Il prossimo 16 Marzo arriva, con un giorno in anticipo rispetto agli Stati Uniti, il nuovo film live action targato Disney tratto da una delle sue favole più importanti: La bella e la bestia. Diretto dal veterano Bill Condon e con un cast d’eccezione, arriva nella sale anche in 3D, con protagonisti nei panni di Belle Emma Watson e nei panni della bestia Dan Stevens.
La bella e la bestia
La bella e la bestia
(davvero serve?) Belle (Emma Watson; Harry Potter Saga, The Bling Ring) è una giovane ragazza che vive in un piccolo paesino bigotto con il proprio padre Maurice (Kevin Kline; Amici, amanti, e…, Last Vegas). Quando quest’ultimo viene reso prigioniero nel castello di una bestia (Dan Stevens; La preda perfetta, Mr.Cobbler e la bottega magica), la figlia decide di trovarlo e prendere il suo posto, scoprendo in realtà un castello incantato e imparando che dietro la rabbia della bestia si cela un cuore puro che vuole solo essere amato.
I due trailer del film La bella e la bestia
La costruzione di un successo
Operazione studiata a tavolino dai piani alti Disney, già dal successo mondiale del 2010 di Tim Burton “Alice nel paese delle meraviglie” è ormai chiaro quanto il remake live-action delle favole animate che sin dal 1937 sono ormai dei classici per ogni generazione sia un’operazione che faccia gola. Da lì fu presto detto: Maleficent, Cenerentola, Il libro della giungla. Sopratutto nei primi due casi l’idea era quella di ampliare e adattare a tematiche contemporanee le favole a cui tutti siamo affezionati, aggiungendo con piacere sottostare e approfondimenti e provando a revisionare testi che però, per molti, venivano unicamente snaturati perché ancorati ad un’epoca ben precisa.
Con La bella e la bestia si tocca un tasto delicato: non solo è una delle favole più conosciute e diffuse al mondo ma anche la prima in cui la protagonista, stavolta non una principessa, aveva una forza, una determinazione che andava oltre, imponendosi alla fine, la società bigotta e il tempo in cui viveva trovando poi nella sua metà, e nell’amore dunque, quell’evasione e quel passaggio verso una libertà nuova.
Dopo la prova francese del 2014 con Lea Seydoux e Vincent Cassel, in cui si provava a distaccarsi dall’immaginario Disney andando alle origini della leggenda con scarsi riscontri sia di pubblico che di critica, la casa di Topolino ha (giustamente) deciso di non andare a cercare costruzioni o allontanarsi da una fonte sicura come il film d’animazione e la rappresentazione a Broadway del 1994 e di attenersi esattamente a quello che il pubblico si aspettava: un remake live-action del film d’animazione.
Alla regia un veterano nel gestire grandi budget come Bill Condon (Demoni e Dei, The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1 e 2, Mr. Holmes), alla sceneggiatura due certezze come Stephen Chbosky (Noi siamo infinito) e lo sceneggiatore di casa Disney Evan Spiliotopoulos. E poi il cast d’eccezione, pronto a partecipare anche in piccole parti grazie ad un budget di ben 160 milioni per la sola produzione: dai due protagonisti, Emma Watson (tra le critiche e le attese di fan estasiati alla sola idea) e Dan Stevens, al Gaston di Luke Evans (Dracula Untold), il Lumière di Ewan McGregor (American Pastoral), Mr. Cadenza di Stanley Tucci (Juno), il Tockins di Ian McKellen (X-Men Saga), la Mrs. Bric di Emma Thompson (Saving Mr.Banks), la Piumetta di Guru Mbatha-Raw (Zona d’ombra). E ancora va citato Le Tont, il fido compare di Gaston, interpretato da Josh Gad (Pixels), che ha il suo arco narrativo mostrando il primo personaggio in casa Disney visibilmente gay.
Non era semplice replicare le magie, le atmosfere retrò e la fotografia satura di colori del cartoon del 1991. Eppure Bill Condon e la sua squadra ci sono riusciti. E per quanto Emma Watson, per giusta che sia, sembri limitata emotivamente nei momenti più cruciali della storia e per quanto il doppiaggio dei testi spesso stoni nella metrica portando il doppiaggio ad essere l’unico ‘disturbo’ del film, i 129 minuti de La bella e la bestia filano che è una bellezza, riportandoci ad essere bambini e non creandoci quella voglia matta di tornare al cartoon d’origine ma accostandosi ad esso come suo equivalente live action, con rispetto e totale riconoscenza.