Arriva nelle sale italiane Giovedì 01 Febbraio il capitolo conclusivo della trilogia diretta da Wes Ball, iniziata nel 2014, e tratta dai romanzi dello statunitense James Dashner: Maze Runner – La rivelazione.
Maze Runner – La rivelazione
Thomas (Dylan O’Brien; Gli stagisti, American Assassin) è a capo del gruppo di sopravvissuti che si oppongono al controllo di WCKD. Resta un’ultima missione: recuperare l’amico Minho (Ki Hong Lee; Maze Runner saga, Effetto Lucifero) preso dal nemico per colpa del tradimento di Teresa (Kaya Scodelario; Scontro tra titani, Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar).
Maze Runner – La rivelazione: IL TRAILER
Dentro e fuori dal labirinto
Partendo dal presupposto di non aver mai letto i romanzi da cui è tratta questa trilogia diretta dall’esordiente Wes Ball, dopo la visione del primo capitolo (Maze Runner – Il labirinto, 2014) ero rimasto particolarmente affascinato dalla costruzione della tensione basata sul non detto e, per una volta nel cinema mainstream hollywoodiano, sull’andare a sottrarre nella costruzione del ritmo piuttosto che portare il climax ai massimi livelli solo per le solite, iper-cinetiche, scene action. Seppur non eccelleva, tanti erano i misteri attorno a quanto accadeva e, a fine pellicola, se ne voleva saper di più.
Purtroppo non si torna però al cinema con lo stesso entusiasmo dopo che Maze Runner – La fuga (2015) aveva dimostrato quanta fiacchezza e quanti cliché e già visto vivevano fuori dalle mura del labirinto e di come lo stesso cast perdeva di brillantezza dentro ad uno script ‘vintage’ ed una regia che, seppur sapeva mettere in scena l’azione, perdeva proprio nella sostanza che, in poche parole, mancava.
Il terzo capitolo arriva in ritardo per via di un’incidente sul set del protagonista che ha portato ad una lunga interruzione dei lavori. Alla fine, però, è arrivato e in un unico capitolo, contrariamente alla moda del doppio capitolo finale data a saghe ben più proficue come Harry Potter, Twilight o Hunger Games.
Proprio come si temeva, o forse anche peggio, Maze Runner – La rivelazione parte con un’intensa e ben coreografata scena action a cui poi prosegue uno script tra i più didascalici e banali esistenti. Scopriamo la ‘grande’ rivelazione del titolo e di come ogni personaggio sia costruito nel modo quanto più bidimensionale possibile dentro ad un arco narrativo esile e sciatto. Ben poche sono le sequenze che si salvano o che restano nella mente in una storia priva di ritmo (142 minuti!!!), dal finale melenso e prevedibile, con un secondo atto troppo lungo e svolte di trama più che prevedibili in ogni momento con scelte drammaturgiche che non si vedevano da tanto per via del loro essere ormai estremamente stereotipate.
In ultimo, non che sia il problema minore, questo terzo film (come i precedenti d’altronde) si prende maledettamente sul serio (basti ascoltare l’asfissiante commento sonoro) e tenta nell’ultima ora di costruire l’epico attorno ad una storia che arriva in ritardo rispetto a tante altre e che stilisticamente e artisticamente è molto povera nelle intenzioni e nel messaggio.