare i soldi, che si succedono nel tempo scanditi dai cambi abito super costosi di Molly. Nel secondo, degna di manuale la presa in giro che il padre psicanalista freudiano fa della stessa psicanalisi. Due dei momenti più divertenti del film.

Bilancio

Nel complesso, quindi, nonostante lungaggini, spiegazioni di troppo e un finale piuttosto banale, la forza di alcuni dialoghi, la bravura degli attori ed un certo taglio glamour-decadente delle immagini rendono Molly’s Game un’opera abbastanza godibile, pur se non riuscita fino in fondo. 

Molly's Game

Molly’s Game – Jessica Chastain

Curiosità:

Sapete chi è il celebre attore hollywoodiano che ha ispirato molto da vicino il “Giocatore X”? Sorkin allude a lui nel film, descrivendolo come un “unnamed actor playing a superhero” (“un attore senza nome che ha interpretato un supereroe”). Se volete un aiutino, viene nominato in questa recensione, ma non confondetevi con un altro attore che ha di recente interpretato un uomo in maschera e che, come lui, pare prediligere per compagne donne che si chiamino “Jennifer”. Il nostro misterioso “Player X”, tra i due, è il più giovane. Pare che, nella vita vera, sia stato ancora più sgradevole di come appaia nel film, offrendo alla reale Molly Bloom 1.000 dollari per vederla “bark like a seal”, latrare come una foca. Simpatico.

Citazioni:

“You know what make you feel OK about losing? Winning” (“Sai cosa ti fa sentire meglio quando hai perso? Vincere.”) – Molly Bloom.

“I’m the woman all of you have always dreamed of. I’m the anti-wife” (“Sono la donna che tutti voi avete sempre sognato. Sono l’anti-moglie/il contrario della moglie”) – Molly Bloom a Douglas Downey/Chris O’Dowd.

“Ti offro tre anni di terapia in tre minuti. È buffo come si possa andare veloci quando non si deve pagare l’ora” – Il papà psicoterapeuta di Molly, Kevin Costner, a sua figlia.

Leave a Reply