Matrix resurrections, dal 1 gennaio 2021 al cinema. Quarto capito della saga, regia di Lana Wachowski. Con Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss.
Matrix resurrections, è di nuovo tempi di seguire il Bianconiglio
Sentite, siamo onesti. Scrivere la trama di un film come Matrix resurrections non farebbe bene alla mia sanità mentale, perchè spiegarvi cosa succede sullo schermo, quando io stessa non l’ho compreso fino in fondo sarebbe inutile.
C’è Neo, c’è Trinity, c’è la loro storia d’amore.
E poi c’è la realtà irreale che si scontra con la realtà fittizia, un eletto da risvegliare e dei proiettili da fermare. Tutto il resto sarebbe spoiler.
Pillola rossa, o pillola blu? Non importa. Perché in realtà hai già fatto la tua scelta, e la scelta in se non importa. Un po’ come dire: Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento di fronte al problema. Comprendi?
Trailer del quarto capitolo di Matrix
Proiettili fermati con ampio gesto della mano, ci sono
Non sono fan della serie, forse è per questo che non sono riuscita a cogliere il significato nascosto che si cela dietro i codici verdi su sfondo nero che appaiono sullo schermo.
Non sono fan della serie, però mi ricordo il primo Matrix. E da non fan posso dire che questo ultimo sembra la copia carbone del primo?
Lo so che i veri fan mi tireranno addosso proiettili e maledizioni, ma tant’è.
Un film tanto sull’operazione nostalgia, uno di quelli che aspetti con tanta tanta ansia, e che poi, una volta visto, non puoi dire che non ti sia piaciuto.
Perché c’è Neo e c’è Trinity, perché c’è la storia che avete amato, perché si torna per l’ennesima volta in un mondo dove la realtà non è reale, e una porta non sai mai che apre.
Io lo capisco, il mood, l’intento. Lo capisco, forse non lo condivido in toto, ma apprezzo il coraggio. Ma far durare un film oltre 2 ore (2,28 ore per la precisione) anche no. Troppo logorroico, troppo autocelebrativo, con scene e sequenze totalmente inutili ai fini narrativi. Apprezzo i richiami al primo, apprezzo tantissimo le scene del primo contestualizzate in questo quarto capitolo. Ma tutto ciò non mi fa salvare il film.
Il paradosso di essere un film sequel nostalgico, che prende in giro i film sequel nostalgici. Forse autoironia, forse..
Nulla di nuovo alla trama originale. Cambiando pochi elementi otteniamo un prodotto di moda (strizziamo l’occhio ai videogiochi), ma senza quel guizzo di originalità. Non ci sono colpi di scena, è lineare ma facilmente prevedibile.
Il fatto che manchi un vero fulcro, un vero momento wow è forse la pecca maggiore di un film troppo lungo e monotono.
L’eletto da risvegliare, come sempre del resto, mentre Trinity, lasciata a fare la bella addormentata fino in fondo, perde quasi completamente il suo ruolo, che riscopre sul finale del film. Un finale poi che tralasciando le scene imbarazzanti degli ultimi minuti, finisce con una canzone che c’entra come i cavoli a merenda. Però bella.
È un film che mancava? No. È un film per i nostalgici che hanno voglia di rivivere IL Matrix? Si ovvio che si.
Tante potenzialità, tante idee buttate a casaccio in un film che non decolla.