Continuiamo la nostra intervista ad Antonio Losito, giovanissimo regista ed attore. Oggi parliamo delle difficoltà avute durante la lavorazione, produzione e distribuzione del suo ultimo cortometraggio Colpa di un sogno, e della sua esperienza di regista e attore.
Antonio, quali sono state le difficoltà che hai avuto durante la lavorazione?
Le difficoltà maggiori sono sempre quelle economiche. Il film non ha una produzione massiccia alle spalle, e nonostante tutto ho cercato di ottenere lo stesso il massimo della qualità non solo tecnica ma anche attoriale. Molti registi, miei colleghi badano molto alla tecnica di ripresa, dell’inquadratura ecc. Io vengo dal teatro ed essendo anche un attore mi soffermo moltissimo sulla recitazione. In quel momento mi metto dalla parte dello spettatore e l’attore deve essere vero e deve toccare il cuore dello spettatore. Sono orgoglioso di aver avuto un cast di attori tutti molto bravi, a partire dal grande Julio Solinas.
E sempre per questioni economiche abbiamo girato il tutto in pochissimo tempo, in soli 5 giorni, molto pochi per un lavoro così complesso. Il bravissimo direttore della fotografia Francesco Ciccone mi ha aiutato molto ad ottimizzare i tempi e ad ottenere una fotografia molto bella e curata.
E dopo?
Una volta terminate le riprese, comincia il vero lavoro. Il montaggio ha portato via moltissimo tempo e anche il lavoro di post produzione della fotografia, in quanto sono state usate due fotografie diverse: una per le scene ambientate nel 1978 e l’altra per le scene dei giorni nostri. Anche la musica ha un ruolo fondamentale di questo film. Con il musicista Claudio Recchia, abbiamo lavorato per circa due mesi per trovare un tema musicale che abbracciasse bene i tanti sentimenti che si susseguono nel film.
Il film dura in totale circa 29 minuti. Un grosso limite per i cortometraggi in Italia, perchè la maggior parte dei festival hanno dei limiti di tempo risibili; alcuni festival vorrebbero degli spot e non dei film. Ne ho montato una versione di 21 minuti ma è lo stesso complicato accedere ad alcuni festival. Mettere un limite ad un’opera significa uccidere l’arte.
quali sono i riconoscimenti più importanti ricevuti dai tuoi corti?
Il premio in se non mi interessa. Io faccio un film per creare un sentimento in chi lo guarda. Se lo spettatore ha riso, si è arrabbiato, si è commosso o è rimasto contento, per me equivale ad aver vinto l’oscar. Io lavoro per la gente. Purtroppo i cortometraggi hanno vita corta e per farli vedere a più persone possibili devono partecipare ai festival. Io ho mandato Colpa di un Sogno a parecchi festival, ma per colpa della durata non arriva quasi mai in finale. Il film è arrivato in finale al Festival del cinema Invisibile, di Lecce. Spero sia piaciuto alla gente che ha assistito alla proiezione.
Visto che sei anche attore, com’è l’esperienza di dirigere e recitare allo stesso tempo?
Io dico sempre una cosa:
Creare un film è come costruire una bellissima giostra, e ogni tanto un giretto vorrei farlo anche io.
Dirigere e recitare non è facilissimo e per questo devo ringraziare tutto lo staff che ha lavorato a questo film, in particolare l’aiuto regia Giorgia Filanti, per avermi dato una grandissima mano in questo. Ora sto lavorando ad un’altro progetto, ma per scaramanzia evito di parlarne, perdonatemi.
Ringrazio voi di Cinemio che date la possibilità a me e a quelli come me di dire la nostra. Grazie davvero.
E noi ringraziamo Antonio per la sua disponibilità augurandogli un futuro di successo.
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