Il nuovo cinema? E’ in 3D. Ed è sempre Horror

Ci volevano gli schizzi di sangue del nuovo truculento film su un San Valentino tragico (San Valentino di Sangue, Patrick Lussier, al cinema), per accendere le luci della ribalta per l’ennesima volta sul 3D al cinema.
Ci volevano braccia e gambe amputate e terribili sevizie per riportare in auge un vecchio espediente che il cinema vuole a tutti i costi nobilitare.


E’ sempre il cinema horror che ne approfitta: già nell’1982 il terzo capitolo della saga Venerdi 13, cioè Week-end di terrore, e il sesto capitolo della vicenda Freddy Krueger, NightmareLa fine (1991), avevano cercato di riabilitare quegli occhialini che trasformano il mondo in tre dimensioni. Ma anche per classici dell’horror come questi, la magia non c’è stata.

Non pare sia stato un successo quello del remake ora sugli schermi sul giorno di San Valentino: anche se molti cinema si sono trasformati per l’occasione in vere e proprie sale 3D, ancora non si è fatto centro.

Questo non ferma i film-maker, che, imperterriti, prossimamente lanceranno al cinema delle creature in tre dimensioni, tutte orrorifiche al punto giusto, ovviamente.

Arriverà Piranha 3D, un remake, ovviamente, questa volta portato sullo schermo da Alexander Aja, e l’ennesimo capitolo di Final Destination: Death Trip 3D, per la regia di David R. Ellis.

Mai sazio di questi espedienti, il cinema ci riprova, sempre con pellicole ad alto tasso horror.

Ma  anche il cinema d’animazione non sta a guardare.
Il primo luglio in Usa ( e il 29 Agosto in Italia), approdano nelle sale, e per la terza volta, gli amici dell’Era Glaciale – L’alba dei Dinosauri, completamente in 3D.

Il must del momento trasformerà Sid il bradipo, Manfred il Mammut e tutti gli altri amici preistorici tanto amati grazie al successo dei primi due capitoli, in vere e proprie star tridimensionali.

E’ evidente: anche il cinema non può fare a meno delle mode del momento. Ma chi l’ha detto che la moda sia necessariamente portatrice di successi?

Il 3D non ha mai sfondato effettivamente, e pochi sentono il bisogno di sedersi in poltrona e valutare se le immagini che vede sono bi o tri dimensionali. E’ un must per palati sopraffini, destinato, chi lo sa, o al successo planetario, o all’oblio, finchè qualcuno tra un paio d’anni non cercherà di riabilitarlo in una nuova pellicola – horror, ovviamente.

Leave a Reply