Il ragazzo e l’airone è un film d’animazione giapponese del 2023 scritto e diretto dal maestro Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli. La pellicola uscirà solo in sala a partire dal 1 gennaio distribuito in Italia da Lucky Red.
Questo lungometraggio rappresenta il ritorno di Miyazaki, è il primo film da quando annunciò il ritiro dopo “Si alza il vento” nel 2013.
Il ragazzo e l’airone
Il film racconta la storia di un bambino di nome Mahito Maki che grazie ad un Airone parlante scopre nella sua nuova casa una torre abbandonata nella quale all’interno si trova un mondo fantastico popolato da bizzarre creature.
Il trailer del film
Il ritorno del maestro
Dopo dieci anni dal suo annunciato ritiro torna per la sua dodicesima opera il maestro dell’animazione orientale Hayao Miyazaki. Dato ciò questa è una pellicola che nasce carica di aspettative. Vista l’età dell’autore anche con la responsabilità di poter essere una delle ultime.
Tutto questo si percepisce molto bene all’interno dell’opera, Il ragazzo e l’airone è un film straordinario, un’opera piena di simboli, elementi autobiografici e tematiche care all’autore tanto da risultare un vero e proprio testamento dell’incredibile carriera di un regista che ha cambiato per sempre l’animazione orientale e non solo.
In questo film abbiamo due versioni diverse del regista stesso, quella più giovane e inconsapevole e quella più vecchia e pessimista. La pellicola riflette sull’eredità lasciata in primis allo stesso Miyazaki dal suo mentore Takahata qui raffigurato dall’Airone, e successivamente su quella che dovrà lasciare lui alla sua morte. Nella pellicola vediamo tramite una metafora meta narrativa l’ossessiva ricerca da parte di Miyazaki di un erede, che forse nel finale trova proprio nella sua versione più giovane sottolineando così il pessimismo di cui è intrisa l’opera.
Quest’odissea dantesca del protagonista serve per toccare una delle tematiche principali di questa pellicola, l’elaborazione del lutto. Altro elemento autobiografico tanto caro al regista che qui analizza in un modo tutto suo trovando il culmine nella sequenza della sala parto probabilmente la più emozionante dell’intero film sia visivamente che emotivamente.
Purtroppo l’unico difetto, che allo stesso tempo da alcuni può essere visto come un pregio, di questo straordinario lungometraggio risiede proprio nell’eccessiva componente autobiografica che risulta respingente nei confronti di un pubblico che non conosce così bene la vita e la filmografia di Miyazaki. Questa narrazione contorta volta a continue metafore e riferimenti al regista stesso potrebbe non fare comprendere e apprezzare a pieno il film ad un pubblico più generalista. Al contrario di quanto avveniva in “Si alza il vento” dove si riusciva ad avere un amalgama perfetta.
Al contrario da un altro punto di vista il film riesce sempre a trovare un ottimo equilibrio tra reale e fantastico tra storia e immaginazione, tipico delle opere del maestro. Con quest’opera Miyazaki, nonostante il pessimismo di fondo, torna a vivere quello senso di bellezza e stupore estetico facendolo percepire allo spettatore, regalando emozioni dall’inizio alla fine. Complice una colonna sonora magnifica.
Tecnicamente ineccepibile, visivamente sbalorditivo, un film che vive di suggestioni di fronte al quale è impossibile non rimanere sorpresi.
Un vero e proprio omaggio alla sua lunga carriera, nel Ragazzo e l’airone c’è l’essenza di Miyazaki sotto ogni punto di vista, e bisogna solo fare un plauso ad un maestro che probabilmente come ultima pellicola ha realizzato quello che è definibile a tutti gli effetti un capolavoro.